Il saggio Giovanni Trapattoni, ottant’anni ieri, l’ha sempre detto che la partita si vince a centrocampo. E la Clodiense Chioggia Sottomarina l’ha preso in parola: la straordinaria prestazione di Djurić, Erman e Martino -assieme alla prova positiva di tutta la squadra- è stata la chiave di volta del successo interno sul Cartigliano, maturato per 1-0 grazie al goal dell’ala destra, un diagonale potente e preciso a mezz’altezza, scoccato alla fine del primo tempo. Una vittoria meritata e fortemente voluta, soprattutto nella prima frazione quando agli ospiti è stato impedito di giocare con puntuali raddoppi e rilanci; nella ripresa la difesa granata ha sofferto le palle lunghe, Camerlengo è stato poco impegnato tuttavia salvato dalla traversa colpita da Murataj, Il fischio finale dell’arbitro Cosseddu (contestato da ambo le parti per presunti rigori non dati) è una liberazione che significa tre punti, classifica di nuovo accorciata e fiducia per la decisiva trasferta trentina della prossima domenica.
Vittadello ha tutti gli effettivi disponibili e schiera il suo undici con Camerlengo in porta, Granziera, Ballarin e Cuomo in difesa, Martino e Acampora esterni, Djurić ed Erman a centrocampo, Baccolo tra le linee partendo da sinistra, Cinque e Fioretti di punta. Risponde l’allenatore biancoblu Ferronato con Pellanda, Mazzon, Bellossi, Bragagnolo, Murataj, Pellizzer, Pasinato, Stocco, il bomber Di Gennaro, Mattioli, Visinoni. Solo panchina per l’ex Cittadella Bizzotto e l’ex lagunare Cecconello. Si gioca sotto un cielo coperto con sprazzi di sole e davanti a 300 spettatori, tra cui una nutrita rappresentanza ospite.
Le prime azioni della partita vedono protagonisti i giocatori di casa, che mettono subito in chiaro la volontà di riscuotere i tre punti. Per tutto il primo tempo, anzi, il Cartigliano si affaccia in avanti due sole volte, senza troppi pericoli. All'8° Baccolo penetra in area, ma Pellizzer lo contra in corner; sugli sviluppi dell'azione, il «monumentale» Djurić (così l'ha definito, a ragione, lo stesso mister Vittadello) crossa basso per Ballarin che tira al volo e la palla esce di poco alla sinistra di Pellanda. Ancora Baccolo al 15° di testa su uno dei tanti cross messi in mezzo da Martino: la posizione dell'ex padovano è ottima ma la palla vola alta. Sempre Martino per Cinque, che anticipa il proprio marcatore ma tira a lato, prima della punizione di Mattioli che avverte della presenza in campo degli uomini di Ferronato.
Djurić sugli scudi, si diceva: in virtù di una condizione atletica esuberante, il mediano pesarese è dappertutto fra la propria difesa e la zona a ridosso delle punte, recuperando palloni in quantità industriale e giocandoli sempre bene, oltre ad arrivare alla conclusione personale. Così al 28° un'elaborata azione sulla destra coinvolge Granziera, Martino e quindi Djurić, che si sposta la palla sul destro e calcia con potenza, costringendo Pellanda alla deviazione; sul corner, Cuomo si vede strattonare per la maglia da Bragagnolo ma l'arbitro -ben piazzato- lascia correre nonostante le proteste granata. Di Gennaro, che spesso ha segnato negli ultimi incontri, è ben controllato da Ballarin e si libera solo al 33°, quando salta Acampora dalla destra e incrocia sul primo palo: la palla esce, Camerlengo comunque c'era.
Il vantaggio lagunare al 43°: Martino riceve largo dal solito Djurić, si accentra e appena entrato in area dalla destra lascia esplodere un diagonale potente e preciso a mezz'altezza, facendo secco Pellanda e andando a dedicare il goal al suo amore in tribuna. L'ala ha anche la possibilità del raddoppio immediato, colpendo bene di testa su angolo di Erman (positiva anche oggi la prova del regista triestino), ma la conclusione sfiora appena la traversa del Cartigliano. Il direttore di gara manda le squadre negli spogliatoi per un vantaggio che non fa una piega, e che anzi avrebbe potuto essere più corposo: l'1-0 espone la Clodiense alle solite paure di non farcela, circostanza che nella ripresa si affaccerà in più occasioni.
Il tabellino del secondo tempo è invero povero di grandi occasioni: una girata di Fioretti a lato (49°), Cinque colto in fuorigioco su bell'assist di Martino, il Cartigliano che prende campo anche senza spingere sull'acceleratore. Così al 72° è il neo entrato Bizzotto a testare i riflessi di Camerlengo dalla linea di fondo, poi i biancoblu se la prendono con Cosseddu per la mancata concessione del rigore a seguito di presunto fallo di mano di Djurić: anche in questo caso l'arbitro era piazzato in modo opportuno, e lascia correre. Ben più concreto il pericolo all'83°, quando da punizione corta battuta nei pressi della bandierina svetta Murataj: la palla schiacciata a terra rimbalza sulla traversa a Camerlengo battuto, poi sbroglia Ballarin. Il fischio finale è un sospiro di sollievo per la prestazione e per la classifica.
