Si diradano nubi e nebbie sopra la Clodiense Chioggia Sottomarina, con la risoluzione del presidente Ivano Bielo pronto a compiere un quarto di secolo da dirigente nel calcio, e 14 anni alla guida della squadra granata. Nonostante le voci e i silenzi delle settimane successive alla festa salvezza di Feltre, che ad alcuni avevano fatto temere un disimpegno, la società lagunare riparte dalle certezze: Mario Vittadello confermato allenatore, Roberto Tonicello direttore sportivo.
E pure nella rosa dei giocatori molte dovrebbero essere le conferme, anche per volontà degli stessi atleti, a meno di offerte irrinunciabili per categorie superiori o riavvicinamenti a casa: è dato per scontato che le "stelle" capaci di conseguire una salvezza miracolosa nello scorso girone di ritorno sono oggetto di logiche attenzioni da parte di qualche club più ambizioso.
Tra le difficoltà dei primi mesi, nel campionato conclusosi da venti giorni, c'era anche l'amalgama difficile tra 25 elementi tutti nuovi. Riparte anche il settore giovanile, che sabato sera in corso del Popolo ha partecipato alla Notte Gialla delle associazioni. E c'è attesa per conoscere in quale girone della serie D finirà la squadra, dal momento che le compagini veronesi salgono a 5 e difficilmente torneranno nel raggruppamento lombardo. Frattanto scadrà domenica prossima 2 giugno il sondaggio per votare il miglior giocatore granata della scorsa stagione, a questo link. E non c'è modo migliore per riavviare le macchine che guardare e riguardare tutti i goal che hano portato la Clodiense a giocarsi anche il prossimo campionato di serie D, oltre che quelli in coppa Italia e nelle amichevoli, nella videostagione su youtube (nei sottitoli, marcatore e partita).
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domenica 26 maggio 2019
venerdì 24 maggio 2019
DANIELE BOSCOLO MENEGUOLO, INGEGNERE DI SOTTOMARINA, È DA OGGI IL NUOVO PRESIDENTE DEL CALCIO PADOVA
Tanti anni fa, un ragazzino sgambettava dietro a un pallone al campo in sabbia battuta (e qualche ciuffo d’erba) della parrocchia della Navicella di Sottomarina. Oggi quel ragazzo ha 55 anni, è diventato ingegnere elettrotecnico, progetta e costruisce centrali idroelettriche in tutto il mondo e da stamattina è il nuovo presidente del Calcio Padova: l’investitura di Daniele Boscolo Meneguolo, già nel consiglio di amministrazione della gloriosa società biancoscudata recentemente retrocessa in Lega Pro, è avvenuta nel corso di una conferenza stampa alla sede nello stadio Euganeo, di pari passo all’ufficialità della cessione del pacchetto di maggioranza da Roberto Bonetto al finanziere franco-armeno Joseph Oughourlian.
Boscolo, amministratore delegato dell’impresa Sorgent.E -leader appunto nel settore delle energie rinnovabili- sarà affiancato dal vice Fabio Pinelli, che avrà la delega al potenziamento del settore giovanile, e dall’amministratrice Alessandra Bianchi. Obiettivo sancito dalla nuova proprietà (il fondo di Oughourlian controlla il 51% del Calcio Padova) è tornare in serie B entro tre anni, in rinnovamento nella continuità con la gestione Bonetto: ancora non sono stati definiti direttore sportivo e allenatore per la prossima stagione, ma il patron -che possiede anche il Millionarios in Colombia e il Lens in Francia- ha le idee chiare. «Non andiamo da alcuna parte senza la tifoseria e il sostegno degli imprenditori della città», ha detto Oughourlian, che vive a Londra e sarà a Padova quanto più possibile, compatibilmente con le altre società sportive del gruppo.
Oggi stesso la riunione del cda per rivedere le deleghe, e sarà la prima volta per Daniele Boscolo Meneguolo: classe 1964, “marinante” di famiglia ortolana ed estrazione cattolica, dopo la laurea all’ateneo patavino ha lavorato in Francia prima di co-fondare Sorgent.E, che conta diversi soci e opera in tutto il mondo. Grande appassionato di fotografia, un tema che l’ha messo in contatto proprio con la nuova proprietà biancoscudata. Boscolo, che è sposato e con tre figli, vive a Padova e ricorda sempre con affetto gli anni alla scuola elementare col maestro Mario Tornielli, padre del celebre giornalista Andrea, recente “Clodiense dell’Anno”: alle telecamere di Chioggia Azzurra, il neopresidente rivela la propria emozione controllata, affermando di portare anche in questo impegno sportivo i valori della sostenibilità aziendale, ambientale e umana, e preconizzando il prosieguo della fruttuosa partnership con la Clodiense Chioggia Sottomarina, alla quale lo scorso anno sono arrivati alcuni dei migliori frutti del vivaio padovano come Emanuele Acampora e Francesco Gerthoux. In bocca al lupo quindi, presidente Daniele!
la playlist video degli interventi:
Boscolo, amministratore delegato dell’impresa Sorgent.E -leader appunto nel settore delle energie rinnovabili- sarà affiancato dal vice Fabio Pinelli, che avrà la delega al potenziamento del settore giovanile, e dall’amministratrice Alessandra Bianchi. Obiettivo sancito dalla nuova proprietà (il fondo di Oughourlian controlla il 51% del Calcio Padova) è tornare in serie B entro tre anni, in rinnovamento nella continuità con la gestione Bonetto: ancora non sono stati definiti direttore sportivo e allenatore per la prossima stagione, ma il patron -che possiede anche il Millionarios in Colombia e il Lens in Francia- ha le idee chiare. «Non andiamo da alcuna parte senza la tifoseria e il sostegno degli imprenditori della città», ha detto Oughourlian, che vive a Londra e sarà a Padova quanto più possibile, compatibilmente con le altre società sportive del gruppo.
Oggi stesso la riunione del cda per rivedere le deleghe, e sarà la prima volta per Daniele Boscolo Meneguolo: classe 1964, “marinante” di famiglia ortolana ed estrazione cattolica, dopo la laurea all’ateneo patavino ha lavorato in Francia prima di co-fondare Sorgent.E, che conta diversi soci e opera in tutto il mondo. Grande appassionato di fotografia, un tema che l’ha messo in contatto proprio con la nuova proprietà biancoscudata. Boscolo, che è sposato e con tre figli, vive a Padova e ricorda sempre con affetto gli anni alla scuola elementare col maestro Mario Tornielli, padre del celebre giornalista Andrea, recente “Clodiense dell’Anno”: alle telecamere di Chioggia Azzurra, il neopresidente rivela la propria emozione controllata, affermando di portare anche in questo impegno sportivo i valori della sostenibilità aziendale, ambientale e umana, e preconizzando il prosieguo della fruttuosa partnership con la Clodiense Chioggia Sottomarina, alla quale lo scorso anno sono arrivati alcuni dei migliori frutti del vivaio padovano come Emanuele Acampora e Francesco Gerthoux. In bocca al lupo quindi, presidente Daniele!
la playlist video degli interventi:
domenica 19 maggio 2019
I GIOVANISSIMI DELLA CLODIENSE TRIONFANO NEL TRIANGOLARE "BALLARIN": 2-0 AL TORINO E 4-0 ALLA TRIESTINA
Una situazione meteorologica tutto sommato non compromessa ha accompagnato stamane la disputa del primo trofeo dedicato ad Aldo e Dino Ballarin e riservato alle formazioni Giovanissimi. A sfidarsi, sul terreno che porta il nome dei due fratelli calciatori chioggiotti scomparsi a Superga settant’anni fa assieme al Grande Torino, proprio la squadra piemontese e la Triestina, ovvero le due formazioni professionistiche dove ha militato Aldo, e i ragazzi locali della Clodiense che hanno vinto il triangolare battendo 2-0 il Toro con reti di Marco Ballarin e Matteo Scarpa, e 4-0 i giuliani con doppietta di Alessandro Ferrara, goal di Marco Ballarin e Davide Spagno.
Nel secondo incontro, il Torino ha prevalso sulla Triestina per 3-0: per l’occasione, ha vestito la maglia numero 7 del Toro il 12enne Luca Bovolenta, pronipote di Dino Ballarin. Al termine dell’incontro, dopo la consegna della coppa nelle mani del giovane capitano della Clodiense, la delegazione del Torino ha omaggiato la tomba di Aldo e Dino Ballarin nel vicino cimitero.
