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domenica 5 maggio 2019

MIRACOLO SPORTIVO, LA CLODIENSE PAREGGIA A FELTRE E SI SALVA ALL’ULTIMA GIORNATA: ALLA FINE DEL GIRONE DI ANDATA ERA IN CODA DA SOLA

La Clodiense Chioggia Sottomarina è salva, e senza dover fare i playout. Un miracolo sportivo è accaduto nel girone di ritorno del campionato di serie D, e si è compiuto a Feltre dopo un’andata conclusa mestamente all’ultimo posto: la consapevolezza della propria forza e qualità, un gruppo nuovo andatosi cementando settimana dopo settimana grazie anche alla gestione dell’allenatore Vittadello, i risultati che cominciavano ad arrivare e la sfortuna che finalmente dava qualche tregua. Infine il prezioso pareggio contro i rossoverdi dell’Union, maturato nella ripresa grazie al goal di Martino, uno dei simboli di questa stagione con il suo eclettismo che l’ha portato a ricoprire quasi tutti i ruoli in campo. E prima della rete, tre pali incredibili e un rigore negato dall’arbitro Restaldo, nonostante la sua vicinanza alla nettissima trattenuta ai danni di Farinazzo. Il punteggio era ancora di 1-0 per i locali grazie alla magnifica punizione di Franchini, con l’apprensione granata di dover disputare uno spareggio suppletivo per non cadere nei playout.

Ma poi l’1-1 ha messo le cose a posto premiando una squadra e una società che non hanno smesso di crederci, e che ora possono serenamente pensare al prossimo anno senza ripetere i fisiologici errori dei mesi alle spalle. Foss’anche per non soffrire più fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata, come negli ultimi due anni: appresi i risultati dagli altri campi, gli spogliatoi dello stadio Zugni Tauro si sono trasformati in una bolgia di indumenti volanti, cori da curva e tanto attaccamento a questa piccola grande storia.
I lagunari si sono trovati di fronte sotto le Dolomiti un’avversaria molto forte (solo domenica scorsa aveva perso il treno per la promozione nel discusso finale di Levico), e occorreva dare un occhio a quanto stava avvenendo su ben altri 6 terreni di gioco. Scendono in campo dal primo minuto Camerlengo in porta, Martino e Granziera terzini, Ballarin e Cuomo difensori centrali, Djurić ed Erman a centrocampo, Luca Bullo e Gerthoux alle ali, Farinazzo e Fioretti in attacco. In panchina Grego, Pastorelli, Nicola Bullo, Andrea Anzoletti, Bagatti, Pupa, Vianello, Cinque, Nappello: gli ultimi due per onor di firma, anche se l’allenatore granata ammetterà a fine partita che il fantasista napoletano si stava svestendo per entrare in campo, nonostante fosse menomato, quando il punteggio era di 1-0, tanta la volontà di dare una mano.
Il tecnico locale Sandro Andreolla è privo della coppia centrale difensiva titolare Trevisan-Tobanelli oltre che di Madiotto, e sceglie l'ex Corasaniti, Gjoshi, Salvadori, Celestri, Raveane, Giacomazzi, Episcopo, l’altro ex Arvia, Crivaro, Pasi, Franchini. Tra i rincalzi Tognon, Cecini, Bordin, Roman, de Carli, Gusatto, Vettorel, de Paoli, il bomber Calì. Arbitra Gabriele Restaldo di Ivrea sotto la pioggia e con temperatura rigida attorno a 4 gradi, davanti a circa 300 spettatori. Le cime dei monti d’intorno sono imbiancate, il castello di Alboino sorveglia le tribune.
Al 3° minuto la prima incursione di Martino: cross basso, para Corasaniti a terra. Le due squadre si sfidano a colpi di calcio d’angolo, su uno svarione difensivo di Gerthoux è addirittura Farinazzo a stoppare il contropiede. Il San Donà passa in vantaggio a Cartigliano, il Feltre prende il sopravvento e passa al 14°, quando Franchini trasforma sotto il sette una splendida punizione di sinistro, dopo quella segnata all’andata a Chioggia. Il tiro da fermo è stato concesso per fallo di Ballarin su Crivaro ai venti metri.

