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domenica 27 gennaio 2019

NON PUÒ PIOVERE PER SEMPRE: CLODIENSE BATTUTA 2-1 DALL'ARZIGNANO, DA ERRORI PROPRI E DELL'ARBITRO. MA MERITAVA DI PIÙ

Se c'è una cosa che ha messo d'accordo Clodiense Chioggia Sottomarina e Arzignano Valchiampo, alla fine dell'incontro in laguna vinto dalla formazione ospite per 2-1 con i goal di Valenti e Ferri a rimontare quello iniziale di Djurić, è che tra le due realtà non si siano affatto visti i 20 (poi 23) punti di distacco in classifica. E al cospetto di una delle squadre papabili per il salto di categoria, che fa del bel gioco organizzato e ordinato la propria cifra stilistica, i granata di Vittadello hanno opposto tenacia, applicazione, concentrazione e volontà: non sufficienti a strappare punti, complici un paio di uscite approssimative del solitamente impeccabile Camerlengo, e la frettolosa espulsione di Ballarin decretata dall'arbitro pordenonese Sfira (ebbasta, nel senso: abbiamo già dato).

Soprattutto il secondo fallo non pareva passibile di ammonizione, specie confrontato con altre decisioni (un rigore reclamato per parte, altri fischi discutibili) di un direttore di gara apparso troppo spesso lontano dall'azione. Beninteso, i chioggiotti ci hanno messo del loro e Sfira non è il Cardella della partita contro il Bolzano, ma il migliore dei gialloazzurri è stato il portiere Tosi e anche questo vorrà dire qualcosa, oltre all'aver attaccato a viso aperto fino all'ultimo. Rigirarsi tra le mani la classifica serve a poco, pur nella contemporanea caduta rovinosa del Trento e nella sconfitta del Tamai: l'uscita dai playout resta lontana, meglio allora confortarsi per la prestazione convincente, perché non può piovere per sempre.
Sotto qualche goccia infatti sono state giocate le fasi salienti del match, davanti a 200 spettatori con nutrita rappresentanza berica in gradinata lungolaguna. Vittadello non dispone di Baccolo né di Erman e manda in campo Camerlengo in porta, Martino e Acampora terzini, Ballarin e Granziera difensori centrali, Djurić e Cuomo davanti alla difesa, Farinazzo e Luca Bullo alle ali, Nappello dietro il centravanti Fioretti. In panchina Zennaro, Pastorelli, Pupa, Nicola Bullo, Bagatti, Bellemo, Piazza, Gerthoux, Cinque. Risponde mister Daniele di Donato con Tosi, l'ex clodiense Spaltro, Vanzan, Maldonado, Bigolin, Ferri, Valenti, Hoxha, Odogwu, Forte, Pllumbaj. Fra le riserve Farina, Maronilli, Burato, Panzani, Cavaliere, Antoniazzi, Parasecoli, Serroukh, Fracaro. Le due squadre sono accompagnate in campo dai Pulcini 2007, e si dispongono al centro per onorare un minuto di raccoglimento in memoria di Guido Crocco, dirigente accompagnatore del settore giovanile.
Dal primo corner, dopo tre minuti, sguscia sùbito il goal che sblocca la partita: batte Nappello e Marco Djurić lascia sul posto Forte, scegliendo bene il tempo dell'incornata che non dà scampo a Tosi: una festa da condividere con la fidanzata Elena, giunta da Pesaro alla tribuna del Ballarin. Momenti che solo nel calcio dei dilettanti si possono ancora vedere. L'Arzignano è disposto col 4-2-4, non sta a guardare e ci prova con un diagonale di Spaltro, che fila fuori di poco alla destra di Camerlengo: ma l'arbitro ha fischiato un fuorigioco. Al 9° è Pllumbaj a ciccare il tiro su cross dalla sinistra di Odogwu, il quale due minuti più tardi si libera in area e impegna Camerlengo in angolo. La guerra lampo continua quando il folletto Valenti scarica da destra, sempre Pllumbaj si trova sulla traiettoria: la palla entra ma Sfira segnala l'offside.
Il goal ospite è maturo e lo realizza proprio il numero 7, il migliore per quanto visto fino a lì: Valenti supera il suo marcatore Acampora (autore peraltro dell'ennesima prova pregevole), si accentra e lascia partire uno splendido sinistro a giro, imparabile, che si insacca all'angolo opposto della porta di Camerlengo. La Clodiense non sta a guardare e con un contropiede geometricamente perfetto chiama in causa Fioretti, Farinazzo, Nappello che con un tunnel filtrante serve ancora in profondità (e forse appena lungo) Fioretti, il quale si smarca e calcia su Tosi in uscita. Ancora il centravanti di casa, dalla sinistra, mette in mezzo dove Farinazzo viene anticipato all'ultimo. La Clodiense ha retto bene l'urto di un avversario più quotato, e non si è negata le occasioni per far male a sua volta: tutti promossi i ragazzi di Vittadello a fine primo tempo, con note di merito particolari per la poderosa spinta di Acampora -capace di stringere in mezzo e di rilanciare con pari proprietà- oltre ai recuperi di Djurić, la presenza tempestiva di Cuomo e la luce accesa da Nappello.