Nel secondo incontro, il Torino ha prevalso sulla Triestina per 3-0: per l’occasione, ha vestito la maglia numero 7 del Toro il 12enne Luca Bovolenta, pronipote di Dino Ballarin. Al termine dell’incontro, dopo la consegna della coppa nelle mani del giovane capitano della Clodiense, la delegazione del Torino ha omaggiato la tomba di Aldo e Dino Ballarin nel vicino cimitero.
sabato 18 maggio 2019
DOMENICA MATTINA ALLO STADIO BALLARIN IL TORNEO DEI GIOVANISSIMI FRA CLODIENSE, TORINO E TRIESTINA
Nonostante le difficili condizioni meteorologiche, con la previsione di pioggia, dovrebbe disputarsi domani mattina -domenica 19 maggio- dalle ore 9 allo stadio Aldo e Dino Ballarin il torneo triangolare di calcio fra le rappresentative Giovanissimi della Clodiense, del Torino Calcio e della Triestina, in memoria proprio dei due fratelli calciatori chioggiotti scomparsi assieme al Grande Torino nella tragedia di Superga settant'anni fa, il 4 maggio 1949. Torino e Triestina sono le due squadre professionistiche in cui ha militato Aldo Ballarin. L'incontro avrebbe dovuto disputarsi domenica 5 maggio, ma anche allora fu frenato dalle avversità meteorologiche. Continua intanto fino al 31 di questo mese, nella sala espositiva del Museo civico in campo Marconi a Chioggia, la mostra di cimeli granata curata dai nipoti Nicoletta Perini e Davide Bovolenta, mentre a ottobre le celebrazioni per i Ballarin saranno concluse dalla rappresentazione teatrale "Destino Superga" a cura della compagnia Les Très Bien.
giovedì 16 maggio 2019
IL PADOVA CALCIO AVRÀ UN PRESIDENTE DI SOTTOMARINA?
Un marinante al vertice del Calcio Padova. La notizia non è ancora ufficiale, ma molte fonti -tra cui il Mattino nell'edizione oggi in edicola- riporta come assai probabile l'ascesa di Daniele Boscolo Meneguolo, 55enne amministratore del gruppo Sorgent-e (leader mondiale nelle centrali idroelettriche e nelle energie rinnovabili, con 60 società collegate), alla presidenza dell'importante sodalizio biancoscudato, dai trascorsi in serie A e fresco di retrocessione in Lega Pro, la ex serie C. Meneguolo sarebbe elemento di fiducia di Joseph Ughurlian, finanziere francese di origine armena e nuovo azionista di maggioranza del club: quest'ultimo non intende assumere anche il ruolo di presidente, e pare orientato a investire su una figura di sua fiducia, per pianificare la risalita almeno in serie B. Come sarebbe appunto l'ingegnere di Sottomarina, che è già nel consiglio di amministrazione del Padova dal dicembre 2017 e inserito nell'ambiente societario: è stato proprio lui a favorire il contatto tra il nuovo patron e il precedente, Roberto Bonetto.
mercoledì 15 maggio 2019
A VALLI DI CHIOGGIA LA FUTSAL CUP DI CALCIO A 5, IN PROGRAMMA DAL 28 MAGGIO AL 9 GIUGNO. ISCRIZIONI FINO A GIOVEDÌ 23
Dal 28 maggio al 9 giugno, nella palestra Aldo e Dino Ballarin in via Pascolon a Valli di Chioggia, avrà luogo la Valli Futsal Cup, torneo di calcio a cinque giunto alla sua seconda edizione. Gli incontri saranno disputati sul parquet indoor dalle ore 20 alle ore 23, tutti i giorni dal lunedì al venerdì; le semifinali sono in programma sabato 8 giugno, le finali domenica 9. La quota d'iscrizione per ogni squadra è di 140 euro, e le iscrizioni sono possibili fino al 23 maggio; i sorteggi saranno effettuati il 24 maggio alle ore 21. Quanto ai premi, i vincitori otterranno 350 euro in buoni acquisto per materiale sportivo, più la coppa; per i secondi classificati, buoni per 250 euro, mentre 140 euro in buoni saranno appannaggio della squadra che arriverà terza. Previsti premi anche per il capocannoniere e per il miglior portiere. Per informazioni e iscrizioni, contattare Matteo al numero 349 3156477.
venerdì 10 maggio 2019
QUALE È STATO IL MIGLIOR GIOCATORE DELLA CLODIENSE 2018-2019? RISPONDETE AL SONDAGGIO DI CLODIENSE FAN CLUB
È arrivato il momento, al termine di questa stagione felicemente coronata con la salvezza all'ultimo tuffo, di scegliere il miglior giocatore della Clodiense Chioggia Sottomarina per l'anno 2018-2019. Per deciderlo, la pagina fb Clodiense Fan Club attraverso Chioggia Azzurra si affida al sondaggio anonimo di PollJunkie, nel quale è possibile indicare uno e un solo nome tra i 28 che compaiono in votazione. Lo scorso anno prevalse Andrea Delcarro (oggi all'Adriese) con il 37%, davanti a Marco Farinazzo con il 30%. Il sondaggio chiuderà domenica 2 giugno 2019.
CLICCA SUL LINK PER VOTARE
PS Ci scusiamo per l'errore "2017-2018" nel testo del sondaggio, ma in sede di formulazione -adottata per rimanere fedeli al modello dello scorso anno- pare non sia tecnicamente correggibile. Nella domanda iniziale compare la stagione corretta, 2018-2019.
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PS Ci scusiamo per l'errore "2017-2018" nel testo del sondaggio, ma in sede di formulazione -adottata per rimanere fedeli al modello dello scorso anno- pare non sia tecnicamente correggibile. Nella domanda iniziale compare la stagione corretta, 2018-2019.
domenica 5 maggio 2019
MIRACOLO SPORTIVO, LA CLODIENSE PAREGGIA A FELTRE E SI SALVA ALL’ULTIMA GIORNATA: ALLA FINE DEL GIRONE DI ANDATA ERA IN CODA DA SOLA
La Clodiense Chioggia Sottomarina è salva, e senza dover fare i playout. Un miracolo sportivo è accaduto nel girone di ritorno del campionato di serie D, e si è compiuto a Feltre dopo un’andata conclusa mestamente all’ultimo posto: la consapevolezza della propria forza e qualità, un gruppo nuovo andatosi cementando settimana dopo settimana grazie anche alla gestione dell’allenatore Vittadello, i risultati che cominciavano ad arrivare e la sfortuna che finalmente dava qualche tregua. Infine il prezioso pareggio contro i rossoverdi dell’Union, maturato nella ripresa grazie al goal di Martino, uno dei simboli di questa stagione con il suo eclettismo che l’ha portato a ricoprire quasi tutti i ruoli in campo. E prima della rete, tre pali incredibili e un rigore negato dall’arbitro Restaldo, nonostante la sua vicinanza alla nettissima trattenuta ai danni di Farinazzo. Il punteggio era ancora di 1-0 per i locali grazie alla magnifica punizione di Franchini, con l’apprensione granata di dover disputare uno spareggio suppletivo per non cadere nei playout.
Ma poi l’1-1 ha messo le cose a posto premiando una squadra e una società che non hanno smesso di crederci, e che ora possono serenamente pensare al prossimo anno senza ripetere i fisiologici errori dei mesi alle spalle. Foss’anche per non soffrire più fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata, come negli ultimi due anni: appresi i risultati dagli altri campi, gli spogliatoi dello stadio Zugni Tauro si sono trasformati in una bolgia di indumenti volanti, cori da curva e tanto attaccamento a questa piccola grande storia.
I lagunari si sono trovati di fronte sotto le Dolomiti un’avversaria molto forte (solo domenica scorsa aveva perso il treno per la promozione nel discusso finale di Levico), e occorreva dare un occhio a quanto stava avvenendo su ben altri 6 terreni di gioco. Scendono in campo dal primo minuto Camerlengo in porta, Martino e Granziera terzini, Ballarin e Cuomo difensori centrali, Djurić ed Erman a centrocampo, Luca Bullo e Gerthoux alle ali, Farinazzo e Fioretti in attacco. In panchina Grego, Pastorelli, Nicola Bullo, Andrea Anzoletti, Bagatti, Pupa, Vianello, Cinque, Nappello: gli ultimi due per onor di firma, anche se l’allenatore granata ammetterà a fine partita che il fantasista napoletano si stava svestendo per entrare in campo, nonostante fosse menomato, quando il punteggio era di 1-0, tanta la volontà di dare una mano.
Il tecnico locale Sandro Andreolla è privo della coppia centrale difensiva titolare Trevisan-Tobanelli oltre che di Madiotto, e sceglie l'ex Corasaniti, Gjoshi, Salvadori, Celestri, Raveane, Giacomazzi, Episcopo, l’altro ex Arvia, Crivaro, Pasi, Franchini. Tra i rincalzi Tognon, Cecini, Bordin, Roman, de Carli, Gusatto, Vettorel, de Paoli, il bomber Calì. Arbitra Gabriele Restaldo di Ivrea sotto la pioggia e con temperatura rigida attorno a 4 gradi, davanti a circa 300 spettatori. Le cime dei monti d’intorno sono imbiancate, il castello di Alboino sorveglia le tribune.
