«Ci si vede a Feltre», lasciano intendere le poche immagini residue dalla conferenza stampa di Mario Vittadello a pochi minuti dalla vittoria sofferta e importante dell’Union Clodiense contro il forte Este, ieri allo stadio Ballarin e già proiettato alla prossima trasferta di sabato. Ma nemmeno un minuto dopo la stretta di mano con i cronisti, l’allenatore granata torna indietro ad annunciare le proprie dimissioni, dovute a «incomprensioni con chi decide»: non si tratta, purtroppo, di uno scherzo.
Il fulmine a ciel sereno lascia sgomenti gli stessi giocatori, ai quali la decisione è stata annunciata negli spogliatoi, oltre alla società che non si aspettava una mossa del genere: la giornata odierna, chissà, può essere quella del chiarimento, e la dirigenza stessa non rilascia dichiarazioni prima di conoscere i motivi che hanno portato il tecnico vicentino al passo drastico. Certo nessuno si sarebbe aspettato che una domenica di gloria, dopo una prestazione positiva e i tre punti, potesse finire così, e considerando anche l’anticipo di sabato al campo feltrino di Pedavena da preparare con i congrui allenamenti già da domani.
In tal senso vale ricordare che se Vittadello ha almeno un merito, almeno uno, è nell’aver cementato il gruppo nel girone di ritorno della scorsa stagione, portando la squadra a un’incredibile salvezza diretta e a trattenere in città anche per quest’anno atleti di valore che pure avevano numerose richieste: non è un caso se ieri pomeriggio, all’apprendere la notizia, un giocatore tra i “big” si è lasciato andare a un commento sconsolato, ovvero «se va via Vittadello, vado via anch’io».
E tenendo conto che il mercato della serie D è ancora attivo, l’ipotesi è da scongiurare, in una società che per funzionare abbisogna che tutti (presidente, direttore sportivo, staff tecnico e medico, giocatori, tifosi) facciano la propria parte senza svicolare in quelle altrui. Feltre peraltro rappresenta la prima partita disputata dall’allora Clodiense allenata da Vittadello, e anche quella della salvezza agguantata a quindici minuti dalla fine lo scorso maggio, con il pareggio segnato da Pietro Martino.
Proprio l’eclettico modenese è il trait d’union per parlare finalmente della partita, che i granata hanno fatto propria grazie al primo goal del nuovo corso per Gustavo Ferretti e appunto alla staffilata del numero 7: entrambi i goal poco dopo la mezz’ora del primo tempo, a ribaltare il vantaggio euganeo siglato da Segalina di testa (ma con lo spettro di una spinta a Ostojić da parte del marcatore). L’Este aveva messo in difficoltà i lagunari lungo le due fasce, ma la difesa pilotata da Ballarin era assestata e ha contenuto la spinta avversaria nonostante le assenze di Djurić e Marangon, con Cuomo in panchina dopo l’infortunio.
Molto bene anche i cambi di fronte, con Baccolo a sventagliare, Erman a farsi in due, Gerthoux e i suoi strappi in velocità, la saggezza tattica di Tattini al servizio del “Rulo” Ferretti, che dopo aver mancato un goal fatto, nella classica azione da “rigore in movimento”, ha finalmente bagnato il suo secondo esordio allo stadio Ballarin girando in rete un cross basso del partner d’attacco già ai tempi dell’Imolese. Il tempo di mettere la palla al centro e Martino avanza per calciare dal limite, una botta di collo pieno che si insacca alle spalle del portiere Piras.
Esplode la gioia della curva De Paolis, nella ripresa i cambi qualitativi dell’Este mettono pressione ma il portiere Giacomo Boscolo se la cava sempre egregiamente, sfoderando un grande intervento sulla punizione -potente ma centrale- di Forte. Negli ultimi minuti entra anche Cuomo per puntellare il bunker fino al fischio finale, e i tre punti festeggiati all’unisono dalla squadra e dalla tifoseria con il coro-mantra di queste settimane: a raccogliere e scambiare applausi c’era anche Mario Vittadello, e la sincera speranza di questa pagina è che possa esserci anche a Feltre e per tutto il campionato.
Le pagelle dei granata:
Boscolo Palo 7: plastico il suo tuffo per negare il goal alla punizione potente (ma centrale) di Forte, abile anche a rispondere coi piedi a Segalina, non di rado è chiamato all'anticipo e all'uscita, rispondendo sempre presente con la dote dell'essenzialità.
