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martedì 29 gennaio 2019
IL DIFENSORE MARINANTE NICOLA BOSCOLO BISTO LASCIA L'ADRIESE CONCLUDERÀ LA STAGIONE NEL DELTA PORTO TOLLE
Ultimi fuochi del calciomercato invernale in serie D e cambio di maglia, ma restando sempre in Polesine, per Nicola Boscolo Bisto. Il 18enne terzino di Sottomarina, di proprietà del Padova dopo trascorsi giovanili con Genoa e Torino, lascia Adria dopo un anno e passa in prestito al Delta Porto Tolle per continuare la sua crescita agonistica. Nell'Adriese si assottiglia così ancor di più la presenza chioggiotta: partiti in estate Alberto Ballarin e Stefano Bellemo (oltre all'ex allenatore Mattiazzi e allo staff che ancora lavora per la Clodiense), in forza alla capolista rimangono il capitano Michael Pagan e il difensore centrale Davide Boscolo Berto. Nicola Bisto invece già domenica potrebbe giocare dal primo minuto in Trento-Delta, partita che sarà trasmessa in diretta streaming dal sito di Repubblica per promuovere la serie D: i biancoblu di Porto Tolle sono lanciati in classifica all'inseguimento della zona playoff. Per la Clodiense Chioggia Sottomarina invece insidiosa trasferta al confine, nel freddo sottozero di Brunico contro i locali del Sankt Georgen.
domenica 27 gennaio 2019
NON PUÒ PIOVERE PER SEMPRE: CLODIENSE BATTUTA 2-1 DALL'ARZIGNANO, DA ERRORI PROPRI E DELL'ARBITRO. MA MERITAVA DI PIÙ
Se c'è una cosa che ha messo d'accordo Clodiense Chioggia Sottomarina e Arzignano Valchiampo, alla fine dell'incontro in laguna vinto dalla formazione ospite per 2-1 con i goal di Valenti e Ferri a rimontare quello iniziale di Djurić, è che tra le due realtà non si siano affatto visti i 20 (poi 23) punti di distacco in classifica. E al cospetto di una delle squadre papabili per il salto di categoria, che fa del bel gioco organizzato e ordinato la propria cifra stilistica, i granata di Vittadello hanno opposto tenacia, applicazione, concentrazione e volontà: non sufficienti a strappare punti, complici un paio di uscite approssimative del solitamente impeccabile Camerlengo, e la frettolosa espulsione di Ballarin decretata dall'arbitro pordenonese Sfira (ebbasta, nel senso: abbiamo già dato).
Soprattutto il secondo fallo non pareva passibile di ammonizione, specie confrontato con altre decisioni (un rigore reclamato per parte, altri fischi discutibili) di un direttore di gara apparso troppo spesso lontano dall'azione. Beninteso, i chioggiotti ci hanno messo del loro e Sfira non è il Cardella della partita contro il Bolzano, ma il migliore dei gialloazzurri è stato il portiere Tosi e anche questo vorrà dire qualcosa, oltre all'aver attaccato a viso aperto fino all'ultimo. Rigirarsi tra le mani la classifica serve a poco, pur nella contemporanea caduta rovinosa del Trento e nella sconfitta del Tamai: l'uscita dai playout resta lontana, meglio allora confortarsi per la prestazione convincente, perché non può piovere per sempre.
Sotto qualche goccia infatti sono state giocate le fasi salienti del match, davanti a 200 spettatori con nutrita rappresentanza berica in gradinata lungolaguna. Vittadello non dispone di Baccolo né di Erman e manda in campo Camerlengo in porta, Martino e Acampora terzini, Ballarin e Granziera difensori centrali, Djurić e Cuomo davanti alla difesa, Farinazzo e Luca Bullo alle ali, Nappello dietro il centravanti Fioretti. In panchina Zennaro, Pastorelli, Pupa, Nicola Bullo, Bagatti, Bellemo, Piazza, Gerthoux, Cinque. Risponde mister Daniele di Donato con Tosi, l'ex clodiense Spaltro, Vanzan, Maldonado, Bigolin, Ferri, Valenti, Hoxha, Odogwu, Forte, Pllumbaj. Fra le riserve Farina, Maronilli, Burato, Panzani, Cavaliere, Antoniazzi, Parasecoli, Serroukh, Fracaro. Le due squadre sono accompagnate in campo dai Pulcini 2007, e si dispongono al centro per onorare un minuto di raccoglimento in memoria di Guido Crocco, dirigente accompagnatore del settore giovanile.
Dal primo corner, dopo tre minuti, sguscia sùbito il goal che sblocca la partita: batte Nappello e Marco Djurić lascia sul posto Forte, scegliendo bene il tempo dell'incornata che non dà scampo a Tosi: una festa da condividere con la fidanzata Elena, giunta da Pesaro alla tribuna del Ballarin. Momenti che solo nel calcio dei dilettanti si possono ancora vedere. L'Arzignano è disposto col 4-2-4, non sta a guardare e ci prova con un diagonale di Spaltro, che fila fuori di poco alla destra di Camerlengo: ma l'arbitro ha fischiato un fuorigioco. Al 9° è Pllumbaj a ciccare il tiro su cross dalla sinistra di Odogwu, il quale due minuti più tardi si libera in area e impegna Camerlengo in angolo. La guerra lampo continua quando il folletto Valenti scarica da destra, sempre Pllumbaj si trova sulla traiettoria: la palla entra ma Sfira segnala l'offside.
Il goal ospite è maturo e lo realizza proprio il numero 7, il migliore per quanto visto fino a lì: Valenti supera il suo marcatore Acampora (autore peraltro dell'ennesima prova pregevole), si accentra e lascia partire uno splendido sinistro a giro, imparabile, che si insacca all'angolo opposto della porta di Camerlengo. La Clodiense non sta a guardare e con un contropiede geometricamente perfetto chiama in causa Fioretti, Farinazzo, Nappello che con un tunnel filtrante serve ancora in profondità (e forse appena lungo) Fioretti, il quale si smarca e calcia su Tosi in uscita. Ancora il centravanti di casa, dalla sinistra, mette in mezzo dove Farinazzo viene anticipato all'ultimo. La Clodiense ha retto bene l'urto di un avversario più quotato, e non si è negata le occasioni per far male a sua volta: tutti promossi i ragazzi di Vittadello a fine primo tempo, con note di merito particolari per la poderosa spinta di Acampora -capace di stringere in mezzo e di rilanciare con pari proprietà- oltre ai recuperi di Djurić, la presenza tempestiva di Cuomo e la luce accesa da Nappello.