Attacca la Clodiense: ennesimo traversone messo in mezzo da Martino al 17° e per poco non ci arriva Luca Bullo, schierato lungo il settore destro. Al 23° è Djurić, perfettamente ristabilito dopo due settimane di sofferenza, a liberarsi in bello stile e a tirare cadendo, la palla esce non di molto. Internet dice che il Tamai è passato in vantaggio a Bolzano e va a 38 punti, proprio come Clodiense, Levico, Cartigliano, San Donà… Granziera dalla sinistra mette in mezzo un cross sul quale si avventa al volo di testa Farinazzo, palla a lato. L’arbitro ammonisce Episcopo per fallo su Cuomo; un altro cross basso di Martino trova Farinazzo che non aggancia perché cade a terra, ma secondo Restaldo non è rigore.
La Clodiense prova a ristabilire la parità al 34° quando Fioretti, imbeccato da un assist del solito numero 2, si aggiusta la palla e calcia di prima, ma centrale: respinge Corasaniti. Sul contropiede dei padroni di casa, è Cuomo a sbrogliare una situazione scabrosa che stava ormai lambendo la difesa. L’Union Feltre conferma di non essere turista in gita sul proprio campo quando ancora il sinistro preciso e potente di Franchini impegna Camerlengo da fuori area: il portierone abruzzese mette in corner mentre il Cartigliano si riporta in parità contro il San Donà, inguaiandolo. Il tempo si chiude con una bella azione di Fioretti dalla fascia sinistra: la punta approfitta di un errore di Raveane e serve Bullo per il tap-in, ma il giovane chioggiotto spreca l’occasione.

A pochi minuti dal termine della prima frazione l’Adriese si porta in vantaggio sul Levico, per una serie di risultati che a metà partita vede Bolzano-Tamai 0-2, Trento-Belluno 0-0, Adriese-Levico 1-0, Union Feltre-Clodiense 1-0, Cartigliano-San Donà 1-1, Chions-Arzignano 1-0, Este-Sankt Georgen 0-1. La classifica provvisoria in coda reciterebbe Chions 42, Cartigliano 39 (salve entrambe), Tamai e Clodiense 38, Levico 37, Belluno, San Donà e Sankt Georgen 36. Quindi a 45 minuti dalla fine si profilerebbe uno spareggio col Tamai per salvarsi direttamente o fare i playout. Fatto sta che l'Union Feltre non sta cedendo, anche se l'Adriese è ancora seconda in classifica; manovra arruffata dei granata che hanno avuto un paio di buone occasioni con Fioretti e Bullo. Djurić, Martino e Cuomo sono i migliori nella compagine clodiense. Ma occorre dannatamente il goal del pareggio per scongiurare il rischio playout.
Vittadello si convince dell’opportunità di operare un cambio, rinunciando a un Bullo alla ricerca della posizione per inserire il quadrato Pastorelli, avanzando Cuomo davanti la difesa e Djurić di circa venti metri in avanti, sguinzagliandolo alle spalle delle punte. Il tuttocampista pesarese sfodera un’altra prova di spessore, tentando anche una rovesciata bella quanto comoda per il portiere avversario. E al 49° inizia la serie dei pali: proprio l’italo-bosniaco serve in profondità Gerthoux che sull’uscita di Corasaniti colpisce il montante destro, la palla rimbalza su Giacomazzi ed esce in angolo. Sul corner, sempre Djurić colpisce di testa e impegna il portiere ex granata. La Clodiense resta in attacco.
Ma i dolomitici non stanno a guardare: al 51° Pasi impegna Camerlengo che para usando hockeysticamente i piedi sul diagonale ravvicinato (nel contropiede che ne esce, l’onnipresente Djurić serve Fioretti sulla corsa che calcia a lato), al 58° è Crivaro sempre in diagonale a mettere paura all’estremo lagunare, che para in due tempi. “Tutto il girone minuto per minuto” dice che il Cartigliano si è portato avanti rispetto al San Donà, e che il Levico ha pareggiato ad Adria: stando così le cose, la Clodiense spareggerebbe col Levico, il Tamai sarebbe incredibilmente salvo subito e il San Donà cadrebbe in Eccellenza. Come poi è effettivamente avvenuto.
Gli uomini di Vittadello cercano di trovare le energie per venire a capo del match: Gerthoux si accentra e tira alto, Farinazzo calcia in modo angolato sulla sponda di Djurić, con parata di Corasaniti. Calì sostituisce Crivaro, ma è la Clodiense ad avere due occasioni di spessore con il gigante marchigiano che dà l’illusione della rete con un gran tiro da fuori, che però colpisce solo il palo di sostegno esterno alla rete. E sessanta secondi dopo la sfortuna diventa paradigma con la gran botta di Erman da fuori, ci arriva con la punta delle dita Corasaniti e spinge la palla sulla traversa: Clodiense sfortunata. Al 68° Martino attraversa tutto il campo dribblando due giocatori, serve Fioretti e la palla viene deviata in corner.
L’Adriese non ci sta e torna in vantaggio contro il Levico; il Cartigliano triplica lasciando sprofondare il San Donà mentre il Belluno passa a Trento: l’ammucchiata a 38 salverebbe il Tamai e rinvierebbe al barrage Clodiense e Belluno per evitare i playout. Ma a Feltre nel giro di un minuto cambia la partita: dapprima Restaldo nega il rigore a Farinazzo, pur essendo davanti all’azione, non riconoscendo lo strattone netto alla maglia e la caduta a terra provocata da Giacomazzi. Poi Cuomo serve Farinazzo, che vede Djurić: Episcopo lo anticipa ma serve Martino, il terzino entra in area, vince un contrasto e scarica un diagonale alto vincente pietrificando Corasaniti: con questo 1-1 i chioggiotti sarebbero salvi, festeggiamenti contenuti e desiderio di condurre la nave in porto. Ancora schermaglie nel finale, ma ad armi spuntate: Fioretti riceve da Gerthoux e impegna Corasaniti a terra, poi esordisce Matteo Vianello a rilevare Farinazzo. Il pubblico di casa fischia, la panchina ospite compulsa i risultati per essere sicura di avercela fatta (ai playout Belluno-Sankt Georgen e Tamai-Levico), la festa negli spogliatoi è tutta per gli atleti granata, nei giorni di Aldo e Dino Ballarin.

