Quindici giorni sono un tempo sufficientemente breve per godersi una rivincita fragrante. È accaduto all'Adriese, che sul terreno di casa ha battuto per 3-1 la Clodiense Chioggia Sottomarina nella prima giornata di campionato, a distanza appunto di due settimane dall'esito diverso in coppa Italia, ancorché giunto solo ai calci di rigore. E diverse sono state le due partite, pur fra gli stessi giocatori (più o meno): tanto il 2 settembre i polesani si mostrarono ancora frenati dai carichi di lavoro, mentre la Clodiense più sciolta e in crescita atletica, quanto ieri i lagunari si sono resi evanescenti nel secondo tempo a fronte del sopravvento degli uomini di Florindo. Il punteggio, maturato nella ripresa, è meritato e sgonfia un po' chi pensava che, dopo tre successi in coppa, la Clodiense sia già attrezzata per un campionato di vertice: «Non è così», dice seccamente l'allenatore Mattiazzi a fine partita.
Come (quasi) sempre negli ultimi due anni, protagonista del riscatto adriese è stato il funambolo Giacomo Marangon, ancora una volta a segno con una doppietta dopo aver faticato in posizione più centrale nel primo tempo, e aver trovato a sinistra terreno fertile da cui agire e far male. Il primo tempo si sarebbe probabilmente concluso sullo 0-0, non fosse stato per la disattenzione collettiva sul tagliatissimo corner di Michael Pagan, che complice la zampata di Aliù beffa Camerlengo e la difesa, forse mal schierata durante il calcio d'angolo. Nella ripresa il raddoppio, con la furbizia di una punizione battuta più avanti e il sinistro chirurgico di Marangon al "sette" basso che ha reso vano il tuffo dell'estremo ospite. Verso la fine del match l'ex Martino su cross liftato di Farinazzo prova a riaprire la gara trafiggendo Motti di testa da pochi metri, ma un minuto dopo una indecisione fra Cuomo e Camerlengo spalanca la porta a Santi che viene steso: Marangon su rigore spiazza il portiere clodiense e chiude la partita, disputatasi nel caldo estivo del Bettinazzi davanti a 400 spettatori e diretta da Leotta di Acireale.
Al via, Mattiazzi schiera la stessa Clodiense dell'incontro di coppa, con l'ex Arvia in regia e Abrefah e Pellizzer interni, Bullo e Nappello a partire larghi per rifornire Barone, abile anche nel gioco di sponda lontano dalla porta. Nell'Adriese fa il suo esordio il bomber Aliù, mentre la difesa è formata per metà da atleti chioggiotti (così la regia affidata al capitano Michael Pagan) e a centrocampo si fa valere nei contrasti alti Andrea Delcarro, impossibile dimenticarlo in granata. Le fasi iniziali del match parlano chioggiotto: è Luca Bullo infatti il più propositivo, con un cross basso dopo scambio con Bagarolo, spazzato dai centrali adriesi. Altra bella azione di Bullo che viene deviata, nel frattempo Barone si fa male alla testa dopo un contrasto e rientra in campo fasciato. Al 21' il primo brivido, con Marangon che approfitta di un rilancio corto e impreciso di Camerlengo per calciare un bolide angolato che esce di poco.
Un fallo di Davide Berto (poi ammonito) su Abrefah accende gli animi, complice una partita non bella, condizionata dal caldo e dai trascorsi. A cavallo della mezz'ora le cose migliori per i lagunari: Bagarolo crea scompiglio nell'area avversaria, insinuandosi tra i due Boscolo, poi Barone si invola sulla sinistra e spara in porta, Motti blocca in due tempi. Indi una punizione di Nappello ben calciata trova il tacco di Barone che lentamente va a smorzare tra le braccia di Motti. Dall'altra parte Pagan scalda il sinistro impegnando Camerlengo alla respinta coi pugni su punizione, prologo al rocambolesco goal che sposta l'inerzia della partita: angolo tagliatissimo di Pagan, il portiere granata sta a metà strada, Ballarin non francobolla Aliù che, a un passo, lo anticipa sfruttando l'indecisione di Camerlengo e mandando in porta pallone e portiere. Gli ospiti provano a scuotersi con una percussione di Abrefah cui subentra Nappello che calcia centralmente, poi con un fendente di Bullo che sfiora il palo alla sinistra di Motti. Leotta fischia la pausa con l'Adriese in vantaggio per una disattenzione granata: la Clodiense non demerita ma nel secondo tempo quasi sparisce dal campo.