Inizia a piovere in maniera più consistente durante l'intervallo, nessun cambio all'inizio (e pochi anche alla fine), né timore reverenziale degli atleti per l'occasione in maglia bianca. La partita viene spezzettata da alcuni falli, e si ravviva attorno al 56°: dapprima Odogwu (più efficace in altre circostanze) finta e lascia scorrere, ma dietro non trova compagni; poi sul contropiede Fioretti fa tutto il campo da solo e tiene impegnata la difesa, indi nel controrilancio Ballarin atterra Odogwu dopo che il nigeriano si era già liberato del pallone: Sfira, ancorché abbastanza distante, opta per il cartellino giallo. Al 62° è il momento dell'esordio per Francesco Gerthoux, ultimo arrivato dalla Primavera del Padova: gli fa posto Luca Bullo, sfiancato dalla doppia funzione di fascia al pari di Farinazzo, entrambi poco incisivi davanti.
Corre il il 65° minuto quando il vento gioca un brutto scherzo a Camerlengo, che esce a vuoto su cross di Valenti impennato da Martino: la palla arriva a Odogwu che viene contrato dal suo omologo Fioretti appena dentro l'area. Nemmeno il tempo per i berici di protestare in cerca del rigore (il replay lascia dubbi), che la palla arriva a Pllumbaj il quale calcia a colpo sicuro verso la rete, ma centra in pieno Martino. Una bella partita, dai continui capovolgimenti di fronte, complice l'aria umida e frizzante. Di Donato manda a scaldare Fracaro, un altro dei pezzi pregiati tenuto "in fresca", che di lì a poco sarà chiamato sul terreno di gioco a rimpiazzare il platinato Forte.
Alla metà esatta del tempo, Nappello fa gridare al goal con un diabolico destro dai 16 metri, deviato prima dalla suola di Maldonado -piuttosto in ombra il regista ecuadoriano, rispetto ad altre gare decisive- poi dalla punta delle dita di Tosi, che compie una prodezza mettendo il pallone in calcio d'angolo. Fra il fantasista napoletano e l'estremo ospite il duello continua al 72° con un'altra conclusione da fuori, bloccata a terra, e poi all'80° quando la palla esce alla sinistra dei pali vicentini. Gerthoux si fa notare per l'avvio di un contropiede ma anche per una svista in ripiegamento che lascia campo libero agli avversari. In alleggerimento, Odogwu mette alto di testa e su azione da corner Cuomo viene trattenuto da Bigolin, che gli impedisce di saltare: Sfira lascia correre, le perplessità sono ancora sul tavolo.
Le contestazioni bipartisan all'arbitro raggiungono il culmine da parte clodiense quando il direttore di gara punisce severamente con il secondo cartellino giallo un altro intervento di Ballarin ai danni di Odogwu: azione simile alla precedente, con il possente centravanti che si libera del pallone e Ballarin frana addosso, ma manca ogni presupposto di cattiveria o decisività -il gioco ormai era lontano- tale da far propendere l'accorrente Sfira (accorrente nel senso che non era vicino all'azione) a mettere mano al fischietto e al cartellino rosso. Ancora una volta Clodiense in dieci nel finale, pronta a fare le barricate per strappare il punto che avrebbe sicuramente meritato.
Il match in effetti pare incanalato alla divisione della posta, ma il presentimento è dietro l'angolo: come peggio non si poteva, la punizione arzignanese di Vanzan è uno spiovente innocuo, ma Camerlengo ci mette del suo respingengola di pugno a centro area, senza poi riprendere il campanile. La sfera impazzita raggiunge i piedi del difensore ospite Ferri, fin lì non certo tra i migliori, che trova il pertugio di potenza per infilare la porta a metà strada fra Martino e Djurić che la presidiano sulla linea. Esultano i tanti tifosi gialloazzurri, si mastica amaro dagli spalti di casa. L'ultimo ad arrendersi è Nappello, che per poco non pareggia subito i conti su punizione da 25 metri destinata sotto la traversa: un colpo di reni di Tosi dice no, al resto ci pensano i difensori di Di Donato a mettere la palla in tribuna appena possono, per contrastare l'intensità dell'impeto chioggiotto, a testa bassa.
Entra anche Cinque per la furia finale, ma i quattro minuti di recupero fruttano solo angoli in serie e "falli di confusione" in mezzo all'area. Il risultato bugiardo si materializza fra le proteste dell'allenatore in seconda Rizzi verso l'arbitro Sfira e la gioia dell'Arzignano che va a salutare i propri sostenitori: «Era la gara più difficile», ha ammesso il tecnico che ha giocato in serie A con Palermo e Siena. E bisogna dargli ragione, anche se in mano la Clodiense stringe un pugno di mosche, condannata dalle concause imponderabili, di matrice propria o di terzi che siano. Ma giocando così la salvezza non è un miraggio, a cominciare da domenica prossima nel gelo altoatesino di Sankt Georgen: da Brunico passerà anche il confine del campionato per la coda della graduatoria, dove sono invischiate entrambe le squadre.
Dal canto suo Mario Vittadello lascia spazio in sala stampa al presidente Ivano Bielo, che si dice sicuro del fatto che il successo avrebbe dovuto arridere alla sua squadra, per numero di occasioni create a fronte di quelle subìte, e chiama in causa l'arbitraggio per i non pochi episodi borderline. Non è d'accordo Luca Ferri, goleador di giornata, che si tiene stretti i tre punti (a un certo punto insperati?) per rimanere aggrappati al treno di Adriese e Campodarsego, vittoriose entrambe: «Penso che il risultato sia giusto», ha detto il difensore gialloazzurro.
Non la pensa così l'altro realizzatore, Marco Djurić: «In settimana lavoriamo sulle palle inattive perché diventano fondamentali in un campionato come questo». Ecco, tra le cose buone da mettere via dopo questo incontro c'è il secondo goal consecutivo nato su schema da fermo: se si pensa che fino a poche settimane fa la Clodiense non sfruttava corner né punizioni, non tirava da fuori area e raramente si rendeva pericolosa anche dall'interno, la metamorfosi operata da Vittadello e dal mercato è lì a dimostrare che non tutto è perduto.