Al microfono di Chioggia Azzurra, il tecnico Vittadello elogia le virtù umane del gruppo e dedica la salvezza alla madre, signora Tina, scomparsa la mattina della trasferta a Bolzano e grande sostenitrice della Clodiense. «Più forti della sfortuna», afferma l’allenatore ricordando l’andata a Chions quale episodio tipico dell’annata, mentre il presidente Ivano Bielo parla di traguardo meritato e raggiunto sul campo: ancora è presto per parlare di conferme in panchina e nella rosa. Il goleador di giornata Pietro Martino ammette di aver avuto l’ansia di non farcela: «Un gruppo che non andrebbe sfaldato» è il mantra, ben sapendo che per alcuni sarà impossibile resistere alle giuste ambizioni. Il capitano Alberto Ballarin è consapevole che la squadra ha dato tutto: «I playout sarebbero stati un brutto colpo. E una rimonta così meriterebbe più persone sugli spalti». Magari, chissà, il prossimo anno: sempre, finalmente, ancora in serie D.



Le pagelle dei granata:

Camerlengo 7: sulla punizione perfetta di Franchini non può fare niente, ma gli dice di no in una seconda occasione da fuori (in movimento) e poi nella ripresa spegne le velleità di Pasi e Crivaro mettendoci anche i piedi. Una colonna della salvezza, più di qualche punto porta il suo nome.

Martino 7.5: presidente e allenatore si sono profusi pubblicamente in parole di ammirazione per questo 21enne che durante la stagione ha ricoperto almeno 6 ruoli con vari moduli, pur prediligendo sempre partire da dietro per arare il campo da terzino-mezzala come Cancelo e Maicon. Il goal, al pari di quello pesantissimo che diede la vittoria contro il Cartigliano, è storico.

Ballarin 6.5: suo il fallo che causa la punizione-goal dell’Union Feltre, ma sia in anticipo che di testa -e anche in proiezione offensiva- c’è dal primo all’ultimo minuto, senza quasi mai rischiare di incorrere in richiami arbitrali. Continuerà anche il prossimo anno, dopo un gran finale di campionato.

Cuomo 7: due volte è necessario il suo intervento risolutivo, due volte c’è. Senza contare le proiezioni sui corner, le linee di passaggio essenziali quando è chiamato ad assistere la regia nella ripresa, la sicurezza elegante nei contrasti e la tranquillità infusa ai compagni: a parere di chi scrive, il miglior giocatore stagionale della Clodiense per continuità ed efficacia. (Ma cosa ci fa ancora in serie D?)

Granziera 6: deve sostituire Acampora anche se è poco avvezzo a battere quella corsia (semmai quella opposta), sicché perde qualche pallone pericoloso ma contribuisce alla pressione offensiva con cross, assist e traversoni. Ma a destra e al centro rende meglio. Vittadello comunque lo sta facendo diventare un preziosissimo difensore completo, anche lui in crescendo nei mesi.

