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domenica 24 marzo 2019

"UNA POLTRONA PER DUE" È DELLA CLODIENSE, CHE ESPUGNA TRENTO 3-0 E SI RILANCIA IN CHIAVE SALVEZZA

Il treno della salvezza, passato appena fuori dallo stadio Briamasco, accoglie a bordo la Clodiense Chioggia Sottomarina e lascia a piedi il Trento, per il quale ormai la permanenza in serie D (salvo miracoli sempre possibili) diventa un miraggio. Tre punti d’oro e meritati invece per i granata, artefici di una prova giudiziosa e cinica, capace di rischiare praticamente niente in difesa e abile ad allungarsi a fisarmonica: di Cinque con deviazione del difensore Sabato, poi Baccolo e Fioretti le reti lagunari, ma degna di menzione è anche la prova del rilanciato Luca Bullo, la cui progressione ha portato al vantaggio e ha costruito diverse situazioni pericolose. Complici i risultati dagli altri campi, i ragazzi di Vittadello scavalcano il Levico in classifica e si avvicinano a Sankt Georgen e San Donà, mettendo nel mirino la zona appena fuori dai playout in cui stazionano Belluno, Cartigliano e Chions. Domenica prossima allo stadio Ballarin scenderanno i friulani del Cjarlins Muzane, formazione imprevedibile e dotata di qualità: dar seguito alle ultime due vittorie è non solo necessario ma anche possibile.

Privo di Granziera squalificato, Vittadello schiera Camerlengo in porta, Martino Ballarin Cuomo Acampora in difesa, Djurić Erman Baccolo a centrocampo, Fioretti Cinque Bullo in attacco. Tra le riserve Motti, Pastorelli, Pupa, Nicola Bullo, Bagatti, Gerthoux, Nappello, Andrea Boscolo Anzoletti (un altro della nidiata 2001) e Farinazzo. Risponde il tecnico locale Loris Bodo con Barosi, Carella, Panariello, Sabato, Mureno, Furlan, Sanseverino, Trevisan -reduce dal torneo di Viareggio- quindi Baronio, Petrilli e Cristofoli. Una squadra abbastanza “anziana”, considerando anche la panchina con Guadagnin, Badjan, Zucchini, Bosio, Romagna, Paoli, Frulla, Ferraglia, Roveretto. Ha arbitrato Villa di Rimini sotto un cielo soleggiato e un clima quasi estivo, davanti a ben 700 spettatori invogliati anche dall’ingresso gratuito deciso dalla società trentina per la giornata: alcuni hanno seguito le fasi del match anche dalla terrazza del vicino museo scientifico MUSE.

Una prima mezz’ora soporifera e di basso livello, quasi a confermare il perché le due squadre stazionino da inizio campionato nei bassifondi. Anche la temperatura torrida ha le sue responsabilità per gli errori di misura, pare quasi una partita di fine stagione tra due squadre appagate ma la posta in palio è altissima. Il Trento è comunque più propositivo all’inizio mentre la Clodiense cerca di organizzarsi in contropiede. Nessun tiro in porta fino a poco prima del goal: una svirgolata di Djurić in difesa regala un corner sul quale il colpo di testa di Carella attraversa tutta l’area prima di spegnersi, mentre poco dopo Bullo serve Cinque di prima, il tiro al volo di sinistro è un po’ scoordinato e la palla esce.
Al 33° un errore del Trento in attacco spiana la strada a Luca Bullo che si invola lungo l’out sinistro, supera due avversari in velocità e mette in mezzo per Cinque, che si aggiusta il pallone e calcia un efficace sinistro verso la porta: la palla incoccia lo stinco di Sabato e diventa imparabile per Barosi. Uno a zero, e la Clodiense prova a battere il ferro finché è caldo con Fioretti che tira bene sempre col mancino sugli sviluppi di una punizione in zona offensiva, si distende a terra l’estremo di casa e blocca. Il primo tempo si conclude col meritato vantaggio dei chioggiotti, che hanno saputo sfruttare una delle due sole occasioni prodotte dai ventidue in campo.
La ripresa parte senza cambi, e al 49° Djurić -anche oggi ubiquo- serve un bijou in profondità a Bullo, che però controlla approssimativamente e l'occasione sfuma. Il Trento cerca di imbastire le contromosse con tre azioni avvolgenti che si concludono però in fuorigioco, i tifosi gialloblu si spazientiscono e cominciano a contestare apertamente la squadra, nonostante l’ingresso di tutti gli attaccanti a disposizione di Bodo. Un altro contropiede per poco non porta i granata al raddoppio, ma Fioretti, Erman e Baccolo non concretizzano, e poi ancora con Fioretti che non approfitta del tentennamento di Barosi. Ancora una chance per il Trento da corner (Panariello, alto) e al 75° il raddoppio lagunare: punizione di Erman dalla destra, colpo di testa perentorio di Cuomo, para come può Barosi e sulla ribattuta Baccolo realizza.
La partita è in discesa per la squadra di Vittadello, che sostituisce un rinfrancante Bullo per Bagatti, allo scopo di rafforzare la diga di centrocampo, già chirurgica nel blindare la difesa che non va mai in affanno. L’unica recriminazione del match per il Trento arriva all’85° quando Ballarin tocca di mano in area, ma l’arbitro Villa lascia correre; e tre minuti dopo arriva ancora una rete per gli ospiti, con Acampora che prolunga un rinvio di Camerlengo, Fioretti si lancia centralmente nello spazio tra i due centrali trentini e fa secco Barosi in uscita con un rasoterra puntuale. Non è finita, perché al 90° ancora Fioretti e Cinque in dialogo delizioso preparano la tavola per il neoentrato Nappello che però si allarga troppo la prospettiva.