Le pagelle dei granata:
Camerlengo 5: spiace per la serietà del ragazzo e per le sue doti oltremodo dimostrate lungo il campionato, ma contro l'Arzignano due uscite avventate e "ventose" hanno rischiato un rigore e concesso la rete del k.o., a vanificare la bella parata su conclusione ravvicinata di Odogwu nel primo tempo. Si rifarà prestissimo, già domenica in Südtirol.
Martino 6: Forte è un brutto cliente, Fracaro idem. Pietro limita le avanzate e tampona le rare falle nei paraggi, servendo a mo' di trattore Acampora per un contropiede che poteva essere micidiale.
Granziera 6.5: di testa ci arriva spesso, prova anche a costruire e a proiettarsi. Prova diligente, ma che acquista qualità considerato lo spessore dei rivali di giornata.
Ballarin 5.5: vale il discorso di altre domeniche. Molto spesso le prende lui, in anticipo e con senso della posizione che tutti gli riconoscono. Ma c'è quasi sempre un'occasione in cui induce gli arbitri a estrarre il cartellino, lasciando la squadra in dieci e senza di lui la domenica dopo. Anche se il secondo fallo, francamente, non era da punire col giallo. Magari anche per lui un goal segnato spazzerà tutto.
Acampora 7: nonostante la prodezza di Valenti sia iniziata dalla sua parte e finita in rete, il 17enne napoletano si conferma sempre più sorprendente, giocando con grande maturità sia quando si è trattato di stringere al centro, che di anticipare da terzino di fascia, che di prodursi in contropiede e traversoni. La nota più bella della giornata granata.
Djurić 7: la sua più bella partita con la maglia lagunare, un goal prezioso dedicato al suo amore in tribuna e tanta sostanza a metà campo, sia da mezzala che davanti la difesa. I virtuosi gialloazzurri non passano ed è tanto merito suo, anche se all'arbitro Sfira non sfugge mai l'occasione per ammonirlo: Marco gioca di fisico ed è penalizzato più di altri.
Cuomo 7: tempestivo in recupero, preciso nei lanci, supporta le due fasi senza sbavature e mettendo ordine. Prova anche questa settimana a far male davanti, ma Bigolin lo trattiene mentre sta per saltare a pochi metri dalla porta: intervento che lascia più di un dubbio. Ma anche la certezza che domenica prossima, in difesa o a centrocampo, risponderà ancora e sempre: presente!
Farinazzo 5.5: il modulo arioso lo costringe a coprire una vasta zona di campo, arrivando con difficoltà in fondo e soprattutto alla conclusione. Peccato, perché seppur utile il suo apporto viene a sfarinarsi nelle virtù conclamate: l'uso chirurgico del sinistro, il senso della porta, il dialogo stretto. Si può pronosticare che in Alto Adige sarà la sua partita.
Nappello 7: canta e porta la croce, come spesso si è visto durante il torneo. Ingaggia un duello col portiere arzignanese Tosi, vinto da quest'ultimo che gli ha parato una punizione con colpo di reni e una conclusione da fuori, deviata dalla suola di Maldonado e indirizzata nel sacco. Bello il filtrante per Fioretti nel primo tempo, ma appena lungo. Senza di lui è un'altra Clodiense.
Luca Bullo 5.5: come per Farinazzo, i compiti di retrovia lo limitano nello sprigionare le ben note qualità di palleggio e di dialogo coi compagni dell'attacco. Così arriva raramente vicino alla porta, dove sa come far male. È il primo a essere sostituito, per il debutto del quasi coetaneo Gerthoux: eppure il "soldatino" Luca gioca già con la saggezza di un capitano navigato. (Gerthoux 6: ha l'attenuante dell'esordio, ma liscia un paio di palloni che avrebbero potuto trasformarsi in contropiede verminosi. Uno ne innesca anche lui, verso il proprio attacco, poi fatica a trovare posizione nel finale e a ricevere palloni giocabili: da rivedere in ulteriori contesti)
Fioretti 6.5: combatte su ogni pallone, viene a prenderseli anche nella propria metà campo, è il primo a dare fastidio a Maldonado quando quest'ultimi si accinge a costruire l'azione per l'Arzignano. Una punta completa, che svaria ma che cerca la porta: arriva con un attimo di ritardo sul tracciante (comunque un po' lungo) di Nappello nel primo tempo, poi nella ripresa sparisce un po'. Lo si era visto bene assieme a Cinque contro il San Donà, chissà che non ci sia occasione di ripetere l'esperimento. (Cinque s.v.)
Vittadello 7: prepara una partita di notevole intensità atletica, con un camaleontico 4-2-3-1 capace di diventare 4-3-3 a seconda della posizione di Nappello. Continua a vincere la scommessa su Acampora (oltre a quella, più "facile" da preconizzare, su Martino) e davanti ha diverse frecce di gioco per creare pericoli e tirare finalmente in porta: non ultima, le palle inattive che hanno fruttato due reti in una settimana. Non essendo venuto in sala stampa, non gli si è potuto chiedere come mai Cinque abbia giocato solo i minuti della sua carta d'identità.
Arzignano Valchiampo: Tosi 7, Spaltro 6.5, Bigolin 6.5, Ferri 6, Vanzan 6.5, Maldonado 6, Hoxha 5.5, Valenti 7, Odogwu 6, Pllumbaj 5.5, Forte 6 (Fracaro 6, Burato s.v.)
l'arbitro Sfira 5: determina la partita, non solo con l'affrettata espulsione di Ballarin (almeno per quanto riguarda il secondo cartellino), ma anche per due possibili rigori non dati -uno per parte- e per la disparità di trattamento in alcuni falli. Su tutto, una certa distanza materiale dal vivo dell'azione, specie sul finire: mancanza di energie atletiche o abitudine negativa?
Soprattutto il secondo fallo non pareva passibile di ammonizione, specie confrontato con altre decisioni (un rigore reclamato per parte, altri fischi discutibili) di un direttore di gara apparso troppo spesso lontano dall'azione. Beninteso, i chioggiotti ci hanno messo del loro e Sfira non è il Cardella della partita contro il Bolzano, ma il migliore dei gialloazzurri è stato il portiere Tosi e anche questo vorrà dire qualcosa, oltre all'aver attaccato a viso aperto fino all'ultimo. Rigirarsi tra le mani la classifica serve a poco, pur nella contemporanea caduta rovinosa del Trento e nella sconfitta del Tamai: l'uscita dai playout resta lontana, meglio allora confortarsi per la prestazione convincente, perché non può piovere per sempre.