Inizia a piovere in maniera più consistente durante l'intervallo, nessun cambio all'inizio (e pochi anche alla fine), né timore reverenziale degli atleti per l'occasione in maglia bianca. La partita viene spezzettata da alcuni falli, e si ravviva attorno al 56°: dapprima Odogwu (più efficace in altre circostanze) finta e lascia scorrere, ma dietro non trova compagni; poi sul contropiede Fioretti fa tutto il campo da solo e tiene impegnata la difesa, indi nel controrilancio Ballarin atterra Odogwu dopo che il nigeriano si era già liberato del pallone: Sfira, ancorché abbastanza distante, opta per il cartellino giallo. Al 62° è il momento dell'esordio per Francesco Gerthoux, ultimo arrivato dalla Primavera del Padova: gli fa posto Luca Bullo, sfiancato dalla doppia funzione di fascia al pari di Farinazzo, entrambi poco incisivi davanti.
Corre il il 65° minuto quando il vento gioca un brutto scherzo a Camerlengo, che esce a vuoto su cross di Valenti impennato da Martino: la palla arriva a Odogwu che viene contrato dal suo omologo Fioretti appena dentro l'area. Nemmeno il tempo per i berici di protestare in cerca del rigore (il replay lascia dubbi), che la palla arriva a Pllumbaj il quale calcia a colpo sicuro verso la rete, ma centra in pieno Martino. Una bella partita, dai continui capovolgimenti di fronte, complice l'aria umida e frizzante. Di Donato manda a scaldare Fracaro, un altro dei pezzi pregiati tenuto "in fresca", che di lì a poco sarà chiamato sul terreno di gioco a rimpiazzare il platinato Forte.
Alla metà esatta del tempo, Nappello fa gridare al goal con un diabolico destro dai 16 metri, deviato prima dalla suola di Maldonado -piuttosto in ombra il regista ecuadoriano, rispetto ad altre gare decisive- poi dalla punta delle dita di Tosi, che compie una prodezza mettendo il pallone in calcio d'angolo. Fra il fantasista napoletano e l'estremo ospite il duello continua al 72° con un'altra conclusione da fuori, bloccata a terra, e poi all'80° quando la palla esce alla sinistra dei pali vicentini. Gerthoux si fa notare per l'avvio di un contropiede ma anche per una svista in ripiegamento che lascia campo libero agli avversari. In alleggerimento, Odogwu mette alto di testa e su azione da corner Cuomo viene trattenuto da Bigolin, che gli impedisce di saltare: Sfira lascia correre, le perplessità sono ancora sul tavolo.
Le contestazioni bipartisan all'arbitro raggiungono il culmine da parte clodiense quando il direttore di gara punisce severamente con il secondo cartellino giallo un altro intervento di Ballarin ai danni di Odogwu: azione simile alla precedente, con il possente centravanti che si libera del pallone e Ballarin frana addosso, ma manca ogni presupposto di cattiveria o decisività -il gioco ormai era lontano- tale da far propendere l'accorrente Sfira (accorrente nel senso che non era vicino all'azione) a mettere mano al fischietto e al cartellino rosso. Ancora una volta Clodiense in dieci nel finale, pronta a fare le barricate per strappare il punto che avrebbe sicuramente meritato.
Il match in effetti pare incanalato alla divisione della posta, ma il presentimento è dietro l'angolo: come peggio non si poteva, la punizione arzignanese di Vanzan è uno spiovente innocuo, ma Camerlengo ci mette del suo respingengola di pugno a centro area, senza poi riprendere il campanile. La sfera impazzita raggiunge i piedi del difensore ospite Ferri, fin lì non certo tra i migliori, che trova il pertugio di potenza per infilare la porta a metà strada fra Martino e Djurić che la presidiano sulla linea. Esultano i tanti tifosi gialloazzurri, si mastica amaro dagli spalti di casa. L'ultimo ad arrendersi è Nappello, che per poco non pareggia subito i conti su punizione da 25 metri destinata sotto la traversa: un colpo di reni di Tosi dice no, al resto ci pensano i difensori di Di Donato a mettere la palla in tribuna appena possono, per contrastare l'intensità dell'impeto chioggiotto, a testa bassa.
Entra anche Cinque per la furia finale, ma i quattro minuti di recupero fruttano solo angoli in serie e "falli di confusione" in mezzo all'area. Il risultato bugiardo si materializza fra le proteste dell'allenatore in seconda Rizzi verso l'arbitro Sfira e la gioia dell'Arzignano che va a salutare i propri sostenitori: «Era la gara più difficile», ha ammesso il tecnico che ha giocato in serie A con Palermo e Siena. E bisogna dargli ragione, anche se in mano la Clodiense stringe un pugno di mosche, condannata dalle concause imponderabili, di matrice propria o di terzi che siano. Ma giocando così la salvezza non è un miraggio, a cominciare da domenica prossima nel gelo altoatesino di Sankt Georgen: da Brunico passerà anche il confine del campionato per la coda della graduatoria, dove sono invischiate entrambe le squadre.