In sala stampa si analizza appunto la graduatoria: le sconfitte del Tamai, del Levico e del Sankt Georgen (oltre che del Belluno), il pareggio del San Donà e la sola vittoria del Trento nello scontro diretto coi termali sorridono alla squadra chioggiotta, anche se l'allenatore riconosce il "braccino" nella ripresa, la paura di vincere che ha attanagliato spesso la sua squadra. Dal canto suo Martino si dice fiducioso nel centrare la salvezza anche senza ricorrere ai playout: domenica allo stadio Briamasco, complice la squalifica di Granziera, il match winner di giornata potrebbe essere riportato al prediletto ruolo di terzino a tutta fascia, che già all'andata a Cartigliano lo mise in luce. Continuità di risultati è la parola più ricercata su Google in casa granata.
Le pagelle dei granata:
Camerlengo 6: chiamato in causa praticamente una sola volta dall'incursione di Bizzotto lungo la linea di fondo, risponde presente col corpo. Un paio di volte gli sfugge la palla dalle mani ed è costretto all'intervento in due tempi. Sulla traversa di Murataj non poteva fare niente.
Granziera 6: combina al solito bene con Martino, offrendosi quale soluzione per le sovrapposizioni e i cross. In difesa contribuisce a ridurre a zero la pericolosità degli avversari. Peccato per l'ammonizione che gli farà saltare il cruciale incontro di Trento.
Ballarin 6.5: mette la sordina a Di Gennaro, che non vede quasi mai la palla. Solito senso della posizione e dell'anticipo, anche per lui il giallo di Cosseddu. Si fa vedere anche in avanti, con una conclusione nel primo tempo che avrebbe meritato miglior fortuna.
Cuomo 6: meno appariscente delle tante volte in cui regge la difesa contro tutto e contro tutti, l'importanza di Marco si vede nella tranquillità data ad Acampora nel modulo a tre: Emanuele gioca più sciolto sapendo di avere una sicurezza dietro di lui. Reclama un rigore dubbio.
Martino 7.5: sforna cross e traversoni in quantità industriale, stringe in difesa, appena può sfodera il missile che orienta il match. L'uomo che ha cambiato più ruoli nella stagione regala alla squadra tre punti fondamentali, pronto a fare di nuovo il suo a Trento. Tornante? Tornado.
Djurić 7.5: per i primi 45 minuti pare ce ne siano due. I giocatori del Cartigliano non si raccapezzano che Marco sfugge da tutte le parti, recupera palloni come una piovra e li distribuisce con profitto e qualità, va al tiro e un secondo dopo è davanti alla sua difesa a fare diga efficacemente. È valso la pena attendere questo giocatore per le prestazioni assai convincenti del 2019.
Erman 7: e accanto a Djurić brilla anche il giovane regista, ormai detentore delle chiavi del centrocampo. Agli ormai noti lanci puliti, e ai corner azzeccati, contro i biancoblu Thomas si fa notare anche in fase di copertura e difesa del pallone. Crescita esponenziale per il rush finale.
Acampora 6.5: la difesa a 3 lo lascia libero di provare avanzate e cross, sempre con un occhio alle diagonali difensive che esegue come al solito benissimo. Meno dirompente di Martino, è egualmente valido nell'affiancare l'azione e nell'offrire soluzioni a Baccolo o alle punte quando sono spalle alla porta.
Baccolo 5.5: la sua posizione ibrida -inizia a sinistra per accentrarsi tra le linee, creando superiorità e imprevedibilità- non sempre viene messa a frutto dai tagli. Si vede che non è un esterno e infatti chiama spesso all'azione Acampora. Ha due buone palle goal a inizio match ma le spreca, poi lascia il proscenio agli altri. (Farinazzo 6: dà respiro alla manovra sulla fascia sinistra, e si disimpegna bene in fase di non possesso, chiudendo gli spazi al Cartigliano)
Cinque 6: i rifornimenti scarseggiano, nonostante i suoi movimenti giusti. Tiene impegnata la difesa centrale sia con la squadra piazzata che in contropiede, piace pensare che abbia risparmiato i goal per Trento. (Bagatti s.v., comunque utile nell'interdizione finale)
Fioretti 6: stesso discorso di Cinque, con in aggiunta il lavoro di raccordo sull'esterno. Poco servito, deve andare in cerca di palloni giocabili, come alla fine del primo tempo quando dialoga con il compagno di attacco. Magari anche lui segnerà a Trento... (Nappello 6: incaricato di innescare Cinque e Farinazzo in contropiede, copre soprattutto l'inizio delle azioni avversarie)
Vittadello 6.5: l'intuizione del doppio ruolo di Baccolo aveva un senso, anche se per costituzione fisica e movimenti il numero 10 è meno duttile in attacco di uno come Nappello. La chiave tattica del match è stata invece la posizione di Martino, non solo esterno (ala tornante o terzino avanzato che sia), ma anche in mezzo al campo a creare la benedetta superiorità numerica. Dietro si rischia pochissimo ed è anche merito del suo sistema a 3.
Cartigliano: Pellanda 6, Mazzon 6, Bellossi 5, Bragagnolo 5.5, Murataj 6, Pellizzer 6, Pasinato 6, Stocco 5.5, Di Gennaro 5, Mattioli 6.5, Visinoni 5.5 (Parise 6, Appiah 6, Zacchia 5.5, Bizzotto 6.5)
l'arbitro Cosseddu 5.5: nei rigori contestati era sempre in posizione giusta per decidere al meglio, anche se qualche dubbio al replay rimane in almeno due occasioni (una per parte). Tanti cartellini gialli ma paradossalmente gli accenni di gioco duro vengono lasciati correre.
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