Sotto qualche goccia infatti sono state giocate le fasi salienti del match, davanti a 200 spettatori con nutrita rappresentanza berica in gradinata lungolaguna. Vittadello non dispone di Baccolo né di Erman e manda in campo Camerlengo in porta, Martino e Acampora terzini, Ballarin e Granziera difensori centrali, Djurić e Cuomo davanti alla difesa, Farinazzo e Luca Bullo alle ali, Nappello dietro il centravanti Fioretti. In panchina Zennaro, Pastorelli, Pupa, Nicola Bullo, Bagatti, Bellemo, Piazza, Gerthoux, Cinque. Risponde mister Daniele di Donato con Tosi, l'ex clodiense Spaltro, Vanzan, Maldonado, Bigolin, Ferri, Valenti, Hoxha, Odogwu, Forte, Pllumbaj. Fra le riserve Farina, Maronilli, Burato, Panzani, Cavaliere, Antoniazzi, Parasecoli, Serroukh, Fracaro. Le due squadre sono accompagnate in campo dai Pulcini 2007, e si dispongono al centro per onorare un minuto di raccoglimento in memoria di Guido Crocco, dirigente accompagnatore del settore giovanile.
Dal primo corner, dopo tre minuti, sguscia sùbito il goal che sblocca la partita: batte Nappello e Marco Djurić lascia sul posto Forte, scegliendo bene il tempo dell'incornata che non dà scampo a Tosi: una festa da condividere con la fidanzata Elena, giunta da Pesaro alla tribuna del Ballarin. Momenti che solo nel calcio dei dilettanti si possono ancora vedere. L'Arzignano è disposto col 4-2-4, non sta a guardare e ci prova con un diagonale di Spaltro, che fila fuori di poco alla destra di Camerlengo: ma l'arbitro ha fischiato un fuorigioco. Al 9° è Pllumbaj a ciccare il tiro su cross dalla sinistra di Odogwu, il quale due minuti più tardi si libera in area e impegna Camerlengo in angolo. La guerra lampo continua quando il folletto Valenti scarica da destra, sempre Pllumbaj si trova sulla traiettoria: la palla entra ma Sfira segnala l'offside.
Il goal ospite è maturo e lo realizza proprio il numero 7, il migliore per quanto visto fino a lì: Valenti supera il suo marcatore Acampora (autore peraltro dell'ennesima prova pregevole), si accentra e lascia partire uno splendido sinistro a giro, imparabile, che si insacca all'angolo opposto della porta di Camerlengo. La Clodiense non sta a guardare e con un contropiede geometricamente perfetto chiama in causa Fioretti, Farinazzo, Nappello che con un tunnel filtrante serve ancora in profondità (e forse appena lungo) Fioretti, il quale si smarca e calcia su Tosi in uscita. Ancora il centravanti di casa, dalla sinistra, mette in mezzo dove Farinazzo viene anticipato all'ultimo. La Clodiense ha retto bene l'urto di un avversario più quotato, e non si è negata le occasioni per far male a sua volta: tutti promossi i ragazzi di Vittadello a fine primo tempo, con note di merito particolari per la poderosa spinta di Acampora -capace di stringere in mezzo e di rilanciare con pari proprietà- oltre ai recuperi di Djurić, la presenza tempestiva di Cuomo e la luce accesa da Nappello.
Inizia a piovere in maniera più consistente durante l'intervallo, nessun cambio all'inizio (e pochi anche alla fine), né timore reverenziale degli atleti per l'occasione in maglia bianca. La partita viene spezzettata da alcuni falli, e si ravviva attorno al 56°: dapprima Odogwu (più efficace in altre circostanze) finta e lascia scorrere, ma dietro non trova compagni; poi sul contropiede Fioretti fa tutto il campo da solo e tiene impegnata la difesa, indi nel controrilancio Ballarin atterra Odogwu dopo che il nigeriano si era già liberato del pallone: Sfira, ancorché abbastanza distante, opta per il cartellino giallo. Al 62° è il momento dell'esordio per Francesco Gerthoux, ultimo arrivato dalla Primavera del Padova: gli fa posto Luca Bullo, sfiancato dalla doppia funzione di fascia al pari di Farinazzo, entrambi poco incisivi davanti.
Corre il il 65° minuto quando il vento gioca un brutto scherzo a Camerlengo, che esce a vuoto su cross di Valenti impennato da Martino: la palla arriva a Odogwu che viene contrato dal suo omologo Fioretti appena dentro l'area. Nemmeno il tempo per i berici di protestare in cerca del rigore (il replay lascia dubbi), che la palla arriva a Pllumbaj il quale calcia a colpo sicuro verso la rete, ma centra in pieno Martino. Una bella partita, dai continui capovolgimenti di fronte, complice l'aria umida e frizzante. Di Donato manda a scaldare Fracaro, un altro dei pezzi pregiati tenuto "in fresca", che di lì a poco sarà chiamato sul terreno di gioco a rimpiazzare il platinato Forte.
Alla metà esatta del tempo, Nappello fa gridare al goal con un diabolico destro dai 16 metri, deviato prima dalla suola di Maldonado -piuttosto in ombra il regista ecuadoriano, rispetto ad altre gare decisive- poi dalla punta delle dita di Tosi, che compie una prodezza mettendo il pallone in calcio d'angolo. Fra il fantasista napoletano e l'estremo ospite il duello continua al 72° con un'altra conclusione da fuori, bloccata a terra, e poi all'80° quando la palla esce alla sinistra dei pali vicentini. Gerthoux si fa notare per l'avvio di un contropiede ma anche per una svista in ripiegamento che lascia campo libero agli avversari. In alleggerimento, Odogwu mette alto di testa e su azione da corner Cuomo viene trattenuto da Bigolin, che gli impedisce di saltare: Sfira lascia correre, le perplessità sono ancora sul tavolo.
