La Clodiense come la tela di Penelope, disfa la settimana successiva ciò che crea in quella precedente. Così non va avanti, ma più per colpa di un arbitraggio folle che non per l’avversario di turno, la Virtus Bolzano. Erano anni che a Chioggia non si vedeva uno come Costantino Cardella da Torre del Greco: 3 espulsi granata, tutti centrocampisti e due per proteste, in una partita che resterà a lungo nella memoria per la sostanziale iniquità di ogni decisione arbitrale. Cardella è stato contestato da pubblico e dirigenti lagunari, e ha vanificato lo strenuo tentativo della Clodiense di essere più forti delle sue nequizie: Bolzano più quadrato nel gioco, ma prima della decimazione granata per mano arbitrale non aveva quasi tirato in porta (il goal di Barilli arriva solo all'88° con i chioggiotti in 9). Il presidente Ivano Bielo ha deciso per il silenzio stampa, anche se Baccolo era arrivato comunque ai microfoni prima del provvedimento.
La squadra lagunare ha affrontato la Virtus Bolzano con alcune novità di formazione: ceduti Abrefah al Montebelluna (oggi l’esordio), Pelizzer nuovo centrocampista del Campodarsego e Pregnolato già in campo al Levico, oltre ad Arvia e Scandilori, mister Vittadello ha dovuto far fronte anche alla squalifica di Martino e al perdurare dell'infortunio di Bagarolo. Questo lo schieramento iniziale: Camerlengo in porta, Granziera Ballarin Cuomo Acampora in difesa, Djurić Baccolo e Nappello a centrocampo, Farinazzo Cecconello e Luca Bullo in attacco. In panchina molti giovani del vivaio: Grego, Pupa, Nicola Bullo, Ranzato, Olivato, Tocco, Erman, Bellemo e Barone. Bolzano messo in campo dal tecnico-scrittore Alfredo Sebastiani con Tenderini, Menghin, Davi, Kaptina, Kiem, Pinton, Koni, Bounou, Bacher, Cremonini, Matteo Timpone. Di riserva Weiss, Al Salih, Barilli, Antonio Timpone, Forti, Masini, Pfeifer, Balzanà, Guerra. Spettatori 150 circa, sotto un cielo imbronciato e con aria fresca.
Primo tempo bloccato tra una Clodiense in emergenza, grigia e vocata al contropiede, e una Virtus propositiva che prende possesso della metà campo avversaria, "fa" la partita ma risulta inconcludente. Al 5° ottimo break di Baccolo che recupera palla al limite della propria area e rilancia l'azione offensiva in contropiede, un minuto dopo errore di Ballarin che favorisce Bacher, anticipato da Camerlengo in uscita. Il primo tiro degno di questo nome si vede al 36° quando l’altoatesino Matteo Timpone rientra sul sinistro e calcia, la palla finisce alta. Al 43° un cross di Bacher da sinistra, ancora Timpone si aggiusta il pallone e calcia da distanza ravvicinata, Acampora (il migliore fra i chioggiotti) devia sulla rete esterna. Cardella aveva già avuto modo di esercitare la sua intemperanza riprendendo Nappello reo, secondo la giacchetta gialla, di aver colpito di mano e non invece di petto, come però è accaduto.
Inizia la ripresa con Barone per uno spento Cecconello: dopo alcune prestazioni positive, oggi non era la giornata per uno come Mattia. Già dopo tre minuti, tuttavia, Barone viene ammonito da Cardella: ma non è niente in confronto a quanto accade al 50°, quando l’arbitro campano caccia dal campo Pietro Baccolo per una presunta manata in faccia a un avversario. Nello stupore generale l’arbitro cambia il corso del match, specie se si considera che Baccolo le mani in faccia le ha pure ricevute, senza un provvedimento analogo in casa biancorossa. E al 53° anche Ballarin finisce sul taccuino rovente per un fallo a centrocampo: Vittadello si cautela togliendo Bullo (opaca la sua prova) in luogo del positivo Erman, che assieme a Barone ha orchestrato i contropiede.