Djurić 8: ci sono stati momenti nel match in cui pareva recuperare la palla agli avversari, passarsela da solo e andare al tiro, applicando qualche schema dell’Ajax. Non c’è centimetro quadro del campo di Feltre dove i suoi tacchetti non siano passati, reinventandosi trequartista, esterno d’attacco, trattore, cecchino, centravanti da sponda: prestazione sontuosa tra altre dello stesso tipo. Solo vedendolo giocare al massimo si percepiscono le difficoltà di Este e contro il Chions, quando non stava bene. E non vogliamo pensare a cosa sarebbe stato questo rush salvezza senza di lui.

Erman 6.5: il regista triestino sfodera la sua classica organizzazione del gioco e il piede educato nel creare opportunità per i compagni, e se i corner sono spesso troppo lunghi o appena imprecisi, per la prima volta nella stagione lo si vede andare al tiro. Soprattutto al 66° quando costringe Corasaniti a distendersi al massimo per sfiorare il pallone e intercettare la traversa. Ha ancora ampi margini di miglioramento, ma per tutto il ritorno il tandem con Djurić è stato l’architrave della salvezza. (Bagatti s.v.)

Luca Bullo 6: rispolverato titolare per le assenze, viene messo a destra (fascia che non predilige) col doppio compito di coprire le avanzate di Martino, raddoppiare sui portatori di palla ospiti e farsi vedere davanti. Fatica a trovare una posizione appetibile e sbaglia qualcosa sul fronte offensivo. Tra molte attenuanti, il tecnico lo lascia fuori a fine primo tempo e ridisegna la squadra. Un talento come il suo, messo in mostra più volte dalla coppa Italia a Montebelluna, da Campodarsego a Porto Tolle, dev’essere assolutamente fertilizzato per le grandi cose che già può dare. (Pastorelli 6.5: gioca un tempo e dà equilibrio, senza sbavature, evitando che chiunque passi e consentendo il dispiegamento in verticale tra Cuomo e Djurić. Fa valere il suo fisico sia in difesa che in attacco).

Gerthoux 6.5: la sua carta d’identità datata 2000 è un invito a scendere in campo anche per questioni regolamentari. Non straripante come a Bolzano, l’attaccante piemontese è tuttavia una spina nel fianco sul fronte avanzato sinistro, e non di rado si accentra per tirare. Un po’ di sano egoismo negli ultimi venti metri per una punta va bene, anche perché ci piacerebbe vederlo più vicino alla porta. (Nicola Bullo s.v.)

Farinazzo 6: quasi più in spolvero all’atto di rincorrere e recuperare il pallone, che per quello che combina in zona goal. L’arbitro gli nega un rigore sacrosanto, ma ha poche possibilità per mettersi in mostra nelle sue doti di attaccante. Chirurgici i suoi centri decisivi per la salvezza, anche se sono stati meno di quelli dell’anno precedente. (Vianello s.v.)

Fioretti 6: in più parti dell’incontro ha avuto qualcuno vicino, da Farinazzo a Luca Bullo allo stesso Gerthoux, e impegna seriamente Corasaniti nell’occasione centrale del primo tempo. Triangola molto e svaria su tutto il fronte offensivo, tornando anche indietro: un generoso che con i giusti moduli e motivazioni diventa portante esempio di cosa deve fare una seconda punta.

Vittadello 7: fa di necessità virtù, e date le risorse limitate manda in campo un undici plausibile, forse leggerino sulle ali ma competitivo. Abile come spesso avviene a cambiare in corsa, corregge i bug, alza il baricentro e ottiene un goal, tre pali, un rigore negato: continuando a lanciare i giovani, sua attitudine sempre più ricercata nel calcio dilettantistico.

Union Feltre: Corasaniti 7, Gjoshi 6, Reveane 5, Giacomazzi 5.5, Salvadori 6, Celestri 6.5, Arvia 6, Episcopo 5.5, Pasi 6, Franchini 7.5, Crivaro 6.5 (Bordin s.v., Roman 5.5., de Carli s.v. Calì 5.5)

L’arbitro Restaldo 5.5: non deve amministrare una partita dura, quindi pochi problemi con cartellini e richiami. Ma resta la macchia del rigore non visto ai danni di Farinazzo: era a pochissimi metri.

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