Le contestazioni bipartisan all'arbitro raggiungono il culmine da parte clodiense quando il direttore di gara punisce severamente con il secondo cartellino giallo un altro intervento di Ballarin ai danni di Odogwu: azione simile alla precedente, con il possente centravanti che si libera del pallone e Ballarin frana addosso, ma manca ogni presupposto di cattiveria o decisività -il gioco ormai era lontano- tale da far propendere l'accorrente Sfira (accorrente nel senso che non era vicino all'azione) a mettere mano al fischietto e al cartellino rosso. Ancora una volta Clodiense in dieci nel finale, pronta a fare le barricate per strappare il punto che avrebbe sicuramente meritato.
Il match in effetti pare incanalato alla divisione della posta, ma il presentimento è dietro l'angolo: come peggio non si poteva, la punizione arzignanese di Vanzan è uno spiovente innocuo, ma Camerlengo ci mette del suo respingengola di pugno a centro area, senza poi riprendere il campanile. La sfera impazzita raggiunge i piedi del difensore ospite Ferri, fin lì non certo tra i migliori, che trova il pertugio di potenza per infilare la porta a metà strada fra Martino e Djurić che la presidiano sulla linea. Esultano i tanti tifosi gialloazzurri, si mastica amaro dagli spalti di casa. L'ultimo ad arrendersi è Nappello, che per poco non pareggia subito i conti su punizione da 25 metri destinata sotto la traversa: un colpo di reni di Tosi dice no, al resto ci pensano i difensori di Di Donato a mettere la palla in tribuna appena possono, per contrastare l'intensità dell'impeto chioggiotto, a testa bassa.
Entra anche Cinque per la furia finale, ma i quattro minuti di recupero fruttano solo angoli in serie e "falli di confusione" in mezzo all'area. Il risultato bugiardo si materializza fra le proteste dell'allenatore in seconda Rizzi verso l'arbitro Sfira e la gioia dell'Arzignano che va a salutare i propri sostenitori: «Era la gara più difficile», ha ammesso il tecnico che ha giocato in serie A con Palermo e Siena. E bisogna dargli ragione, anche se in mano la Clodiense stringe un pugno di mosche, condannata dalle concause imponderabili, di matrice propria o di terzi che siano. Ma giocando così la salvezza non è un miraggio, a cominciare da domenica prossima nel gelo altoatesino di Sankt Georgen: da Brunico passerà anche il confine del campionato per la coda della graduatoria, dove sono invischiate entrambe le squadre.
Dal canto suo Mario Vittadello lascia spazio in sala stampa al presidente Ivano Bielo, che si dice sicuro del fatto che il successo avrebbe dovuto arridere alla sua squadra, per numero di occasioni create a fronte di quelle subìte, e chiama in causa l'arbitraggio per i non pochi episodi borderline. Non è d'accordo Luca Ferri, goleador di giornata, che si tiene stretti i tre punti (a un certo punto insperati?) per rimanere aggrappati al treno di Adriese e Campodarsego, vittoriose entrambe: «Penso che il risultato sia giusto», ha detto il difensore gialloazzurro.
Non la pensa così l'altro realizzatore, Marco Djurić: «In settimana lavoriamo sulle palle inattive perché diventano fondamentali in un campionato come questo». Ecco, tra le cose buone da mettere via dopo questo incontro c'è il secondo goal consecutivo nato su schema da fermo: se si pensa che fino a poche settimane fa la Clodiense non sfruttava corner né punizioni, non tirava da fuori area e raramente si rendeva pericolosa anche dall'interno, la metamorfosi operata da Vittadello e dal mercato è lì a dimostrare che non tutto è perduto.
Le pagelle dei granata:
Camerlengo 5: spiace per la serietà del ragazzo e per le sue doti oltremodo dimostrate lungo il campionato, ma contro l'Arzignano due uscite avventate e "ventose" hanno rischiato un rigore e concesso la rete del k.o., a vanificare la bella parata su conclusione ravvicinata di Odogwu nel primo tempo. Si rifarà prestissimo, già domenica in Südtirol.
Martino 6: Forte è un brutto cliente, Fracaro idem. Pietro limita le avanzate e tampona le rare falle nei paraggi, servendo a mo' di trattore Acampora per un contropiede che poteva essere micidiale.
Granziera 6.5: di testa ci arriva spesso, prova anche a costruire e a proiettarsi. Prova diligente, ma che acquista qualità considerato lo spessore dei rivali di giornata.
Ballarin 5.5: vale il discorso di altre domeniche. Molto spesso le prende lui, in anticipo e con senso della posizione che tutti gli riconoscono. Ma c'è quasi sempre un'occasione in cui induce gli arbitri a estrarre il cartellino, lasciando la squadra in dieci e senza di lui la domenica dopo. Anche se il secondo fallo, francamente, non era da punire col giallo. Magari anche per lui un goal segnato spazzerà tutto.
Acampora 7: nonostante la prodezza di Valenti sia iniziata dalla sua parte e finita in rete, il 17enne napoletano si conferma sempre più sorprendente, giocando con grande maturità sia quando si è trattato di stringere al centro, che di anticipare da terzino di fascia, che di prodursi in contropiede e traversoni. La nota più bella della giornata granata.
Djurić 7: la sua più bella partita con la maglia lagunare, un goal prezioso dedicato al suo amore in tribuna e tanta sostanza a metà campo, sia da mezzala che davanti la difesa. I virtuosi gialloazzurri non passano ed è tanto merito suo, anche se all'arbitro Sfira non sfugge mai l'occasione per ammonirlo: Marco gioca di fisico ed è penalizzato più di altri.
Cuomo 7: tempestivo in recupero, preciso nei lanci, supporta le due fasi senza sbavature e mettendo ordine. Prova anche questa settimana a far male davanti, ma Bigolin lo trattiene mentre sta per saltare a pochi metri dalla porta: intervento che lascia più di un dubbio. Ma anche la certezza che domenica prossima, in difesa o a centrocampo, risponderà ancora e sempre: presente!
Farinazzo 5.5: il modulo arioso lo costringe a coprire una vasta zona di campo, arrivando con difficoltà in fondo e soprattutto alla conclusione. Peccato, perché seppur utile il suo apporto viene a sfarinarsi nelle virtù conclamate: l'uso chirurgico del sinistro, il senso della porta, il dialogo stretto. Si può pronosticare che in Alto Adige sarà la sua partita.