Clodiense in 10 ma pure capace di offendere, come al 59° quando Acampora crossa da sinistra, salta Farinazzo e colpisce di testa, la palla finisce tra le braccia del portiere Tenderini. Analoga azione un minuto dopo, più pericolosa, in casa bolzanina: Davi -tra i migliori dei suoi assieme a Cremonini- penetra a sinistra e crossa al centro, la palla salta Camerlengo e ballonzola pericolosamente vicino alla porta granata, liscia Timpone e liberano a fatica Acampora e poi Cuomo. Risponde la Clodiense che sfiora il goal al 63° con un tiro pazzesco di Djurić da centrocampo: il mediano pesarese vede Tenderini fuori dai pali e cerca di beffarlo con uno spiovente che termina la sua corsa sul paletto di sostegno esterno alla rete, meno di un metro e sarebbe stato goal.
Al 70° una punizione di Nappello dalla destra vede svettare Cuomo che colpisce di testa, la palla svicola di poco a lato e nega la prima gioia stagionale al forte difensore napoletano. Replica la Virtus con Cremonini che semina scompiglio in area partendo da sinistra, il numero 10 calcia sul primo palo che è coperto da Camerlengo, il quale mette in angolo. Ma al 75° inizia il tristo show di Cardella: il direttore di gara ammonisce Djurić per un fallo, il bolzanino Bounou che l’ha subìto e Nappello che era andato a chiedere ragione. La giacchetta gialla influisce malamente anche al 77°, quando Barone viene atterrato al limite dell’area o appena dentro: Cardella sorvola, non concedendo nemmeno il calcio di punizione.
Il capolavoro, si fa per dire, all’84°: Nappello viene scalciato, chiede un provvedimento e ne fa le spese lui, col secondo cartellino giallo per proteste e il rosso che gli vale la doccia anticipata. Lo stadio insorge, i dirigenti e la panchina non ci vogliono credere, c’è chi ricorda partite epiche dei decenni passati contro Mestrina o Donada, finite con l’arbitro assediato davanti agli spogliatoi dello stadio Ballarin: fatto sta che la Clodiense è in nove uomini e ora si fa davvero dura. All’86° prova il tiro Bounou ma Camerlengo si distende, pure se la palla esce autonomamente.
La frittata si compie all’88°: nel logico attacco ospite, schierato con il 4-2-4, Cremonini apre per il terzino Menghin, che crossa perfettamente in area, dove irrompe Barilli il quale anticipa Granziera e Djurić, insaccando al volo da pochi passi alle spalle di un incolpevole Camerlengo. È la mazzata per le speranze degli uomini di Vittadello, ma purtroppo non è la parola fine al “capolavoro” di Cardella, che al 90° completa il suo arbitraggio da incubo a seguito di un’azione controversa ancora una volta in area biancorossa contro Barone: Djurić protesta più forte e l’uomo in giallo tira fuori prima il cartellino dello stesso colore, poi il rosso per somma di ammonizioni, con punizione a favore dl Bolzano. Perde le staffe anche il dirigente Mirco Ferrara che segue Djurić fuori dal campo: la stessa sorte tocca subito dopo al bolzanino Davi, con Cardella ormai completamente nel pallone. Clodiense in otto uomini fino al fischio finale, quasi sotto silenzio di fronte alla bordata di fischi e di gestacci che accompagna Cardella all’uscita.
Impossibile parlare della partita sul piano tecnico, dice in sala stampa il presidente Ivano Bielo, e anche per questo l’allenatore Vittadello non ha potuto rilasciare dichiarazioni. Il numero uno della società però va coi piedi di piombo sul mercato: dopo l’addio di due centrocampisti e la defezione dei tre espulsi di oggi, a Porto Tolle sabato nell’anticipo dell’Immacolata il tecnico avrà il suo bel daffare a schierare un reparto decimato, dove solo Erman e l’adattato Cuomo possono dirsi a disposizione. Non appare improbabile l’arretramento di Luca Bullo in una posizione già ricoperta un anno fa con De Mozzi, oppure l’ennesimo adattamento di Pietro Martino, nella speranza che le voci di mercato non investano anche lui, dopo aver trovato finalmente una posizione ideale da terzino a tutta fascia. In entrata si parla di Rizzo, trequartista/mezzala già al Feltre, ma tutto è in fieri.
