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sabato 6 luglio 2019

"IL BELLO NON È RITROVARSI, È NON ESSERSI MAI PERSI VERAMENTE": LA FESTA ULTRÀ DELLA CURVA SUD CON LE GLORIE DELL'UNION

Hanno atteso otto anni, gli ultras della curva sud Franco de Paolis, per gridare di nuovo la loro voglia di Union dalle tribune di un campo sportivo. E poco importa se si tratta solo di calcio a 5, e del torneo da loro organizzato venerdì sera agli impianti della Sirenella con le glorie del passato, che sarebbe ingeneroso definire "vecchie" anche considerando alcune età: in calzoncini da gioco sono scesi i "mitici" della serie D riconquistata nel 1985 (nomi tramandati da generazioni di ultrà), gli "eroi" dell'Appiani capaci di conseguire la coppa Veneto nel 1997, mentre -gran contenti di ritrovarsi al tavolo del pesce- hanno ricevuto benemerenze le "leggende" del quinto posto in serie C, anno 1974-75.

Da Savona è arrivato Claudio Onofri, poi indimenticato libero e allenatore del Genoa, dal Trevigiano ecco Francesco Casagrande e Livio Pin, anche loro protagonisti in serie A; meno strada hanno fatto i profeti locali come Franco Cerilli, Giorgio Boscolo, Corrado Penzo, Marco Scarpa ed Emanuel Rizzi, tutti atleti che hanno avuto da dire nel calcio che conta. E con loro, a ricevere i meritati attestati, anche Marco de Paolis (figlio del grande presidente scomparso, tra i "salvatori" del calcio a Chioggia e al quale s'intesta la curva) e il decano dei giornalisti sportivi della città, Adolfo Pagan, ancora oggi ogni domenica in tribuna stampa allo stadio Ballarin.

Cominciato nel tardo pomeriggio con i match di calcio-hockey e di calcio a 5 tra formazioni con atleti locali special olympics, il giorno della curva sud è andato ben oltre l'esito del quadrangolare, le cui sorti sono state seguite soprattutto da chi stava assiepato attorno alla rete che protegge il terreno di gioco.
Fin da quando era ancora luce sono stati centinaia i fedelissimi della gradinata adiacente al cimitero ad accorrere in massa al richiamo, tanto che presto sono andate a ruba le bellissime magliette celebrative dell'evento (ovviamente granata, e col numero 71 dell'anno di fondazione in vista) e le scorte di birra. Presto si sono levati al cielo i cori repressi per tante stagioni agonistiche mancate, cori che hanno accolto trionfalmente anche il presidente dell'Union Clodiense Ivano Bielo, salutato dal "muro" granata a seppellire definitivamente le incomprensioni del passato.
E i fumogeni, quelli che «ci profumano anche l'aria» nel celebre canto che parafrasa "L'albero di trenta piani" di Celentano, hanno invaso di colore e calore la tribuna, ben consapevoli i tifosi che al Ballarin e in trasferta le leggi attuali non permettono di accenderli durante le gare del prossimo campionato (inizio: domenica 1° settembre).
Una iniziativa dunque assai riuscita, che da un lato ha riconnesso il cuore pulsante della passione calcistica cittadina con gli esponenti più fulgidi della propria storia, dall'altro -grazie all'associazione XXIII Dicembre- si è resa anche utile a raccogliere fondi per i progetti di solidarietà legati alle associazioni Me Supero, Union calcio a 5 e Insuperabili. Ma l'aspetto più importante sta tutto nello striscione srotolato in faccia al lungomare per buona parte del match: "Il bello non è ritrovarsi, è non essersi mai persi veramente".

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