Dal canto suo Mario Vittadello lascia spazio in sala stampa al presidente Ivano Bielo, che si dice sicuro del fatto che il successo avrebbe dovuto arridere alla sua squadra, per numero di occasioni create a fronte di quelle subìte, e chiama in causa l'arbitraggio per i non pochi episodi borderline. Non è d'accordo Luca Ferri, goleador di giornata, che si tiene stretti i tre punti (a un certo punto insperati?) per rimanere aggrappati al treno di Adriese e Campodarsego, vittoriose entrambe: «Penso che il risultato sia giusto», ha detto il difensore gialloazzurro.

Non la pensa così l'altro realizzatore, Marco Djurić: «In settimana lavoriamo sulle palle inattive perché diventano fondamentali in un campionato come questo». Ecco, tra le cose buone da mettere via dopo questo incontro c'è il secondo goal consecutivo nato su schema da fermo: se si pensa che fino a poche settimane fa la Clodiense non sfruttava corner né punizioni, non tirava da fuori area e raramente si rendeva pericolosa anche dall'interno, la metamorfosi operata da Vittadello e dal mercato è lì a dimostrare che non tutto è perduto.


Le pagelle dei granata:

Camerlengo 5: spiace per la serietà del ragazzo e per le sue doti oltremodo dimostrate lungo il campionato, ma contro l'Arzignano due uscite avventate e "ventose" hanno rischiato un rigore e concesso la rete del k.o., a vanificare la bella parata su conclusione ravvicinata di Odogwu nel primo tempo. Si rifarà prestissimo, già domenica in Südtirol.

Martino 6: Forte è un brutto cliente, Fracaro idem. Pietro limita le avanzate e tampona le rare falle nei paraggi, servendo a mo' di trattore Acampora per un contropiede che poteva essere micidiale.

Granziera 6.5: di testa ci arriva spesso, prova anche a costruire e a proiettarsi. Prova diligente, ma che acquista qualità considerato lo spessore dei rivali di giornata.

Ballarin 5.5: vale il discorso di altre domeniche. Molto spesso le prende lui, in anticipo e con senso della posizione che tutti gli riconoscono. Ma c'è quasi sempre un'occasione in cui induce gli arbitri a estrarre il cartellino, lasciando la squadra in dieci e senza di lui la domenica dopo. Anche se il secondo fallo, francamente, non era da punire col giallo. Magari anche per lui un goal segnato spazzerà tutto.

Acampora 7: nonostante la prodezza di Valenti sia iniziata dalla sua parte e finita in rete, il 17enne napoletano si conferma sempre più sorprendente, giocando con grande maturità sia quando si è trattato di stringere al centro, che di anticipare da terzino di fascia, che di prodursi in contropiede e traversoni. La nota più bella della giornata granata.