Per fortuna il Tamai e il Trento, che in classifica seguono la Clodiense nei bassifondi, non hanno vinto e la classifica davanti non si è mossa troppo, anche se perdere così fa male (specie per chi ricorda la beffa di Montebelluna più ancora che quella di Cartigliano). Baccolo non si spiega ancora l’accaduto: «Certo l’arbitraggio ha condizionato l’incontro, ma ci abbiamo messo del nostro, con un atteggiamento non determinato quando si trattava di prendere coraggio e calciare in porta, da tutte le posizioni». Dal canto suo l’allenatore ospite Sebastiani ricorda che anche la sua squadra fin qua ha subìto torti arbitrali, e che la Virtus ha meritato il successo per quanto ha fatto vedere in termini di gioco e possesso. Sarà, certo che una giornata e un arbitro così non si vedevano da tempo, e dalla memoria se ne andranno non certo presto: anche senza guardare la classifica.
Le pagelle dei granata
Camerlengo 6: sul goal non ha colpe, prima sventa un paio di conclusioni di Timpone e Cremonini.
Granziera 6: sorpreso sul goal, sbroglia bene altre situazioni in precedenza. L'inferiorità numerica si fa sentire anche in difesa.
Acampora 6.5: il giovane napoletano cresce di personalità, si riprende subito dopo i pochi errori e anche in 10 resta lucido e propositivo.
Ballarin 6: alterna il disbrigo di situazioni scabrose con esperienza e fisicità, a qualche errore che espone la retroguardia a rischi evitabili. Da capitano si fa sentire nei confronti del pessimo arbitro Cardella, che (strano, per il suo stesso metro) lo lascia in campo fino alla fine.
Cuomo 6: c'è in difesa, c'è sulle palle ferme d'attacco. E a Porto Tolle, probabilmente, ci dovrà essere pure a centrocampo. Imprescindibile, se nessuno lo vorrà vendere (con questi chiari di luna).
Djurić 6: la sua presenza fisicamente non può non essere notata, staziona sul centrodestra ma copre anche davanti la difesa, tentando sortite offensive specie di testa. Ci mette la gamba, fa valere le sue ragioni ma davanti al Cardella di oggi è costretto a uscire senza meritarlo.
Farinazzo 6: suoi i tentativi di contropiede, uno viene vanificato dal lancio troppo lungo di Nappello che avrebbe messo Marco da solo davanti a Tenderini. Ci prova anche di testa.
Baccolo 6: prima vittima dell'ordine di Cardella, l'ex Padova gioca davanti alla difesa rilanciando subito l'azione con verticale eleganza. Per primo fa il mea culpa in sala stampa: bisogna tirare di più, anche da fuori, e servire le punte meglio. Lui sa come si fa.
Cecconello 5: giornata no per il centravanti, che al solito lavoro oscuro non associa assistenza agli esterni d'attacco e raggiunge pochi palloni giocabili. Non ci si preoccupa, se è quello visto a Carlino.
Nappello 5.5: da uno come lui ci si aspetta sempre la giocata di fino, il lancio, il dribbling che cambia le sorti di una partita. Nella ormai acquisita posizione arretrata, contro la Virtus Bolzano ha inciso meno del solito, anche perché tartassato di falli. Ma chissà perché l'arbitro -che lo aveva preso di mira già nel primo tempo- caccia lui e non chi lo bastona.
Luca Bullo 5: il gioiellino del vivaio chioggiotto gira a vuoto, dopo tante partite di talento e goal. Troppo al largo rispetto alla manovra, deve tornare indietro per avere qualche pallone giocabile, senza dialogare troppo coi compagni nè tentare la sortita personale. Contro il Delta tornerà a centrocampo?
Barone 6.5: da solo tiene il peso dell'attacco lagunare per tutto il secondo tempo, quando lo stesso Farinazzo è costretto a ripiegare sulla fascia quando la squadra resta in dieci e poi in nove. Vincenzo lotta, apre varchi, tiene alta la squadra e prova a essere pericoloso: ma quando cade in area per l'ineffabile Cardella non è mai rigore. Strano però.
Erman 6.5: la miglior sua partita del girone, in una ripresa di sacrificio e resistenza. Thomas recupera palloni e li lancia in avanti, favorendo il contropiede. A Porto Tolle il centrocampo sarà imperniato su di lui, giocando così ce la può fare per bene.
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