Al 3° minuto la prima incursione di Martino: cross basso, para Corasaniti a terra. Le due squadre si sfidano a colpi di calcio d’angolo, su uno svarione difensivo di Gerthoux è addirittura Farinazzo a stoppare il contropiede. Il San Donà passa in vantaggio a Cartigliano, il Feltre prende il sopravvento e passa al 14°, quando Franchini trasforma sotto il sette una splendida punizione di sinistro, dopo quella segnata all’andata a Chioggia. Il tiro da fermo è stato concesso per fallo di Ballarin su Crivaro ai venti metri.
Attacca la Clodiense: ennesimo traversone messo in mezzo da Martino al 17° e per poco non ci arriva Luca Bullo, schierato lungo il settore destro. Al 23° è Djurić, perfettamente ristabilito dopo due settimane di sofferenza, a liberarsi in bello stile e a tirare cadendo, la palla esce non di molto. Internet dice che il Tamai è passato in vantaggio a Bolzano e va a 38 punti, proprio come Clodiense, Levico, Cartigliano, San Donà… Granziera dalla sinistra mette in mezzo un cross sul quale si avventa al volo di testa Farinazzo, palla a lato. L’arbitro ammonisce Episcopo per fallo su Cuomo; un altro cross basso di Martino trova Farinazzo che non aggancia perché cade a terra, ma secondo Restaldo non è rigore.
La Clodiense prova a ristabilire la parità al 34° quando Fioretti, imbeccato da un assist del solito numero 2, si aggiusta la palla e calcia di prima, ma centrale: respinge Corasaniti. Sul contropiede dei padroni di casa, è Cuomo a sbrogliare una situazione scabrosa che stava ormai lambendo la difesa. L’Union Feltre conferma di non essere turista in gita sul proprio campo quando ancora il sinistro preciso e potente di Franchini impegna Camerlengo da fuori area: il portierone abruzzese mette in corner mentre il Cartigliano si riporta in parità contro il San Donà, inguaiandolo. Il tempo si chiude con una bella azione di Fioretti dalla fascia sinistra: la punta approfitta di un errore di Raveane e serve Bullo per il tap-in, ma il giovane chioggiotto spreca l’occasione.
A pochi minuti dal termine della prima frazione l’Adriese si porta in vantaggio sul Levico, per una serie di risultati che a metà partita vede Bolzano-Tamai 0-2, Trento-Belluno 0-0, Adriese-Levico 1-0, Union Feltre-Clodiense 1-0, Cartigliano-San Donà 1-1, Chions-Arzignano 1-0, Este-Sankt Georgen 0-1. La classifica provvisoria in coda reciterebbe Chions 42, Cartigliano 39 (salve entrambe), Tamai e Clodiense 38, Levico 37, Belluno, San Donà e Sankt Georgen 36. Quindi a 45 minuti dalla fine si profilerebbe uno spareggio col Tamai per salvarsi direttamente o fare i playout. Fatto sta che l'Union Feltre non sta cedendo, anche se l'Adriese è ancora seconda in classifica; manovra arruffata dei granata che hanno avuto un paio di buone occasioni con Fioretti e Bullo. Djurić, Martino e Cuomo sono i migliori nella compagine clodiense. Ma occorre dannatamente il goal del pareggio per scongiurare il rischio playout.
Vittadello si convince dell’opportunità di operare un cambio, rinunciando a un Bullo alla ricerca della posizione per inserire il quadrato Pastorelli, avanzando Cuomo davanti la difesa e Djurić di circa venti metri in avanti, sguinzagliandolo alle spalle delle punte. Il tuttocampista pesarese sfodera un’altra prova di spessore, tentando anche una rovesciata bella quanto comoda per il portiere avversario. E al 49° inizia la serie dei pali: proprio l’italo-bosniaco serve in profondità Gerthoux che sull’uscita di Corasaniti colpisce il montante destro, la palla rimbalza su Giacomazzi ed esce in angolo. Sul corner, sempre Djurić colpisce di testa e impegna il portiere ex granata. La Clodiense resta in attacco.
Ma i dolomitici non stanno a guardare: al 51° Pasi impegna Camerlengo che para usando hockeysticamente i piedi sul diagonale ravvicinato (nel contropiede che ne esce, l’onnipresente Djurić serve Fioretti sulla corsa che calcia a lato), al 58° è Crivaro sempre in diagonale a mettere paura all’estremo lagunare, che para in due tempi. “Tutto il girone minuto per minuto” dice che il Cartigliano si è portato avanti rispetto al San Donà, e che il Levico ha pareggiato ad Adria: stando così le cose, la Clodiense spareggerebbe col Levico, il Tamai sarebbe incredibilmente salvo subito e il San Donà cadrebbe in Eccellenza. Come poi è effettivamente avvenuto.
Gli uomini di Vittadello cercano di trovare le energie per venire a capo del match: Gerthoux si accentra e tira alto, Farinazzo calcia in modo angolato sulla sponda di Djurić, con parata di Corasaniti. Calì sostituisce Crivaro, ma è la Clodiense ad avere due occasioni di spessore con il gigante marchigiano che dà l’illusione della rete con un gran tiro da fuori, che però colpisce solo il palo di sostegno esterno alla rete. E sessanta secondi dopo la sfortuna diventa paradigma con la gran botta di Erman da fuori, ci arriva con la punta delle dita Corasaniti e spinge la palla sulla traversa: Clodiense sfortunata. Al 68° Martino attraversa tutto il campo dribblando due giocatori, serve Fioretti e la palla viene deviata in corner.
L’Adriese non ci sta e torna in vantaggio contro il Levico; il Cartigliano triplica lasciando sprofondare il San Donà mentre il Belluno passa a Trento: l’ammucchiata a 38 salverebbe il Tamai e rinvierebbe al barrage Clodiense e Belluno per evitare i playout. Ma a Feltre nel giro di un minuto cambia la partita: dapprima Restaldo nega il rigore a Farinazzo, pur essendo davanti all’azione, non riconoscendo lo strattone netto alla maglia e la caduta a terra provocata da Giacomazzi. Poi Cuomo serve Farinazzo, che vede Djurić: Episcopo lo anticipa ma serve Martino, il terzino entra in area, vince un contrasto e scarica un diagonale alto vincente pietrificando Corasaniti: con questo 1-1 i chioggiotti sarebbero salvi, festeggiamenti contenuti e desiderio di condurre la nave in porto. Ancora schermaglie nel finale, ma ad armi spuntate: Fioretti riceve da Gerthoux e impegna Corasaniti a terra, poi esordisce Matteo Vianello a rilevare Farinazzo. Il pubblico di casa fischia, la panchina ospite compulsa i risultati per essere sicura di avercela fatta (ai playout Belluno-Sankt Georgen e Tamai-Levico), la festa negli spogliatoi è tutta per gli atleti granata, nei giorni di Aldo e Dino Ballarin.
Al microfono di Chioggia Azzurra, il tecnico Vittadello elogia le virtù umane del gruppo e dedica la salvezza alla madre, signora Tina, scomparsa la mattina della trasferta a Bolzano e grande sostenitrice della Clodiense. «Più forti della sfortuna», afferma l’allenatore ricordando l’andata a Chions quale episodio tipico dell’annata, mentre il presidente Ivano Bielo parla di traguardo meritato e raggiunto sul campo: ancora è presto per parlare di conferme in panchina e nella rosa. Il goleador di giornata Pietro Martino ammette di aver avuto l’ansia di non farcela: «Un gruppo che non andrebbe sfaldato» è il mantra, ben sapendo che per alcuni sarà impossibile resistere alle giuste ambizioni. Il capitano Alberto Ballarin è consapevole che la squadra ha dato tutto: «I playout sarebbero stati un brutto colpo. E una rimonta così meriterebbe più persone sugli spalti». Magari, chissà, il prossimo anno: sempre, finalmente, ancora in serie D.
Le pagelle dei granata:
Camerlengo 7: sulla punizione perfetta di Franchini non può fare niente, ma gli dice di no in una seconda occasione da fuori (in movimento) e poi nella ripresa spegne le velleità di Pasi e Crivaro mettendoci anche i piedi. Una colonna della salvezza, più di qualche punto porta il suo nome.
Martino 7.5: presidente e allenatore si sono profusi pubblicamente in parole di ammirazione per questo 21enne che durante la stagione ha ricoperto almeno 6 ruoli con vari moduli, pur prediligendo sempre partire da dietro per arare il campo da terzino-mezzala come Cancelo e Maicon. Il goal, al pari di quello pesantissimo che diede la vittoria contro il Cartigliano, è storico.