Djurić 7: la sua più bella partita con la maglia lagunare, un goal prezioso dedicato al suo amore in tribuna e tanta sostanza a metà campo, sia da mezzala che davanti la difesa. I virtuosi gialloazzurri non passano ed è tanto merito suo, anche se all'arbitro Sfira non sfugge mai l'occasione per ammonirlo: Marco gioca di fisico ed è penalizzato più di altri.

Cuomo 7: tempestivo in recupero, preciso nei lanci, supporta le due fasi senza sbavature e mettendo ordine. Prova anche questa settimana a far male davanti, ma Bigolin lo trattiene mentre sta per saltare a pochi metri dalla porta: intervento che lascia più di un dubbio. Ma anche la certezza che domenica prossima, in difesa o a centrocampo, risponderà ancora e sempre: presente!

Farinazzo 5.5: il modulo arioso lo costringe a coprire una vasta zona di campo, arrivando con difficoltà in fondo e soprattutto alla conclusione. Peccato, perché seppur utile il suo apporto viene a sfarinarsi nelle virtù conclamate: l'uso chirurgico del sinistro, il senso della porta, il dialogo stretto. Si può pronosticare che in Alto Adige sarà la sua partita.

Nappello 7: canta e porta la croce, come spesso si è visto durante il torneo. Ingaggia un duello col portiere arzignanese Tosi, vinto da quest'ultimo che gli ha parato una punizione con colpo di reni e una conclusione da fuori, deviata dalla suola di Maldonado e indirizzata nel sacco. Bello il filtrante per Fioretti nel primo tempo, ma appena lungo. Senza di lui è un'altra Clodiense.

Luca Bullo 5.5: come per Farinazzo, i compiti di retrovia lo limitano nello sprigionare le ben note qualità di palleggio e di dialogo coi compagni dell'attacco. Così arriva raramente vicino alla porta, dove sa come far male. È il primo a essere sostituito, per il debutto del quasi coetaneo Gerthoux: eppure il "soldatino" Luca gioca già con la saggezza di un capitano navigato. (Gerthoux 6: ha l'attenuante dell'esordio, ma liscia un paio di palloni che avrebbero potuto trasformarsi in contropiede verminosi. Uno ne innesca anche lui, verso il proprio attacco, poi fatica a trovare posizione nel finale e a ricevere palloni giocabili: da rivedere in ulteriori contesti)

Fioretti 6.5: combatte su ogni pallone, viene a prenderseli anche nella propria metà campo, è il primo a dare fastidio a Maldonado quando quest'ultimi si accinge a costruire l'azione per l'Arzignano. Una punta completa, che svaria ma che cerca la porta: arriva con un attimo di ritardo sul tracciante (comunque un po' lungo) di Nappello nel primo tempo, poi nella ripresa sparisce un po'. Lo si era visto bene assieme a Cinque contro il San Donà, chissà che non ci sia occasione di ripetere l'esperimento. (Cinque s.v.)

Vittadello 7: prepara una partita di notevole intensità atletica, con un camaleontico 4-2-3-1 capace di diventare 4-3-3 a seconda della posizione di Nappello. Continua a vincere la scommessa su Acampora (oltre a quella, più "facile" da preconizzare, su Martino) e davanti ha diverse frecce di gioco per creare pericoli e tirare finalmente in porta: non ultima, le palle inattive che hanno fruttato due reti in una settimana. Non essendo venuto in sala stampa, non gli si è potuto chiedere come mai Cinque abbia giocato solo i minuti della sua carta d'identità.

Arzignano Valchiampo: Tosi 7, Spaltro 6.5, Bigolin 6.5, Ferri 6, Vanzan 6.5, Maldonado 6, Hoxha 5.5, Valenti 7, Odogwu 6, Pllumbaj 5.5, Forte 6 (Fracaro 6, Burato s.v.)

l'arbitro Sfira 5: determina la partita, non solo con l'affrettata espulsione di Ballarin (almeno per quanto riguarda il secondo cartellino), ma anche per due possibili rigori non dati -uno per parte- e per la disparità di trattamento in alcuni falli. Su tutto, una certa distanza materiale dal vivo dell'azione, specie sul finire: mancanza di energie atletiche o abitudine negativa?

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