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domenica 22 settembre 2019

PAREGGIO SENZA RETI SOTTO LA PIOGGIA TRA UNION CLODIENSE E VIGASIO: MARANGON SBAGLIA UN RIGORE E MARAGNA PARA TUTTO

A volte la distanza dalla felicità ha una misura. In questo caso, 11 metri: tanti ne passano infatti tra il dischetto del rigore dello stadio Ballarin e la linea della porta difesa da Mattia Maragna, il portiere del Vigasio che oggi ha chiuso la saracinesca non solo al penalty tirato centrale e fallito da Giacomo Marangon, ma ad altri quattro tentativi da goal dell’Union Clodiense, tutti nel primo tempo. E così finisce 0-0 il match interno sotto la pioggia per i granata, chiusi a doppia mandata nella ripresa dallo schieramento più che prudente degli ospiti.

Una mezza battuta d’arresto che chiama in causa, appunto, soprattutto il faticoso secondo tempo: nei primi 45 minuti infatti sarebbero stati almeno due i goal di vantaggio ai punti per i lagunari, mai stati impensieriti in fase offensiva dagli uomini del tecnico Orecchia. La speranza, a questo punto della stagione, che è due punti lasciati sul terreno di casa non tornino decisivi a fine anno per qualsiasi obiettivo la squadra di Vittadello -peraltro ancora imbattuta in campionato- si dovesse trovare a conseguire.
L’allenatore chioggiotto schiera all’inizio Bedendo in porta, Ostojić, Ballarin, Pastorelli e Granziera in difesa, Cuomo, Duse ed Erman a centrocampo, Martino ala di raccordo per le punte Marangon e Perrotti, che non di rado si scambiano la posizione. In panchina Giacomo Boscolo Palo recuperato in extremis, Baltrunas, la prima per Mattia Biolcati, Vianello, Amerì, Andrea Boscolo Anzoletti, Djurić, Rosa e Gerthoux.

Orecchia risponde con una formazione nominalmente speculare che prevede Maragna in porta, Edoardo Contri, Andriani, Sabaini e Francesco Contri in difesa, Burato, Nardi e Sambugaro a centrocampo, Fornari a supporto di Rabbas e Antenucci, peraltro molto arretrati in una sorta di 4-5-1. Tra le riserve ospiti, Bertolani, Meneghelli, Gurini, Zamboni, Bertoldi, Signoretto, Formuso, Giordano e Cinti. Arbitra Petrov di Roma, lasciando correre molto, sotto un cielo che non smette di mandare giù acqua e davanti comunque a circa 400 spettatori, tutti assiepati nella gradinata est lato laguna con discreta rappresentanza veronese.
Come si diceva, prima partita da titolari per Giacomo Marangon con la sua maglia numero 10, per il portiere italo-brasiliano Angelo Bedendo Moreira (sostanzialmente disoccupato per tutto il match) e per il ragazzo di casa Christian Duse davanti alla difesa, in crescita di fiducia dopo il secondo tempo di Trieste. L’Union Clodiense parte un po’ contratta e l’inizio è favorevole ai veronesi, con Fornari il più attivo sulla destra: la retroguardia granata -oggi in maglia bianca- è però impenetrabile e alza il baricentro.
Prima occasione lagunare al 16°: corner corto di Erman, colpo di testa di Martino respinto da Maragna sui piedi di Cuomo che non riesce a ribadire a rete, nel prosieguo tira Perrotti di destro (non il suo piede), a lato non di molto. Duse si mette in mostra dieci minuti più tardi con un “sombrero” che smarca Marangon a distanza ravvicinata, il suo tiro di prima trova pronto Maragna. Martino e Perrotti invertono le rispettive fasce, nel Vigasio esce l’infortunato Nardi per Gurini.
Ancora una chance al 35° con Martino che crossa, Marangon stoppa di petto e calcia sempre da vicino: Maragna ci mette i piedi, accorre Duse che calcia alto. La possibile svolta dell’incontro al 42°: di nuovo Duse calcia magnificamente una punizione a giro dalla trequarti sinistra, Maragna ci arriva ancora una volta e mette in corner. Sul cross di Erman è nettissimo il fallo di mano di Fornari e Petrov non ha dubbi nell’indicare il dischetto: ci va Marangon che calcia centrale e il numero uno avversario devia, senza che alcun granata si precipiti a ribattere.