Ballarin 6.5: suo il fallo che causa la punizione-goal dell’Union Feltre, ma sia in anticipo che di testa -e anche in proiezione offensiva- c’è dal primo all’ultimo minuto, senza quasi mai rischiare di incorrere in richiami arbitrali. Continuerà anche il prossimo anno, dopo un gran finale di campionato.
Cuomo 7: due volte è necessario il suo intervento risolutivo, due volte c’è. Senza contare le proiezioni sui corner, le linee di passaggio essenziali quando è chiamato ad assistere la regia nella ripresa, la sicurezza elegante nei contrasti e la tranquillità infusa ai compagni: a parere di chi scrive, il miglior giocatore stagionale della Clodiense per continuità ed efficacia. (Ma cosa ci fa ancora in serie D?)
Granziera 6: deve sostituire Acampora anche se è poco avvezzo a battere quella corsia (semmai quella opposta), sicché perde qualche pallone pericoloso ma contribuisce alla pressione offensiva con cross, assist e traversoni. Ma a destra e al centro rende meglio. Vittadello comunque lo sta facendo diventare un preziosissimo difensore completo, anche lui in crescendo nei mesi.
Djurić 8: ci sono stati momenti nel match in cui pareva recuperare la palla agli avversari, passarsela da solo e andare al tiro, applicando qualche schema dell’Ajax. Non c’è centimetro quadro del campo di Feltre dove i suoi tacchetti non siano passati, reinventandosi trequartista, esterno d’attacco, trattore, cecchino, centravanti da sponda: prestazione sontuosa tra altre dello stesso tipo. Solo vedendolo giocare al massimo si percepiscono le difficoltà di Este e contro il Chions, quando non stava bene. E non vogliamo pensare a cosa sarebbe stato questo rush salvezza senza di lui.
Erman 6.5: il regista triestino sfodera la sua classica organizzazione del gioco e il piede educato nel creare opportunità per i compagni, e se i corner sono spesso troppo lunghi o appena imprecisi, per la prima volta nella stagione lo si vede andare al tiro. Soprattutto al 66° quando costringe Corasaniti a distendersi al massimo per sfiorare il pallone e intercettare la traversa. Ha ancora ampi margini di miglioramento, ma per tutto il ritorno il tandem con Djurić è stato l’architrave della salvezza. (Bagatti s.v.)
Luca Bullo 6: rispolverato titolare per le assenze, viene messo a destra (fascia che non predilige) col doppio compito di coprire le avanzate di Martino, raddoppiare sui portatori di palla ospiti e farsi vedere davanti. Fatica a trovare una posizione appetibile e sbaglia qualcosa sul fronte offensivo. Tra molte attenuanti, il tecnico lo lascia fuori a fine primo tempo e ridisegna la squadra. Un talento come il suo, messo in mostra più volte dalla coppa Italia a Montebelluna, da Campodarsego a Porto Tolle, dev’essere assolutamente fertilizzato per le grandi cose che già può dare. (Pastorelli 6.5: gioca un tempo e dà equilibrio, senza sbavature, evitando che chiunque passi e consentendo il dispiegamento in verticale tra Cuomo e Djurić. Fa valere il suo fisico sia in difesa che in attacco).
Gerthoux 6.5: la sua carta d’identità datata 2000 è un invito a scendere in campo anche per questioni regolamentari. Non straripante come a Bolzano, l’attaccante piemontese è tuttavia una spina nel fianco sul fronte avanzato sinistro, e non di rado si accentra per tirare. Un po’ di sano egoismo negli ultimi venti metri per una punta va bene, anche perché ci piacerebbe vederlo più vicino alla porta. (Nicola Bullo s.v.)
Farinazzo 6: quasi più in spolvero all’atto di rincorrere e recuperare il pallone, che per quello che combina in zona goal. L’arbitro gli nega un rigore sacrosanto, ma ha poche possibilità per mettersi in mostra nelle sue doti di attaccante. Chirurgici i suoi centri decisivi per la salvezza, anche se sono stati meno di quelli dell’anno precedente. (Vianello s.v.)
Fioretti 6: in più parti dell’incontro ha avuto qualcuno vicino, da Farinazzo a Luca Bullo allo stesso Gerthoux, e impegna seriamente Corasaniti nell’occasione centrale del primo tempo. Triangola molto e svaria su tutto il fronte offensivo, tornando anche indietro: un generoso che con i giusti moduli e motivazioni diventa portante esempio di cosa deve fare una seconda punta.
Vittadello 7: fa di necessità virtù, e date le risorse limitate manda in campo un undici plausibile, forse leggerino sulle ali ma competitivo. Abile come spesso avviene a cambiare in corsa, corregge i bug, alza il baricentro e ottiene un goal, tre pali, un rigore negato: continuando a lanciare i giovani, sua attitudine sempre più ricercata nel calcio dilettantistico.
Union Feltre: Corasaniti 7, Gjoshi 6, Reveane 5, Giacomazzi 5.5, Salvadori 6, Celestri 6.5, Arvia 6, Episcopo 5.5, Pasi 6, Franchini 7.5, Crivaro 6.5 (Bordin s.v., Roman 5.5., de Carli s.v. Calì 5.5)
L’arbitro Restaldo 5.5: non deve amministrare una partita dura, quindi pochi problemi con cartellini e richiami. Ma resta la macchia del rigore non visto ai danni di Farinazzo: era a pochissimi metri.
Ma poi l’1-1 ha messo le cose a posto premiando una squadra e una società che non hanno smesso di crederci, e che ora possono serenamente pensare al prossimo anno senza ripetere i fisiologici errori dei mesi alle spalle. Foss’anche per non soffrire più fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata, come negli ultimi due anni: appresi i risultati dagli altri campi, gli spogliatoi dello stadio Zugni Tauro si sono trasformati in una bolgia di indumenti volanti, cori da curva e tanto attaccamento a questa piccola grande storia.
I lagunari si sono trovati di fronte sotto le Dolomiti un’avversaria molto forte (solo domenica scorsa aveva perso il treno per la promozione nel discusso finale di Levico), e occorreva dare un occhio a quanto stava avvenendo su ben altri 6 terreni di gioco. Scendono in campo dal primo minuto Camerlengo in porta, Martino e Granziera terzini, Ballarin e Cuomo difensori centrali, Djurić ed Erman a centrocampo, Luca Bullo e Gerthoux alle ali, Farinazzo e Fioretti in attacco. In panchina Grego, Pastorelli, Nicola Bullo, Andrea Anzoletti, Bagatti, Pupa, Vianello, Cinque, Nappello: gli ultimi due per onor di firma, anche se l’allenatore granata ammetterà a fine partita che il fantasista napoletano si stava svestendo per entrare in campo, nonostante fosse menomato, quando il punteggio era di 1-0, tanta la volontà di dare una mano.
Il tecnico locale Sandro Andreolla è privo della coppia centrale difensiva titolare Trevisan-Tobanelli oltre che di Madiotto, e sceglie l'ex Corasaniti, Gjoshi, Salvadori, Celestri, Raveane, Giacomazzi, Episcopo, l’altro ex Arvia, Crivaro, Pasi, Franchini. Tra i rincalzi Tognon, Cecini, Bordin, Roman, de Carli, Gusatto, Vettorel, de Paoli, il bomber Calì. Arbitra Gabriele Restaldo di Ivrea sotto la pioggia e con temperatura rigida attorno a 4 gradi, davanti a circa 300 spettatori. Le cime dei monti d’intorno sono imbiancate, il castello di Alboino sorveglia le tribune.
Al 3° minuto la prima incursione di Martino: cross basso, para Corasaniti a terra. Le due squadre si sfidano a colpi di calcio d’angolo, su uno svarione difensivo di Gerthoux è addirittura Farinazzo a stoppare il contropiede. Il San Donà passa in vantaggio a Cartigliano, il Feltre prende il sopravvento e passa al 14°, quando Franchini trasforma sotto il sette una splendida punizione di sinistro, dopo quella segnata all’andata a Chioggia. Il tiro da fermo è stato concesso per fallo di Ballarin su Crivaro ai venti metri.
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Attacca la Clodiense: ennesimo traversone messo in mezzo da Martino al 17° e per poco non ci arriva Luca Bullo, schierato lungo il settore destro. Al 23° è Djurić, perfettamente ristabilito dopo due settimane di sofferenza, a liberarsi in bello stile e a tirare cadendo, la palla esce non di molto. Internet dice che il Tamai è passato in vantaggio a Bolzano e va a 38 punti, proprio come Clodiense, Levico, Cartigliano, San Donà… Granziera dalla sinistra mette in mezzo un cross sul quale si avventa al volo di testa Farinazzo, palla a lato. L’arbitro ammonisce Episcopo per fallo su Cuomo; un altro cross basso di Martino trova Farinazzo che non aggancia perché cade a terra, ma secondo Restaldo non è rigore.