Villa fischia e la felicità granata fa da contraltare al plumbeo ambiente di casa. In sala stampa, mister Bodo confida nelle ultime sei giornate e impreca contro la sfortuna dell’autogoal di Sabato, mentre Vittadello elogia la prestazione dei suoi, rivendicando il cambio di fascia tra Fioretti e Bullo quale una delle chiavi tattiche che hanno portato alla vittoria. Il bomber Lorenzo Cinque, simpaticamente scherzato dallo stesso Vittadello, vede come non impossibile il raggiungimento della salvezza diretta, senza passare dalle forche dei playout: dopo il Cjarlins bisognerà andare a casa del Bolzano lanciato verso i playoff, poi il Delta in casa e l’Este fuori, infine commiato dallo stadio Ballarin contro il Chions e dalla regular season a Feltre. Due vittorie consecutive, e ottenute senza rischiare praticamente mai, sono un ottimo biglietto da visita per il rush finale.

Le pagelle dei granata:

Camerlengo s.v.: praticamente mai chiamato in causa, sbroglia qualche corner allontanando la palla, il più delle volte accartocciandosi in presa. Grazie alla sua difesa è stato spettatore felicemente non pagante, nella giornata del tutti gratis.

Martino 6: le consegne erano di presidio e non di assalto, in un 4-3-3 dove uno sbilanciamento avrebbe potuto costare caro. Perciò reprime qualche impeto e spazza tutto quello che c'è da spazzare nella diagonale difensiva, con anticipo e tempismo.

Ballarin 6: ordinato e sereno, con i colleghi di retroguardia mette in piedi una cerniera impenetrabile (due partite consecutive senza goal o forse nemmeno azioni al passivo). Unico neo, un fallo di mano in area non ravvisato dall'arbitro, sul finire del match.

Cuomo 6.5: nel primo tempo libera l'area da una situazione scabrosa, nel secondo salta in alto e con potenza costringe Barosi a ribattere la sfera sui piedi di Baccolo. Prima e dopo, tanta sicurezza difensiva, da punto fermo di questa squadra.

Acampora 6: c'è anche la sua firma nel successo, con la sventagliata che correggendo un rinvio del portiere apre il gioco per la lucida lettura di Fioretti nel 3-0. Come per Martino, il modulo a 4 ne limita le incursioni, ma dietro non soffre.

Djurić 6.5: ormai le sue buone prove non fanno notizia, e anche se non sono state necessarie le scintille della settimana precedente il suo lo fa sempre e anche di più, recuperando palloni, giocandoli con profitto e mettendosi là dove serve. Pilastro.

Erman 6.5: dai suoi piedi partono calci da fermo decisivi e lanci smarcanti, e anche stavolta non manca il suo contributo in fase difensiva. Molto importante il pressing operato sui portatori di palla avversari, già nella loro trequarti. Regista e non solo.

Baccolo 6: fino al goal si era visto poco, oscillando tra il ruolo di interno e il supporto dietro le punte. È il primo a fiondarsi sulla palla vagante dopo la difficile respinta di Barosi, e quasi entra in porta con tutto se stesso. Nel finale di campionato sarà prezioso. (Nappello 6: entra per portare il contributo di tecnica e fantasia, è sempre arduo rinunciare a un giocatore del genere. Si vede che ha voglia di dare tutto e prova la via della rete)

Fioretti 6.5: l'Eto'o di Vittadello parte largo a sinistra ma ben presto cambia fascia, dando battaglia contro i difensori, aprendo spazi e suggerendo triangoli. Alla fine della partita raccoglie la meritata gioia personale inserendosi con intelligenza fra gli svagati centrali.

Cinque 6.5: le sue caviglie alla fine dei 90 minuti dicono tutto delle botte prese e dei calci di punizione conquistati. Ma soprattutto è l'autore del goal che cambia il match, per quanto deviata la palla era indirizzata verso la rete. Vede la porta, torna a prendersi il pallone anche a centrocampo e cerca gli scambi, cosa volere di più?

Luca Bullo 7: al rientro dal primo minuto dopo traversie muscolari e variazioni tattiche, mostra di nuovo ciò che sa fare partendo in progressione e controllando la sfera da veterano. Il goal di Cinque è anche suo, e per tutto il match è una spina costante nel fianco trentino. Bentornato "motorella"! (Bagatti 6: partecipa alla tenuta finale senza sbavature e con diligenza)

Vittadello 6.5: sua naturalmente l'intuizione del rilancio di Bullo, così come lo scambio di posizioni con Fioretti. Giocare a quattro dietro (senza avvalersi del ricambio testuale di Pastorelli per Granziera) e inserire un centrocampista in più ha dato spazio alle punte di giocare con più libertà, e ai difensori -specie esterni- di centellinare i propri compiti: missione riuscita. Ora c'è anche da non posporre il patrimonio di qualità e di goal depositato ultimamente in panchina.

Trento: Barosi 5.5, Carella 5, Panariello 5, Sabato 4.5, Mureno 5, Furlan 5, Sanseverino 5, Trevisan 5.5, Baronio 5, Petrilli 5, Cristofoli 6. (Badjan 5, Frulla 5, Bosio 5, Roveretto 5.5)

l'arbitro Villa 5.5: decide giusto sulle ammonizioni, i fuorigioco e il ritmo non spezzettato del match, anche se c'era il rigore a favore del Trento per fallo di mano di Ballarin.

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