Nappello 7: canta e porta la croce, come spesso si è visto durante il torneo. Ingaggia un duello col portiere arzignanese Tosi, vinto da quest'ultimo che gli ha parato una punizione con colpo di reni e una conclusione da fuori, deviata dalla suola di Maldonado e indirizzata nel sacco. Bello il filtrante per Fioretti nel primo tempo, ma appena lungo. Senza di lui è un'altra Clodiense.
Luca Bullo 5.5: come per Farinazzo, i compiti di retrovia lo limitano nello sprigionare le ben note qualità di palleggio e di dialogo coi compagni dell'attacco. Così arriva raramente vicino alla porta, dove sa come far male. È il primo a essere sostituito, per il debutto del quasi coetaneo Gerthoux: eppure il "soldatino" Luca gioca già con la saggezza di un capitano navigato. (Gerthoux 6: ha l'attenuante dell'esordio, ma liscia un paio di palloni che avrebbero potuto trasformarsi in contropiede verminosi. Uno ne innesca anche lui, verso il proprio attacco, poi fatica a trovare posizione nel finale e a ricevere palloni giocabili: da rivedere in ulteriori contesti)
Fioretti 6.5: combatte su ogni pallone, viene a prenderseli anche nella propria metà campo, è il primo a dare fastidio a Maldonado quando quest'ultimi si accinge a costruire l'azione per l'Arzignano. Una punta completa, che svaria ma che cerca la porta: arriva con un attimo di ritardo sul tracciante (comunque un po' lungo) di Nappello nel primo tempo, poi nella ripresa sparisce un po'. Lo si era visto bene assieme a Cinque contro il San Donà, chissà che non ci sia occasione di ripetere l'esperimento. (Cinque s.v.)
Vittadello 7: prepara una partita di notevole intensità atletica, con un camaleontico 4-2-3-1 capace di diventare 4-3-3 a seconda della posizione di Nappello. Continua a vincere la scommessa su Acampora (oltre a quella, più "facile" da preconizzare, su Martino) e davanti ha diverse frecce di gioco per creare pericoli e tirare finalmente in porta: non ultima, le palle inattive che hanno fruttato due reti in una settimana. Non essendo venuto in sala stampa, non gli si è potuto chiedere come mai Cinque abbia giocato solo i minuti della sua carta d'identità.
Arzignano Valchiampo: Tosi 7, Spaltro 6.5, Bigolin 6.5, Ferri 6, Vanzan 6.5, Maldonado 6, Hoxha 5.5, Valenti 7, Odogwu 6, Pllumbaj 5.5, Forte 6 (Fracaro 6, Burato s.v.)
l'arbitro Sfira 5: determina la partita, non solo con l'affrettata espulsione di Ballarin (almeno per quanto riguarda il secondo cartellino), ma anche per due possibili rigori non dati -uno per parte- e per la disparità di trattamento in alcuni falli. Su tutto, una certa distanza materiale dal vivo dell'azione, specie sul finire: mancanza di energie atletiche o abitudine negativa?
sabato 26 gennaio 2019
ALLO STADIO BALLARIN ARRIVA L'ARZIGNANO: ALLA CLODIENSE SERVE UN EXPLOIT PER RIPETERE IL SUCCESSO COL SAN DONÀ
Delicato impegno casalingo per la Clodiense Chioggia Sottomarina, che oggi dalle ore 14.30 allo stadio Ballarin affronta l’Arzignano Valchiampo, seconda in classifica a pochi punti dalla capolista Adriese. Un avversario senza dubbio ostico per la qualità del gioco espresso negli ultimi anni e per individualità di spessore come Odogwu, Valenti, Maldonado e Fracaro.
In casa granata, l’allenatore Vittadello deve fare a meno di Baccolo -infortunatosi domenica scorsa nella vittoria interna contro il San Donà- e forse di Erman, ma può convocare l’ultimo arrivato, il 18enne attaccante Francesco Gerthoux, di scuola Juve e proveniente dalla Primavera del Padova: una punta tecnica e veloce che va a rimpolpare l’organico offensivo. L’incontro sarà arbitrato da Bogdan Sfira della sezione di Pordenone.
In casa granata, l’allenatore Vittadello deve fare a meno di Baccolo -infortunatosi domenica scorsa nella vittoria interna contro il San Donà- e forse di Erman, ma può convocare l’ultimo arrivato, il 18enne attaccante Francesco Gerthoux, di scuola Juve e proveniente dalla Primavera del Padova: una punta tecnica e veloce che va a rimpolpare l’organico offensivo. L’incontro sarà arbitrato da Bogdan Sfira della sezione di Pordenone.
venerdì 25 gennaio 2019
FRANCESCO GERTHOUX, BOMBER CLASSE 2000, È IL NUOVO ACQUISTO DELLA CLODIENSE CHIOGGIA SOTTOMARINA
Un nuovo giovane attaccante alla corte di Mario Vittadello. Si tratta di Francesco Gerthoux, 18enne di scuola Juventus, proveniente dalla Primavera del Padova: la punta cuneese si è dimostrata molto prolifica durante l'esperienza biancoscudata, e ora ha l'opportunità di crescere in una prima squadra accanto a bomber esperti come Lorenzo Cinque e Daniele Fioretti, dopo aver già indossato la maglia della nazionale giovanile. Una particolarità: Gerthoux è nato il 4 maggio, il giorno della tragedia di Superga. Il granata quindi era nel suo destino...
domenica 20 gennaio 2019
LA CLODIENSE TORNA FINALMENTE A VINCERE, 2-1 AL SAN DONÀ: DECISIVO CUOMO, MA C'ERA UN RIGORE PER GLI OSPITI
Finalmente. È l’avverbio più usato in tribuna dopo il fischio finale di Clodiense Chioggia Sottomarina – San Donà, vinto dai padroni di casa per 2-1: finalmente tre punti, finalmente una vittoria in casa che mancava dallo scorso settembre, finalmente un goal di Marco Cuomo su colpo di testa da calcio d’angolo, schema più volte andato vicino alla segnatura nel corso dell’anno, ma che mai finora aveva premiato uno dei giocatori più continui ed efficaci. Tre punti tutto sommato meritati per quanto fatto vedere nell’arco del match, con gli ospiti guardinghi e pericolosi solo nel finale del primo tempo oltre a qualche traversone: i biancoazzurri però reclamano, giustamente, la mancata concessione di un calcio di rigore all’85° per fallo di mano di Pastorelli dentro la propria area. Ma l’arbitro Duzel di Castelfranco Veneto, che era là a due passi, opta per lasciar correre: così arrivano tre punti d’oro per i granata, considerato anche il capitombolo interno del Tamai, mentre il Trento -l’altra rivale diretta nei bassifondi- ha vinto in extremis contro il Cjarlins.