La Clodiense prova a ristabilire la parità al 34° quando Fioretti, imbeccato da un assist del solito numero 2, si aggiusta la palla e calcia di prima, ma centrale: respinge Corasaniti. Sul contropiede dei padroni di casa, è Cuomo a sbrogliare una situazione scabrosa che stava ormai lambendo la difesa. L’Union Feltre conferma di non essere turista in gita sul proprio campo quando ancora il sinistro preciso e potente di Franchini impegna Camerlengo da fuori area: il portierone abruzzese mette in corner mentre il Cartigliano si riporta in parità contro il San Donà, inguaiandolo. Il tempo si chiude con una bella azione di Fioretti dalla fascia sinistra: la punta approfitta di un errore di Raveane e serve Bullo per il tap-in, ma il giovane chioggiotto spreca l’occasione.
A pochi minuti dal termine della prima frazione l’Adriese si porta in vantaggio sul Levico, per una serie di risultati che a metà partita vede Bolzano-Tamai 0-2, Trento-Belluno 0-0, Adriese-Levico 1-0, Union Feltre-Clodiense 1-0, Cartigliano-San Donà 1-1, Chions-Arzignano 1-0, Este-Sankt Georgen 0-1. La classifica provvisoria in coda reciterebbe Chions 42, Cartigliano 39 (salve entrambe), Tamai e Clodiense 38, Levico 37, Belluno, San Donà e Sankt Georgen 36. Quindi a 45 minuti dalla fine si profilerebbe uno spareggio col Tamai per salvarsi direttamente o fare i playout. Fatto sta che l'Union Feltre non sta cedendo, anche se l'Adriese è ancora seconda in classifica; manovra arruffata dei granata che hanno avuto un paio di buone occasioni con Fioretti e Bullo. Djurić, Martino e Cuomo sono i migliori nella compagine clodiense. Ma occorre dannatamente il goal del pareggio per scongiurare il rischio playout.
Vittadello si convince dell’opportunità di operare un cambio, rinunciando a un Bullo alla ricerca della posizione per inserire il quadrato Pastorelli, avanzando Cuomo davanti la difesa e Djurić di circa venti metri in avanti, sguinzagliandolo alle spalle delle punte. Il tuttocampista pesarese sfodera un’altra prova di spessore, tentando anche una rovesciata bella quanto comoda per il portiere avversario. E al 49° inizia la serie dei pali: proprio l’italo-bosniaco serve in profondità Gerthoux che sull’uscita di Corasaniti colpisce il montante destro, la palla rimbalza su Giacomazzi ed esce in angolo. Sul corner, sempre Djurić colpisce di testa e impegna il portiere ex granata. La Clodiense resta in attacco.
Ma i dolomitici non stanno a guardare: al 51° Pasi impegna Camerlengo che para usando hockeysticamente i piedi sul diagonale ravvicinato (nel contropiede che ne esce, l’onnipresente Djurić serve Fioretti sulla corsa che calcia a lato), al 58° è Crivaro sempre in diagonale a mettere paura all’estremo lagunare, che para in due tempi. “Tutto il girone minuto per minuto” dice che il Cartigliano si è portato avanti rispetto al San Donà, e che il Levico ha pareggiato ad Adria: stando così le cose, la Clodiense spareggerebbe col Levico, il Tamai sarebbe incredibilmente salvo subito e il San Donà cadrebbe in Eccellenza. Come poi è effettivamente avvenuto.
Gli uomini di Vittadello cercano di trovare le energie per venire a capo del match: Gerthoux si accentra e tira alto, Farinazzo calcia in modo angolato sulla sponda di Djurić, con parata di Corasaniti. Calì sostituisce Crivaro, ma è la Clodiense ad avere due occasioni di spessore con il gigante marchigiano che dà l’illusione della rete con un gran tiro da fuori, che però colpisce solo il palo di sostegno esterno alla rete. E sessanta secondi dopo la sfortuna diventa paradigma con la gran botta di Erman da fuori, ci arriva con la punta delle dita Corasaniti e spinge la palla sulla traversa: Clodiense sfortunata. Al 68° Martino attraversa tutto il campo dribblando due giocatori, serve Fioretti e la palla viene deviata in corner.
L’Adriese non ci sta e torna in vantaggio contro il Levico; il Cartigliano triplica lasciando sprofondare il San Donà mentre il Belluno passa a Trento: l’ammucchiata a 38 salverebbe il Tamai e rinvierebbe al barrage Clodiense e Belluno per evitare i playout. Ma a Feltre nel giro di un minuto cambia la partita: dapprima Restaldo nega il rigore a Farinazzo, pur essendo davanti all’azione, non riconoscendo lo strattone netto alla maglia e la caduta a terra provocata da Giacomazzi. Poi Cuomo serve Farinazzo, che vede Djurić: Episcopo lo anticipa ma serve Martino, il terzino entra in area, vince un contrasto e scarica un diagonale alto vincente pietrificando Corasaniti: con questo 1-1 i chioggiotti sarebbero salvi, festeggiamenti contenuti e desiderio di condurre la nave in porto. Ancora schermaglie nel finale, ma ad armi spuntate: Fioretti riceve da Gerthoux e impegna Corasaniti a terra, poi esordisce Matteo Vianello a rilevare Farinazzo. Il pubblico di casa fischia, la panchina ospite compulsa i risultati per essere sicura di avercela fatta (ai playout Belluno-Sankt Georgen e Tamai-Levico), la festa negli spogliatoi è tutta per gli atleti granata, nei giorni di Aldo e Dino Ballarin.
Al microfono di Chioggia Azzurra, il tecnico Vittadello elogia le virtù umane del gruppo e dedica la salvezza alla madre, signora Tina, scomparsa la mattina della trasferta a Bolzano e grande sostenitrice della Clodiense. «Più forti della sfortuna», afferma l’allenatore ricordando l’andata a Chions quale episodio tipico dell’annata, mentre il presidente Ivano Bielo parla di traguardo meritato e raggiunto sul campo: ancora è presto per parlare di conferme in panchina e nella rosa. Il goleador di giornata Pietro Martino ammette di aver avuto l’ansia di non farcela: «Un gruppo che non andrebbe sfaldato» è il mantra, ben sapendo che per alcuni sarà impossibile resistere alle giuste ambizioni. Il capitano Alberto Ballarin è consapevole che la squadra ha dato tutto: «I playout sarebbero stati un brutto colpo. E una rimonta così meriterebbe più persone sugli spalti». Magari, chissà, il prossimo anno: sempre, finalmente, ancora in serie D.
Le pagelle dei granata:
Camerlengo 7: sulla punizione perfetta di Franchini non può fare niente, ma gli dice di no in una seconda occasione da fuori (in movimento) e poi nella ripresa spegne le velleità di Pasi e Crivaro mettendoci anche i piedi. Una colonna della salvezza, più di qualche punto porta il suo nome.
Martino 7.5: presidente e allenatore si sono profusi pubblicamente in parole di ammirazione per questo 21enne che durante la stagione ha ricoperto almeno 6 ruoli con vari moduli, pur prediligendo sempre partire da dietro per arare il campo da terzino-mezzala come Cancelo e Maicon. Il goal, al pari di quello pesantissimo che diede la vittoria contro il Cartigliano, è storico.
Ballarin 6.5: suo il fallo che causa la punizione-goal dell’Union Feltre, ma sia in anticipo che di testa -e anche in proiezione offensiva- c’è dal primo all’ultimo minuto, senza quasi mai rischiare di incorrere in richiami arbitrali. Continuerà anche il prossimo anno, dopo un gran finale di campionato.
Cuomo 7: due volte è necessario il suo intervento risolutivo, due volte c’è. Senza contare le proiezioni sui corner, le linee di passaggio essenziali quando è chiamato ad assistere la regia nella ripresa, la sicurezza elegante nei contrasti e la tranquillità infusa ai compagni: a parere di chi scrive, il miglior giocatore stagionale della Clodiense per continuità ed efficacia. (Ma cosa ci fa ancora in serie D?)
Granziera 6: deve sostituire Acampora anche se è poco avvezzo a battere quella corsia (semmai quella opposta), sicché perde qualche pallone pericoloso ma contribuisce alla pressione offensiva con cross, assist e traversoni. Ma a destra e al centro rende meglio. Vittadello comunque lo sta facendo diventare un preziosissimo difensore completo, anche lui in crescendo nei mesi.