Senza cambi negli schieramenti inizia la ripresa, ma ciò che cambia è l'atteggiamento delle due squadre: chi deve rimontare indietreggia, chi è già davanti nel punteggio fa di tutto per consolidarlo. Il tutto in concomitanza con l'accendersi di Giacomo Marangon, più volte segnalato come alieno rispetto ai livelli di questa categoria: il numero 10 di Porto Tolle sceglie di allargarsi a sinistra e da questa parte trova il pertugio dove infilarsi nella difesa granata. Già da subito, Aliù corregge di punta un cross dalla sinistra, Camerlengo si trova la palla tra le mani. Poi Scandilori salva su Nicoloso lanciato a rete, risponde Pellizzer al 51' con un tiro centrale. Il break al 55': punizione a centrocampo (battuta 15 metri più avanti, dirà Alberto Ballarin a fine partita), la Clodiense è immobile e Marangon parte sul filo del fuorigioco, stoppa di petto, avanza e scarica una bordata mancina diagonale che Camerlengo non può respingere, andando a insaccarsi alla sua sinistra. Il Bettinazzi esplode di coriandoli in tribuna e di cori per "Giacomino".
Resta in attacco l'Adriese: incursione di Nicoloso al 59', subentra Aliù che tira alto. Esordisce in granata il giovane triestino Thomas Erman, che rileva Pellizzer, entrando assieme all'ex Martino che sostituisce Bullo; nell'Adriese c'è Del Piccolo per Nicoloso. Marangon intanto continua il suo show senza che nessuno dia segno di poterlo fermare: prima porta a spasso la difesa avversaria calciando alto di sinistro, poi lancia Aliù in profondità: il centravanti albanese perde l'attimo buono. Marangon si toglie il lusso di sbagliare un calcio di punizione (per lui solitamente una sentenza) quando entrano Farinazzo per Nappello e -tra gli atleti in vantaggio- Santi per Pagan, una punta per un regista nonostante il 2-0 provvisorio. L'Adriese gioca meglio, da padrona del campo, mentre i clodiensi trasmettono una sensazione di impotenza o forse rassegnazione, pure esprimendosi in contropiede.
Gli uomini di Mattiazzi reclamano un rigore al 77' per fallo di mano in area polesana, in respinta ravvicinata a un tiro di Barone: Leotta sorvola. Il tecnico mette in campo tutte le punte disponibili ma è ancora Marangon a tagliare l'area chioggiotta con un insidioso spiovente su cui non arriva nessuno. Quasi a ciel sereno, il goal che potrebbe riaprire il match lo sigla Martino di testa su traversone mancino di Farinazzo, a seguito di azione nata da Scandilori e concertata a centrocampo. Ci sarebbero ancora cinque minuti più il recupero per le residue speranze granata, mortificate però solo sessanta secondi dopo da una incomprensione fra Camerlengo e Cuomo: se ne va Santi e viene steso, Marangon trasforma il penalty spiazzando Camerlengo e manda virtualmente al riposo compagni e avversari, prima di godersi la meritata ovazione del suo pubblico. L'incontro si chiude sul punteggio di 3-1, non certo il più atteso da chi ha seguito la Clodiense lungo tutta l'estate.
Non si può parlare di Clodiense irriconoscibile (l'impianto di gioco si vede presente anche nelle giornate più opache), ma sicuramente alcuni elementi ad Adria hanno reso sotto i propri livelli standard e le aspettative. Chi si aspettava la continuazione delle positive trasferte precedenti è rimasto deluso, ma è lo stesso Mattiazzi a smorzare la delusione parlando di disattenzioni individuali e del pallino del gioco, nel primo tempo in salde mani granata. Resta che questa Clodiense, per ora, fatica a spaccare la partita, a volgerla a suo favore con break offensivi e percussioni -bravo in questo Abrefah, puntuale anche Pellizzer- mentre avrebbe bisogno che gli elementi più tecnici si prendano la responsabilità di non tenere il pallone troppo a lungo ma di verticalizzare con forza e qualità, che non manca. Domenica prossima -sempre dalle ore 15- l'arrivo dei trentini del Levico Terme allo stadio Ballarin dirà se quello adriese sia stato solo un rovescio passeggero o se il lavoro per Mattiazzi e il suo staff dovrà tornare a farsi più duro e sotto traccia.
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