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sabato 15 giugno 2019

DALLA NAZIONALE, MARCO SCARPA PENSA ALLA "SUA" UNION: «BENTORNATA, ORA SERVE APRIRE LA CURVA E COPRIRE LA TRIBUNA»

L'euforia che circonda l'ambiente calcistico cittadino in questi giorni è palpabile, e il doppio annuncio del ritorno del nome Union accanto alla Clodiense Chioggia Sottomarina ha rimesso in moto energie sopite, o meglio dimenticate. Non poteva rimanerne immune, da chioggiotto doc, anche Marco Scarpa, già attaccante della squadra locale e poi del Cittadella, oggi apprezzato collaboratore di Roberto Mancini nello staff tecnico della Nazionale italiana: ma soprattutto, ultimo allenatore in ordine di tempo a sedere sulla panchina dello stadio Ballarin in vigenza della precedente Union Clodiasottomarina. «Finalmente è arrivata la notizia che da anni aspettavamo in tanti - scrive Scarpa - l’Union è rinata. Da ultimo allenatore in ordine di tempo, e da tifoso sono contento. Era il 2010 quando allenavo l'Union e mi apprestavo a cominciare la seconda stagione, ma l'allora presidente Levantaci ahimè mi comunicò che non avrebbe più iscritto la squadra. Per mia fortuna, poco dopo, arrivò la grande chiamata della Nazionale, invece per l'Union sono stati 8 lunghi anni di assenza dai campionati: troppi».
Marco Scarpa valuta che «il presidente Ivano Bielo ha fatto un passo intelligente, in bocca al lupo che possa portare in alto l'Union rendendola una società all'avanguardia anche attraverso lo sviluppo sinergico del settore giovanile. Brava l'assessora Isabella Penzo. per essersi resa utile alla mediazione: ma ora non deve fermarsi, perché va sistemata la curva sud, che è la casa degli ultras, e la copertura necessaria della tribuna centrale». L'ex centravanti lagunare spende buone parole anche per gli ultras: «Hanno sempre fatto valere la loro identità, e si sono battuti per il riconoscimento della continuità storica della squadra, del nome, del logo e del colore granata. Ora mi aspetto che ritornino in massa, chiassosi e coloriti come sempre». Da parte di Scarpa, buona fortuna anche «all'amico allenatore Mario Vittadello, che in pratica mi succedette alla guida dell'Union dopo il vuoto di questi anni, e ai suoi collaboratori Dario Penzo e Ivano Rossetti, le cui responsabilità da chioggiotti ora aumenteranno. Ma con "l'Unione" d’intenti si potranno fare grandi cose. Bentornata Union!».

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