Djurić 8: ci sono stati momenti nel match in cui pareva recuperare la palla agli avversari, passarsela da solo e andare al tiro, applicando qualche schema dell’Ajax. Non c’è centimetro quadro del campo di Feltre dove i suoi tacchetti non siano passati, reinventandosi trequartista, esterno d’attacco, trattore, cecchino, centravanti da sponda: prestazione sontuosa tra altre dello stesso tipo. Solo vedendolo giocare al massimo si percepiscono le difficoltà di Este e contro il Chions, quando non stava bene. E non vogliamo pensare a cosa sarebbe stato questo rush salvezza senza di lui.
Erman 6.5: il regista triestino sfodera la sua classica organizzazione del gioco e il piede educato nel creare opportunità per i compagni, e se i corner sono spesso troppo lunghi o appena imprecisi, per la prima volta nella stagione lo si vede andare al tiro. Soprattutto al 66° quando costringe Corasaniti a distendersi al massimo per sfiorare il pallone e intercettare la traversa. Ha ancora ampi margini di miglioramento, ma per tutto il ritorno il tandem con Djurić è stato l’architrave della salvezza. (Bagatti s.v.)
Luca Bullo 6: rispolverato titolare per le assenze, viene messo a destra (fascia che non predilige) col doppio compito di coprire le avanzate di Martino, raddoppiare sui portatori di palla ospiti e farsi vedere davanti. Fatica a trovare una posizione appetibile e sbaglia qualcosa sul fronte offensivo. Tra molte attenuanti, il tecnico lo lascia fuori a fine primo tempo e ridisegna la squadra. Un talento come il suo, messo in mostra più volte dalla coppa Italia a Montebelluna, da Campodarsego a Porto Tolle, dev’essere assolutamente fertilizzato per le grandi cose che già può dare. (Pastorelli 6.5: gioca un tempo e dà equilibrio, senza sbavature, evitando che chiunque passi e consentendo il dispiegamento in verticale tra Cuomo e Djurić. Fa valere il suo fisico sia in difesa che in attacco).
Gerthoux 6.5: la sua carta d’identità datata 2000 è un invito a scendere in campo anche per questioni regolamentari. Non straripante come a Bolzano, l’attaccante piemontese è tuttavia una spina nel fianco sul fronte avanzato sinistro, e non di rado si accentra per tirare. Un po’ di sano egoismo negli ultimi venti metri per una punta va bene, anche perché ci piacerebbe vederlo più vicino alla porta. (Nicola Bullo s.v.)
Farinazzo 6: quasi più in spolvero all’atto di rincorrere e recuperare il pallone, che per quello che combina in zona goal. L’arbitro gli nega un rigore sacrosanto, ma ha poche possibilità per mettersi in mostra nelle sue doti di attaccante. Chirurgici i suoi centri decisivi per la salvezza, anche se sono stati meno di quelli dell’anno precedente. (Vianello s.v.)
Fioretti 6: in più parti dell’incontro ha avuto qualcuno vicino, da Farinazzo a Luca Bullo allo stesso Gerthoux, e impegna seriamente Corasaniti nell’occasione centrale del primo tempo. Triangola molto e svaria su tutto il fronte offensivo, tornando anche indietro: un generoso che con i giusti moduli e motivazioni diventa portante esempio di cosa deve fare una seconda punta.
Vittadello 7: fa di necessità virtù, e date le risorse limitate manda in campo un undici plausibile, forse leggerino sulle ali ma competitivo. Abile come spesso avviene a cambiare in corsa, corregge i bug, alza il baricentro e ottiene un goal, tre pali, un rigore negato: continuando a lanciare i giovani, sua attitudine sempre più ricercata nel calcio dilettantistico.
Union Feltre: Corasaniti 7, Gjoshi 6, Reveane 5, Giacomazzi 5.5, Salvadori 6, Celestri 6.5, Arvia 6, Episcopo 5.5, Pasi 6, Franchini 7.5, Crivaro 6.5 (Bordin s.v., Roman 5.5., de Carli s.v. Calì 5.5)
L’arbitro Restaldo 5.5: non deve amministrare una partita dura, quindi pochi problemi con cartellini e richiami. Ma resta la macchia del rigore non visto ai danni di Farinazzo: era a pochissimi metri.
sabato 4 maggio 2019
ULTIMA GIORNATA DI SERIE D, LA CLODIENSE A FELTRE PER EVITARE I PLAYOUT: POTREBBE FORSE BASTARE UN PARI, MA MEGLIO VINCERE
Una stagione in 90 minuti. La Clodiense Chioggia Sottomarina si gioca domenica allo stadio Zugni Tauro di Feltre le proprie chance di salvezza diretta, senza passare dal giogo dei playout: di fronte non avrà solo una squadra molto forte, che solo domenica scorsa ha perso il treno per la promozione nel discusso finale di Levico Terme (da 1-2 a 3-2 dopo il 90° minuto), ma anche i risultati dagli altri campi. Oltre a Union Feltre-Clodiense saranno interessati dalla lotta salvezza altri sei terreni, che dovranno designare chi farà da subito compagnia al Trento in Eccellenza, chi sarà costretto a disputare i playout in gara secca, chi potrà tirare un sospiro di sollievo per la conquistata salvezza diretta. In vetta invece è già tutto deciso per la promozione, meritata dall’Arzignano Valchiampo, e anche i nomi delle quattro squadre destinate ai playoff: Adriese, Union Feltre, Campodarsego e Virtus Bolzano. In quale ordine -e contro quali avversari- giocheranno i granata polesani e i rossoverdi dolomitici lo decideranno proprio le sfide incrociate con la zona calda che li vedranno protagonisti rispettivamente contro il Levico e la Clodiense.
A una giornata dal termine, la classifica del girone C nel campionato di serie D recita, per la parte bassa: Este 41 (già salva), Chions 39, Clodiense e Cartigliano 38 con i lagunari in vantaggio nel doppio scontro diretto. Fosse finita con un turno d’anticipo, queste squadre sarebbero certe del posto in serie D anche l’anno prossimo. A 37 inizia la quota playout con il Levico Terme, che precede di due punti Belluno, San Donà e Tamai, tutte e tre a 35 punti: fin qui disputerebbero lo spareggio per potersi salvare. A 33 punti i simpatici altoatesini del Sankt Georgen, ai quali non resta che battere in trasferta il già tranquillo Este e sperare nel passo falso di una delle tre concorrenti a 35 punti per agguantare in extremis un’altra possibilità di salvezza.
Sicuramente il Sankt Georgen avrà i fari puntati sullo scontro diretto tra Cartigliano e San Donà, con i biancoazzurri ospiti che non possono permettersi una sconfitta: la vittoria dei rossoneri di Brunico li manderebbe direttamente in Eccellenza. Più abbordabili appaiono gli impegni del Belluno -in casa del Trento già retrocesso- dopo il cambio di allenatore fra Vecchiato e Zanin, e del lanciatissimo Tamai che intende completare una rincorsa sensazionale a Bolzano, contro una squadra che ha già conquistato i playoff. Detto di Chions-Arzignano, coi padroni di casa cui basta nominalmente un punto contro i campioni della categoria, dopo il pareggio strappato (o imposto) dalla matricola la scorsa settimana a Chioggia, restano i due match che più di altri vedono interessata la Clodiense: il proprio, naturalmente, nella pedemontana bellunese e quello tra Adriese e Levico, l’avversaria più vicina e al contempo ancora impelagata nella zona a rischio.
I granata di Mario Vittadello si salvano sicuramente se escono vincitori da Feltre con qualsiasi punteggio, mentre in caso di parità allo stadio Zugni Tauro bisognerà che il Levico non colga i tre punti in Adria, oltrepassando così Cuomo e compagni (40 contro 39): diventerebbe decisivo allora l’esito di Cartigliano-San Donà, che in caso di vittoria dei padroni di casa chiamerebbe in ballo anche il Chions nel caso perdesse con l’Arzignano. In caso di pareggio a Cartigliano (col San Donà comunque ai playout o alla peggio in Eccellenza), si rischia un conteggio a tre assieme alla Clodiense e al Chions -sempre ipotizzando la sua sconfitta contro i berici- che premierebbe i vicentini con la salvezza diretta e farebbe spareggiare proprio le ultime due per evitare l’accesso ai playout, nonostante una beffarda parità di punti anche negli scontri diretti fra le tre (conterebbe la differenza reti, con Cartigliano-Chions 3-1 lo scorso 21 ottobre, che diventerebbe decisiva). Con il San Donà vincente a Cartigliano, l’eventuale pareggio di Feltre basterebbe ai lagunari dato che spedirebbe ai playout proprio le due contendenti di cui sopra.