Nella ripresa, inspiegabilmente, l’azione dell’Union Clodiense (pure a folate e corroborata da una miglior condizione fisica) non è incisiva, e si notano più gli aggiustamenti tattici in seguito alle sostituzioni. Dapprima, al 55°, entra Djurić per Granziera e la squadra si sistema con il 4-3-1-2 dove Martino funge da terzino sinistro ed Erman avanza alle spalle delle due punte Perrotti e Marangon. Poi al 74° Gerthoux rileva il pari età Ostojić -tra i migliori in assoluto, volitivo e concentrato in ogni zona del campo- e dà nuovo brio agli attacchi dalla fascia sinistra, recuperando palloni e crossandoli con costrutto.
Come al 92°, quando guadagna l’ennesimo corner: batte Erman, la palla arriva dall’altra parte a Marangon che disorienta Zamboni e mette in mezzo uno splendido pallone tagliato sul quale, però, non arrivano Djurić in tuffo e Ballarin. Maragna stavolta tira un sospiro di sollievo e con lui tutto il Vigasio, che al fischio di Petrov porta a casa il punto cercato mentre l’Union Clodiense si morde le mani: domenica prossima l’impegnativa trasferta contro l’Ambrosiana, rivale acerrima (e bestia nera) delle ultime stagioni.
Le pagelle dei granata:

Bedendo s.v.: si sporca i guanti solo per la pioggia. Protetto ottimamente da una difesa ermetica, deve solo uscire in anticipo e in controllo. Fosse sempre così, che gli avversari non tirano in porta...

Ostojić 7: il migliore dei granata, sia in feroce marcatura che in scioltezza lungo la fascia. Dà prova di “garra” nella ripresa quando rincorre un avversario e il pallone per tutto il campo. Acquisto azzeccatissimo. (Gerthoux 7: buono il suo impatto nel match, crea la superiorità nella fascia sinistra avanzata con recuperi, strappi veloci e soprattutto traversoni. La strada è quella giusta, ci piacerebbe vederlo anche più “egoista”).

Granziera 6.5: in difesa ha poche incombenze da sbrigare così prova a farsi vedere in avanti, dove scende con proprietà e mette in ambasce il proprio controllore. Sta acquisendo familiarità con la nuova fascia. (Djurić 6.5: si fa sentire non appena entra in campo, la sua potenza comincia a sprigionarsi a pieni giri, può essere l’uomo in più già nelle prossime partite. E se avesse impattato il cross di Marangon al 93°...)

Ballarin 7: è in condizione atletica smagliante, è il primo a far ripartire l’azione sempre con pulizia d’intervento e perfetta scelta di tempo. Nella ripresa ferma un contropiede stoppando di ginocchio, deluxe.

Pastorelli 6.5: vale quanto detto per Granziera riguardo l’impegno portato dagli avanti (si fa per dire), pertanto appoggia la costruzione dell’azione, cerca fortuna nei calci da fermo e finisce il match a sinistra.

Erman 7: piede caldo da fermo, ma oggi si è visto molto anche sotto il profilo della quantità, sradicando palloni dai piedi avversari e contrastandoli in una larga fascia di campo. Per qualche minuto, trequartista.

Martino 6.5: ha ricoperto tutti e quattro i ruoli sulle fasce, e se non è un record poco ci manca. Il solito contributo di dinamismo e volontà, cross taglienti e anche personalità sciorinata in faccia all’arbitro.

Cuomo 7: sempre più a suo agio a centrocampo, anche lui come Erman interpreta il ruolo di interno box-to-box sapendosi protetto dallo schermo Duse. Regala assist, e quando è richiamato in difesa non sbaglia niente.

Perrotti 6.5: parte a sinistra, appena fuor d’acqua per il suo piede preferito, poi dopo mezz’ora va a destra dove si rende più pericoloso. Non mancano i tocchi pregevoli anche in condizioni meteo fastidiose.

Marangon 5.5: il rigore si può naturalmente sbagliare -tirarlo centrale però aiuta- ma (nonostante qualche palla deliziosa) sbatte su Maragna da distanza ancor più ravvicinata, e tira tutte le punizioni sulla barriera.

Duse 7: nella ripresa di Trieste si era fatto notare per applicazione, oggi le esigenze “anagrafiche” di formazione lo vogliono in campo e lui risponde con tecnica, tiro ed equilibrio: una carta in più per Vittadello.

Vittadello 7: con gli uomini contati per infortuni e obblighi under, risponde mandando in campo un undici competitivo, ottenendo il massimo dai rincalzi di giornata e dando prova di felici, eclettiche trasformazioni.

Vigasio: Maragna 8, Edoardo Contri 5.5, Francesco Contri 6, Nardi 5.5, Andriani 6, Sabaini 6.5, Fornari 6.5, Burato 6.5, Antenucci 6, Rabbas 6, Sambugaro 5.5 (Gurini 5.5, Zamboni 5.5, Bertoldi s.v., Signoretto 6, Giordano s.v.)

l'arbitro Petrov 6: il rigore c’è tutto e non commette errori che influiscono sul risultato, ma lascia molto correre anche quando il livello dei falli di gioco si alza, rischiando d’innervosire una partita ordinata e calma.

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