L'allenatore Mario Vittadello recupera tutti gli acciaccati -a parte il lungodegente Tattini- e schiera il suo undici con un audace 4-2-4: Camerlengo in porta, Martino, Ballarin, Cuomo, Acampora in difesa, Baccolo ed Erman a centrocampo, Farinazzo e Luca Bullo alle ali, doppio centravanti con Cinque e Fioretti. In panchina Zennaro, Ranzato, Nicola Bullo, Bagatti, Granziera, Pastorelli, Piazza, Djurić e Nappello.
Risponde il tecnico sandonatese Soncin con Colonna, Zanetti, Bulgarella, Cavallini, de March, Montin, Tagliapietra, Longato, Bigoni, Paladin, Gusella. Di riserva Feltrin, Zanella, Palacio, Mortati, Faggian, Piovesan, Aperi, Michelon, Ferrarese.
Si gioca sotto un cielo sereno e davanti a poco più di 200 spettatori, i calciatori sono accompagnati dai piccoli atleti dei Primi Calci della Clodiense, che poi trovano posto in gradinata.
Al 5° azione manovrata della Clodiense. Farinazzo crossa basso per Cinque, tiro e parata di Colonna. Altrettanti minuti dopo risponde il San Donà con Gusella che tira alto dalla sinistra: mister Soncin mette Cavallini in marcatura a uomo su Baccolo, il faro della formazione lagunare. Al 19° ancora Cinque impegna Colonna dalla linea di fondo, lui e Fioretti si cercano molto ma è il San Donà ad andare molto, molto vicino a goal al 27°, quando il tiro di de March trova due deviazioni (Ballarin e Zanetti), e mentre la palla sta per entrare un intervento prodigioso di Acampora la toglie dal palo, salvandola così sulla linea. Inizia così la grande partita del giovane terzino napoletano, in difesa e in propulsione.
Alla mezz’ora ancora un infortunio precoce per Baccolo, che viene sostituito da Djurić. E poco dopo, l’arbitro Duzel fischia un rigore sacrosanto alla Clodiense dopo che Fioretti viene trattenuto in area da Zanetti: è lo stesso numero 10 granata a trasformare il penalty con un’esecuzione centrale. Al 37° bel contropiede di Bullo innescato da Acampora, che segue l’azione: Cinque chiama la palla, viene servito ma anche anticipato dal suo marcatore.
Pareggio sandonatese al 38° con Bigoni, che -assistito in profondità dall’ottimo regista Longato- sbuca alle spalle di Ballarin e infila Camerlengo in uscita. La fine del primo tempo è il momento migliore per gli ospiti: due cross di Bulgarella dapprima sorprendono l’autore della rete, poi raggiungono Paladin che viene contrato da Martino con le buone o con le cattive. Alla fine del primo tempo il pareggio è giusto. Rientro in campo senza ulteriori cambi, al 52° di nuovo Bigoni calcia in diagonale ma la palla esce a lato.
L’incantesimo si rompe al 55°, quando Marco Cuomo salta più in alto di Zanetti e insacca di testa il corner di Erman: prima gioia stagionale per il forte difensore e Clodiense di nuovo in vantaggio, grazie anche alla prestazione positiva dello stesso Erman. Entra Granziera per Bullo, avanzando Martino; al 60° è Cinque a mettere fuori di testa l’assist su punizione dello stesso regista triestino, e un minuto dopo Fioretti non riesce a controllare un gustoso pallone in area, per lasciare cinque minuti dopo il posto a Nappello. Dal canto suo Djurić sventaglia ed è bravo ad accumulare calci di punizione.
Lo stesso centravanti lagunare al 67° viene chiuso da portiere e difesa su delizioso contropiede di Farinazzo, mentre dall’altra parte anche Mortati non coglie l’attimo di una situazione favorevole nell’area chioggiotta. Il San Donà alza il proprio baricentro e alla Clodiense resta il contropiede: al 75° è il bomber ospite Aperi a mettere di testa fuori, e all’80° i padroni di casa potrebbero chiudere la partita a seguito del magnifico filtrante di Nappello che pesca “Ironman” Martino tutto solo davanti a Colonna. Il numero 2, che ha concluso la partita da mezzala sinistra, si allunga troppo il pallone favorendo l’intervento dell’estremo.
Sebbene il San Donà sia parso in precedenza appagato dal pari se non rinunciatario, il finale è di marca biancoazzurra: i traversoni di Gusella e Aperi dalla trequarti mettono in difficoltà la difesa di casa, ma prima non ci arrivano Bigoni e Ferrarese -benissimo Acampora in corner- poi lo stesso Bigoni e Mortati. Nel mezzo, la citata azione del rigore negato al San Donà (stupisce la vicinanza dell’arbitro al fallo) e ancora spioventi ospiti, sui quali prima Ferrarese la mette a lato di testa, poi fa buona guardia Granziera.
Duzel fischia la fine e i granata si abbracciano, quasi increduli di aver vinto una partita dopo quella di Carlino a novembre e, ancora più indietro, allo stadio Ballarin contro il Levico nel settembre 2018. Clodiense e Trento si avvicinano al Levico, sconfitto ad Arzignano; al Belluno, battuto in casa dal lanciato Delta Porto Tolle, allo stesso San Donà. E domenica calerà in laguna lo spauracchio Arzignano, che sta avvicinandosi alla vetta dopo il passo falso dell’Adriese a Sankt Georgen: ma come dice mister Vittadello, non ci sono partite impossibili e di qui in avanti bisognerà provare a far punti contro chiunque, indipendentemente dalla posizione. Una notizia di mercato a margine: l'attaccante Saverio Pedalino, che si era allenato con la Clodiense in prova per un ipotetico acquisto, si è accasato alfine all'Este.
Le pagelle dei granata:
Camerlengo 6: non deve compiere nemmeno una parata, e sul goal è bravo Bigoni ad anticiparlo in uscita senza sue colpe.