Esiste anche un caso, nemmeno troppo peregrino, di ammucchiata a 38 punti fra sei squadre. Data per acquisita la discesa del Sankt Georgen (al massimo può raggiungere quota 36) e la salvezza più comoda per il Chions, potrebbe verificarsi questa combinazione: sconfitta della Clodiense, il San Donà espugna Cartigliano, il Levico pareggia ad Adria, Belluno e Tamai timbrano il plausibile cartellino con i tre punti in trasferta. A quel punto entrerebbe in scena una megaclassifica avulsa che darebbe come responso il Levico e addirittura il Tamai già salvi per i successi negli scontri diretti, e manderebbe ai playout Belluno, Clodiense, San Donà e Cartigliano: sarebbero proprio i biancoazzurri del Veneto orientale -fino a poche settimane fa guidati dall’ex De Mozzi- i rivali dei granata nello scontro da disputarsi a Chioggia, uno scenario comunque che si cercherà di scongiurare in ogni modo dopo la grande rimonta del girone di ritorno e l’insperata posizione di vantaggio a 90 minuti dalla fine.
Come arriva la Clodiense allo scontro di Feltre? Con un po’ di acciacchi, cerotti e assenze decise anche dalle squalifiche del giudice sportivo, dopo le diffide dell’ultimo turno e le verifiche nei sei allenamenti di questa settimana a Ca’ Lino. Sicuramente non saranno della partita Emanuele Acampora e Pietro Baccolo, appiedati dall’ammonizione contro il Chions. Il tecnico Mario Vittadello dovrà rinunciare parzialmente agli infortunati Umberto Nappello e Lorenzo Cinque: perdite pesanti, trattandosi dei due attaccanti più prolifici assieme a Farinazzo. Ma se per il fantasista napoletano (l’uomo più in forma nelle ultime domeniche) la presenza in panchina sarà poco più che una formalità, il centravanti romano -sempre partendo di rincalzo- forse potrebbe dare il suo contributo per qualche minuto, sperando che non ce ne sia bisogno. Dati gli obblighi di età con gli under, la formazione che scenderà in campo allo Zugni Tauro è quasi fatta con Camerlengo in porta, Granziera e Pastorelli difensori esterni, Ballarin e Cuomo al centro della retroguardia, Martino, il recuperato Djurić ed Erman a centrocampo, Farinazzo, Fioretti e il millennial Gerthoux in attacco.
Quanto all’Union Feltre di mister Sandro Andreolla, brucia ancora la sconfitta rocambolesca di Levico, che da un lato ha tolto di mezzo i rossoverdi dal poter rincorrere la promozione diretta fino all’ultima giornata, dall’altro li ha messi in condizione di inferiorità rispetto all’Adriese nella graduatoria per i playoff (rebus sic stantibus, l’avversario dei dolomitici sarebbe il forte Campodarsego) e per partecipare, il prossimo anno, alla coppa Italia dei professionisti contro una formazione di serie C. Per questo i padroni di casa avranno motivazioni per far bene, con un orecchio al risultato di Adria: l’allenatore locale non può disporre dello squalificato Trevisan e dell’infortunato Tobanelli, vale a dire la coppia titolare dei difensori centrali. Inoltre Madiotto ed Episcopo non sono al meglio, anche se il parco giocatori è in grado di sostituirli degnamente. Due gli ex: il portiere Alberto Corasaniti e Beppe Arvia, regista in laguna nel girone d'andata. I contraccolpi tra i feltrini potrebbero essere più sul morale, con effetto backlash dopo la lunga risalita fin quasi alla vetta; ma lo stesso può dirsi per la Clodiense, che alla fine del girone d’andata -ovvero dopo la sconfitta interna prenatalizia proprio contro l’Union Feltre- era desolatamente ultima con solo 12 punti, e vedeva allontanarsi Tamai e Trento.
Un ruolo importante dovrebbero purtroppo giocarlo le condizioni meteo avverse, annunciate sopra Feltre e sulla regione intera: pioggia, vento forte, temporali non sono certo il massimo per esprimere il proprio gioco, senza contare l’effetto fortuito che potrebbero avere nella gestione della palla in tutti i reparti. Già una volta la squadra di calcio di Chioggia e Sottomarina, l’allora Union CS, fu chiamata a giocarsi la salvezza all’ultimo scontro in quel di Roteglia (Reggio Emilia) con un ingorgo nella coda della classifica: era il campionato Interregionale 1985-86, l’attuale serie D, e anche allora i granata parevano spacciati dopo il girone d’andata, per risalire perentoriamente nel ritorno. Nel diluvio gli atleti chioggiotti strapparono l’1-1 che, complici i verdetti dagli altri campi, salvò la formazione del presidente Franco de Paolis. L’augurio, chiaramente, è che date le tante coincidenze il finale sia analogo, magari con minor sofferenza.
Il campo di Feltre è comunque ricorrente in un altro momento importante nella storia della giovane società presieduta da Ivano Bielo: proprio allo stadio Zugni Tauro, l’11 settembre 2011, la Clodiense affrontò la sua prima partita ufficiale in campionato (Eccellenza). E la vinse, con un goal su calcio di punizione di Luca Margherita, come ricordano le cronache di allora e ancora oggi la memoria dei sostenitori più affezionati. A fare da trait d’union tra quella storia e quella attuale, l’allenatore sulla panchina ospite: che era allora ed è oggi sempre Mario Vittadello. L’ultimo precedente lo scorso anno, alla terza giornata di andata della serie D girone C, quando in terra dolomitica fu pareggio per 0-0. En passant, nel frattempo sotto il castello di Alboino -data la fusione dell’allora Feltrese con il Ripa La Fenadora per formare l’Union, com’è avvenuto anche a Venezia e Mestre- hanno cambiato nome, logo, colori sociali: eppure il pubblico e la tifoseria organizzata rispondono in massa, anche in trasferta...
Molte altre considerazioni troveranno spazio una volta archiviata la pratica salvezza, da un mercato scoppiettante che ha rivoltato l’organico come un calzino sia in estate che a dicembre, all’assenza di un goleador da 15-20 reti (i lagunari sono terzultimi nella classifica che riguarda il bomber più prolifico di ogni squadra): ma nonostante infortuni, sfortune dell’ultimo minuto, giovani lanciati e cresciuti subito da adulti, qualche arbitraggio scadente e un livello medio omogeneo sceso verso il basso -tanto che lo stesso Arzignano pur avendo vinto il torneo non è la squadra champagne di un campionato fa- la Clodiense Chioggia Sottomarina è ancora là a giocarsi le proprie carte da una posizione, se non di privilegio, almeno con più vie d’uscita e senza che nessuno le abbia regalato niente. Il resto spetta a chi scenderà in campo, a chi darà le giuste indicazioni dalla panchina, e perché no all’anima dei chioggiotti Aldo e Dino Ballarin dare un occhio alle maglie granata nei giorni in cui tutta Italia pensa a loro.
A una giornata dal termine, la classifica del girone C nel campionato di serie D recita, per la parte bassa: Este 41 (già salva), Chions 39, Clodiense e Cartigliano 38 con i lagunari in vantaggio nel doppio scontro diretto. Fosse finita con un turno d’anticipo, queste squadre sarebbero certe del posto in serie D anche l’anno prossimo. A 37 inizia la quota playout con il Levico Terme, che precede di due punti Belluno, San Donà e Tamai, tutte e tre a 35 punti: fin qui disputerebbero lo spareggio per potersi salvare. A 33 punti i simpatici altoatesini del Sankt Georgen, ai quali non resta che battere in trasferta il già tranquillo Este e sperare nel passo falso di una delle tre concorrenti a 35 punti per agguantare in extremis un’altra possibilità di salvezza.
Sicuramente il Sankt Georgen avrà i fari puntati sullo scontro diretto tra Cartigliano e San Donà, con i biancoazzurri ospiti che non possono permettersi una sconfitta: la vittoria dei rossoneri di Brunico li manderebbe direttamente in Eccellenza. Più abbordabili appaiono gli impegni del Belluno -in casa del Trento già retrocesso- dopo il cambio di allenatore fra Vecchiato e Zanin, e del lanciatissimo Tamai che intende completare una rincorsa sensazionale a Bolzano, contro una squadra che ha già conquistato i playoff. Detto di Chions-Arzignano, coi padroni di casa cui basta nominalmente un punto contro i campioni della categoria, dopo il pareggio strappato (o imposto) dalla matricola la scorsa settimana a Chioggia, restano i due match che più di altri vedono interessata la Clodiense: il proprio, naturalmente, nella pedemontana bellunese e quello tra Adriese e Levico, l’avversaria più vicina e al contempo ancora impelagata nella zona a rischio.