Granziera 6: non si mette molto in luce, dalla sua parte sfonda Fracaro ma non perde l'equilibrio proprio e del reparto, collaborando con Ballarin sulle palle alte e i rilanci. Meno protagonista in avanti rispetto ad altre volte. (Porcino 6.5: debutta cambiando tre o quattro ruoli in mezz'ora, offre a Perrotti un buon assist nel finale. Sarà molto utile di qui in avanti, sta già bene).
Ballarin 6.5: Segalina lo salta una volta sola, per il resto è il solito trattato di anticipi, letture dell'azione, lanci lunghi e consegna delle distanze. Al capitano si appellano i tifosi in questo momento interlocutorio.
Pastorelli 6: sfortunato a deviare il colpo di testa di Segalina che porta in vantaggio l'Este, perde un paio di palloni ma li recupera anche, e contribuisce a tenere lontani gli assalti ospiti mettendoci fisico e testa. Sfiora il goal a inizio partita.
Ostojić 6.5: concentrato e determinato contro i suoi ex compagni di squadra, che lo conoscevano per lo più quale terzino destro. Invece anche a sinistra copre e spinge con sempre maggior affidamento: un suo cross per Ferretti provoca la prima emozione del match.
Baccolo 6.5: svaria molto da destra a sinistra, dalla propria area a quella avversaria. Sventaglia cambi di gioco e produce strappi che mettono in difficoltà la difesa ospite, la quale si riduce alle maniere forti.
Erman 7: canta e porta la croce, lavora tantissimo dovendo sopperire anche ad alcune "anarchie" dei compagni. Un martello nel recupero dei palloni, un architetto nei calci da fermo: l'assenza di Djurić, per una volta, si sente meno anche grazie a lui. (Perrotti 6: fa vedere una bella cosa nell'unico pallone disponibile o quasi, sfiorando il goal di pura tecnica per pochissimi centimetri. Avrebbe bisogno di giocare di più).
Martino 7.5: è la sua partita, coprendo in momenti diversi tutta la fascia preferita e sganciando il goal del vantaggio da una posizione meno battuta come quella di interno sinistro. Fondamentali alcune soluzioni difensive e le sempre brillanti incursioni in progressione.
Gerthoux 6: velocissimo come al solito, sforna un paio di assist che avrebbero meritato miglior sorte. Conclude poco in proprio, e nella ripresa è in riserva (viene anche ripreso dal tecnico per alcune scelte nel cambio di fronte).
Tattini 6.5: si amministra con sapienza tattica e adattabilità, partendo al fianco di Ferretti per poi scegliere di coprire le spalle alle avanzate di Martino da destra. L'intesa "imolese" col Rulo porta al primo goal grazie al cross basso del "Tato". (Cuomo 6.5: meno male che Marco c'è, verrebbe da dire. Solo lui in panchina avrebbe potuto dare qualcosa di più alla diga e contemporaneamente rilanciare. Quando c'è, si vede. Quando non c'è, si sente che manca).
Ferretti 7: rieccolo, come l'avevamo lasciato. Anche se le avvisaglie, col "rigore in movimento" fallito al 18° (la palla gli è rimbalzata davanti) non sono state delle migliori: fa reparto da solo, porta a spasso i difensori con mobilità, e insacca da rapace d'area. Ci voleva.
Vittadello 6: limitandosi strettamente alla partita -senza commentare il dopo- non osa all'inizio lasciando Perrotti in panchina, quando magari un surplus di fantasia (essendo assente Marangon) sarebbe servito. I cambi hanno lasciato qua e là qualche malumore, ma chi è entrato ha fatto bene: e ha avuto coraggio nel mandare in campo Cuomo, anche grazie al parere del medico sociale. Ma questa Union Clodiense ha il suo spirito ed è fatta della sua stessa materia.
Este: Piras 6, Conforto 6, Addolori 6.5, Munaretto 6.5, Meneghini 6.5, Gilli 6.5, Fracaro 7, Pozza 6.5, Mortaro 6.5, Neto Pereira 6, Segalina 7 (Forte 6.5, Meneghetti 6, de Giorgio 6.5). L'allenatore Zanini 6.5.
l'arbitro Cappai 5.5: non ha troppo lavoro da sbrigare ma lascia perplessi almeno nell'occasione del goal padovano, quando Segalina spinge platealmente Ostojić sotto i suoi occhi, ma non interviene (e il numero 11 dell'Este segna). Lo stesso Segalina cade in area dopo un contatto con Martino al 90°, e anche in questo caso sorvola: forse sono episodi che si vedono solo alla moviola, ma in assenza di VAR servono occhi aperti.
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