I granata di Mario Vittadello si salvano sicuramente se escono vincitori da Feltre con qualsiasi punteggio, mentre in caso di parità allo stadio Zugni Tauro bisognerà che il Levico non colga i tre punti in Adria, oltrepassando così Cuomo e compagni (40 contro 39): diventerebbe decisivo allora l’esito di Cartigliano-San Donà, che in caso di vittoria dei padroni di casa chiamerebbe in ballo anche il Chions nel caso perdesse con l’Arzignano. In caso di pareggio a Cartigliano (col San Donà comunque ai playout o alla peggio in Eccellenza), si rischia un conteggio a tre assieme alla Clodiense e al Chions -sempre ipotizzando la sua sconfitta contro i berici- che premierebbe i vicentini con la salvezza diretta e farebbe spareggiare proprio le ultime due per evitare l’accesso ai playout, nonostante una beffarda parità di punti anche negli scontri diretti fra le tre (conterebbe la differenza reti, con Cartigliano-Chions 3-1 lo scorso 21 ottobre, che diventerebbe decisiva). Con il San Donà vincente a Cartigliano, l’eventuale pareggio di Feltre basterebbe ai lagunari dato che spedirebbe ai playout proprio le due contendenti di cui sopra.
Esiste anche un caso, nemmeno troppo peregrino, di ammucchiata a 38 punti fra sei squadre. Data per acquisita la discesa del Sankt Georgen (al massimo può raggiungere quota 36) e la salvezza più comoda per il Chions, potrebbe verificarsi questa combinazione: sconfitta della Clodiense, il San Donà espugna Cartigliano, il Levico pareggia ad Adria, Belluno e Tamai timbrano il plausibile cartellino con i tre punti in trasferta. A quel punto entrerebbe in scena una megaclassifica avulsa che darebbe come responso il Levico e addirittura il Tamai già salvi per i successi negli scontri diretti, e manderebbe ai playout Belluno, Clodiense, San Donà e Cartigliano: sarebbero proprio i biancoazzurri del Veneto orientale -fino a poche settimane fa guidati dall’ex De Mozzi- i rivali dei granata nello scontro da disputarsi a Chioggia, uno scenario comunque che si cercherà di scongiurare in ogni modo dopo la grande rimonta del girone di ritorno e l’insperata posizione di vantaggio a 90 minuti dalla fine.
Come arriva la Clodiense allo scontro di Feltre? Con un po’ di acciacchi, cerotti e assenze decise anche dalle squalifiche del giudice sportivo, dopo le diffide dell’ultimo turno e le verifiche nei sei allenamenti di questa settimana a Ca’ Lino. Sicuramente non saranno della partita Emanuele Acampora e Pietro Baccolo, appiedati dall’ammonizione contro il Chions. Il tecnico Mario Vittadello dovrà rinunciare parzialmente agli infortunati Umberto Nappello e Lorenzo Cinque: perdite pesanti, trattandosi dei due attaccanti più prolifici assieme a Farinazzo. Ma se per il fantasista napoletano (l’uomo più in forma nelle ultime domeniche) la presenza in panchina sarà poco più che una formalità, il centravanti romano -sempre partendo di rincalzo- forse potrebbe dare il suo contributo per qualche minuto, sperando che non ce ne sia bisogno. Dati gli obblighi di età con gli under, la formazione che scenderà in campo allo Zugni Tauro è quasi fatta con Camerlengo in porta, Granziera e Pastorelli difensori esterni, Ballarin e Cuomo al centro della retroguardia, Martino, il recuperato Djurić ed Erman a centrocampo, Farinazzo, Fioretti e il millennial Gerthoux in attacco.
Quanto all’Union Feltre di mister Sandro Andreolla, brucia ancora la sconfitta rocambolesca di Levico, che da un lato ha tolto di mezzo i rossoverdi dal poter rincorrere la promozione diretta fino all’ultima giornata, dall’altro li ha messi in condizione di inferiorità rispetto all’Adriese nella graduatoria per i playoff (rebus sic stantibus, l’avversario dei dolomitici sarebbe il forte Campodarsego) e per partecipare, il prossimo anno, alla coppa Italia dei professionisti contro una formazione di serie C. Per questo i padroni di casa avranno motivazioni per far bene, con un orecchio al risultato di Adria: l’allenatore locale non può disporre dello squalificato Trevisan e dell’infortunato Tobanelli, vale a dire la coppia titolare dei difensori centrali. Inoltre Madiotto ed Episcopo non sono al meglio, anche se il parco giocatori è in grado di sostituirli degnamente. Due gli ex: il portiere Alberto Corasaniti e Beppe Arvia, regista in laguna nel girone d'andata. I contraccolpi tra i feltrini potrebbero essere più sul morale, con effetto backlash dopo la lunga risalita fin quasi alla vetta; ma lo stesso può dirsi per la Clodiense, che alla fine del girone d’andata -ovvero dopo la sconfitta interna prenatalizia proprio contro l’Union Feltre- era desolatamente ultima con solo 12 punti, e vedeva allontanarsi Tamai e Trento.
Un ruolo importante dovrebbero purtroppo giocarlo le condizioni meteo avverse, annunciate sopra Feltre e sulla regione intera: pioggia, vento forte, temporali non sono certo il massimo per esprimere il proprio gioco, senza contare l’effetto fortuito che potrebbero avere nella gestione della palla in tutti i reparti. Già una volta la squadra di calcio di Chioggia e Sottomarina, l’allora Union CS, fu chiamata a giocarsi la salvezza all’ultimo scontro in quel di Roteglia (Reggio Emilia) con un ingorgo nella coda della classifica: era il campionato Interregionale 1985-86, l’attuale serie D, e anche allora i granata parevano spacciati dopo il girone d’andata, per risalire perentoriamente nel ritorno. Nel diluvio gli atleti chioggiotti strapparono l’1-1 che, complici i verdetti dagli altri campi, salvò la formazione del presidente Franco de Paolis. L’augurio, chiaramente, è che date le tante coincidenze il finale sia analogo, magari con minor sofferenza.
Il campo di Feltre è comunque ricorrente in un altro momento importante nella storia della giovane società presieduta da Ivano Bielo: proprio allo stadio Zugni Tauro, l’11 settembre 2011, la Clodiense affrontò la sua prima partita ufficiale in campionato (Eccellenza). E la vinse, con un goal su calcio di punizione di Luca Margherita, come ricordano le cronache di allora e ancora oggi la memoria dei sostenitori più affezionati. A fare da trait d’union tra quella storia e quella attuale, l’allenatore sulla panchina ospite: che era allora ed è oggi sempre Mario Vittadello. L’ultimo precedente lo scorso anno, alla terza giornata di andata della serie D girone C, quando in terra dolomitica fu pareggio per 0-0. En passant, nel frattempo sotto il castello di Alboino -data la fusione dell’allora Feltrese con il Ripa La Fenadora per formare l’Union, com’è avvenuto anche a Venezia e Mestre- hanno cambiato nome, logo, colori sociali: eppure il pubblico e la tifoseria organizzata rispondono in massa, anche in trasferta...
Molte altre considerazioni troveranno spazio una volta archiviata la pratica salvezza, da un mercato scoppiettante che ha rivoltato l’organico come un calzino sia in estate che a dicembre, all’assenza di un goleador da 15-20 reti (i lagunari sono terzultimi nella classifica che riguarda il bomber più prolifico di ogni squadra): ma nonostante infortuni, sfortune dell’ultimo minuto, giovani lanciati e cresciuti subito da adulti, qualche arbitraggio scadente e un livello medio omogeneo sceso verso il basso -tanto che lo stesso Arzignano pur avendo vinto il torneo non è la squadra champagne di un campionato fa- la Clodiense Chioggia Sottomarina è ancora là a giocarsi le proprie carte da una posizione, se non di privilegio, almeno con più vie d’uscita e senza che nessuno le abbia regalato niente. Il resto spetta a chi scenderà in campo, a chi darà le giuste indicazioni dalla panchina, e perché no all’anima dei chioggiotti Aldo e Dino Ballarin dare un occhio alle maglie granata nei giorni in cui tutta Italia pensa a loro.
venerdì 3 maggio 2019
RINVIATO AL 19 MAGGIO IL TRIANGOLARE DEI GIOVANISSIMI DI CLODIENSE, TORINO E TRIESTINA IN MEMORIA DEI BALLARIN
E venne il 4 maggio, giorno in cui tutto il calcio celebra i 70 anni dalla tragedia di Superga, che privò lo sport e le loro famiglie dei campioni del Grande Torino. Dopo il grande successo all'apertura della mostra dedicata ad Aldo e Dino Ballarin, nella sala espositiva del Museo civico (resterà aperta fino al 31 maggio), per via del maltempo incombente è stato rinviato a domenica 19 maggio dalle ore 9 allo stadio che porta il nome dei due fratelli calciatori il torneo triangolare fra le formazioni Giovanissimi della Clodiense Chioggia Sottomarina, del Torino e della Triestina -ovvero le due squadre professionistiche in cui ha militato Aldo Ballarin- che avrebbe dovuto disputarsi domattina. Le iniziative in suffragio del terzino e del portiere continueranno giovedì 9 maggio con la presentazione di un volume che racconta le gesta della squadra.