Martino 6: meno appariscente di altre volte, anche in virtù del controllo di Gusella, si fa tuttavia sentire da terzino e ha la palla goal da mezzala sinistra, dove però arriva esausto.
Ballarin 6: nell'occasione del goal sandonatese si lascia aggirare da Bigoni, ma prima e dopo rimedia ad altri pericoli con posizione e anticipo. Di testa sono tutte sue.
Cuomo 7: preciso in difesa, utile nei rilanci, soprattutto fondamentale in attacco per il primo goal stagionale, di testa su schema da corner. Giusto premio a uno dei migliori dell'annata, ne capitasse un altro paio sarebbe arma affilata verso la salvezza.
Acampora 7: altra prova da incorniciare, sia nella fase difensiva -salva sulla linea un goal già fatto, e libera bene in corner sul finire- che in quella di propulsione, nella catena mancina con Bullo prima e Martino poi. Ricordiamo sempre: classe 2001, e se farà carriera potremo dire che Vittadello ci ha visto lungo ad affidarsi a lui.
Baccolo 6: mezz'ora con Cavallini alle calcagna, segno che l'allenatore ospite Soncin ha giustamente individuato in lui l'uomo da fermare per seccare la manovra avversaria. Cede all'ormai usuale infortunio, costringendo il trainer a ridisegnare i crismi della squadra. Sfortunato.
Erman 6.5: il giovane triestino si fa apprezzare per la pulizia del tocco e la visione del lancio, come nel corner che manda in porta Cuomo, e nella punizione per la testa di Cinque. Ha mostrato senso della verticalità: è con la tecnica che questa Clodiense può ancora dire la sua.
Farinazzo 6.5: sacrificato a dover coprire mezza fascia, l'attaccante di Montagnana si rifà scodellando più di qualche contropiede con assist in profondità, oltre al bel cross basso iniziale per Cinque. E poco importa se arriva difficilmente verso la porta avversaria, per una volta.
Cinque 6.5: piace perché appena ha la palla vede la porta, perché tenta la giocata di prima, perché cerca il compagno di reparto Fioretti e ne viene cercato, dando conferma della bontà di avere le punte vicine. A lungo andare evapora un po', ma era al rientro: i suoi goal arriveranno, li ha sempre segnati.
Fioretti 6.5: procura e realizza il rigore, dialoga con Cinque e torna verso il centrocampo per prendersi i palloni. Abile nello svariare per tutta l'area, è poco reattivo su un bel pallone nella ripresa. Al 66° lascia per Nappello ma si può dire positivo l'esperimento doppia punta.
Luca Bullo 6: vale il discorso fatto per Farinazzo, anche se la sua azione è stata meno produttiva di effetti importanti in fase d'attacco. Suo un bel contropiede dopo il rigore, vanificato dagli anticipi avversari, e qualche ripiegamento in copertura quando Acampora si sganciava. Affidabile.
Djurić 6: alle geometrie di Baccolo sostituisce la forza d'urto, che si sostanzia in buone sventagliate a cambiare il gioco e nella collezione di falli subiti, di cui carica gli avversari. L'utilità al potere.
Nappello 6: un po' stranamente in panchina all'inizio, entra bene in partita nei triangoli con Farinazzo e Cinque: molto più che un trio d'attacco "alternativo". Magistrale il corridoio visto per trovare il taglio di Martino, meritava miglior esito. Solito cartellino giallo alla fine.
Granziera 6: fa il suo in retroguardia, convince quando si sovrappone a Farinazzo o ad altri compagni e arriva fino sul fondo per creare occasioni. Risponde sempre presente. (Pastorelli e Bagatti: senza voto, hanno giocato troppo poco. Il difensore ex Novara è comunque protagonista involontario del rigore chiesto invano dai sandonatesi).
Vittadello 6.5: passa con disinvoltura da un 4-2-4 aperto, pur temperato, al 5-3-2 nel finale con cinque difensori nominali e cambi "trapattoniani". Significa saper leggere bene la partita e ottenere dai ragazzi eclettismo e disponibilità. È il primo a credere nella salvezza.
San Donà: Colonna 6.5, Zanetti 5, Bulgarella 6.5, Cavallini 6.5, de March 6.5, Montin 6, Tagliapietra 5.5, Longato 6.5, Bigoni 7, Paladin 6, Gusella 7 (Aperi 6, Mortati 5.5, Ferrarese 6).
L'arbitro Duzel 5: fino all'85° legge bene le situazioni, dal goal non entrato per il San Donà al rigore su Fioretti, ai cartellini. Ma a cinque minuti dalla fine è a pochi metri dal fallo di mano di Pastorelli in area, non coperto né difficile da vedere data la sua posizione: la sua decisione determina il risultato (dando per buono che i biancoazzurri avessero segnato il penalty), per fortuna della Clodiense.
L'allenatore Mario Vittadello recupera tutti gli acciaccati -a parte il lungodegente Tattini- e schiera il suo undici con un audace 4-2-4: Camerlengo in porta, Martino, Ballarin, Cuomo, Acampora in difesa, Baccolo ed Erman a centrocampo, Farinazzo e Luca Bullo alle ali, doppio centravanti con Cinque e Fioretti. In panchina Zennaro, Ranzato, Nicola Bullo, Bagatti, Granziera, Pastorelli, Piazza, Djurić e Nappello.
Risponde il tecnico sandonatese Soncin con Colonna, Zanetti, Bulgarella, Cavallini, de March, Montin, Tagliapietra, Longato, Bigoni, Paladin, Gusella. Di riserva Feltrin, Zanella, Palacio, Mortati, Faggian, Piovesan, Aperi, Michelon, Ferrarese.
Si gioca sotto un cielo sereno e davanti a poco più di 200 spettatori, i calciatori sono accompagnati dai piccoli atleti dei Primi Calci della Clodiense, che poi trovano posto in gradinata.
Al 5° azione manovrata della Clodiense. Farinazzo crossa basso per Cinque, tiro e parata di Colonna. Altrettanti minuti dopo risponde il San Donà con Gusella che tira alto dalla sinistra: mister Soncin mette Cavallini in marcatura a uomo su Baccolo, il faro della formazione lagunare. Al 19° ancora Cinque impegna Colonna dalla linea di fondo, lui e Fioretti si cercano molto ma è il San Donà ad andare molto, molto vicino a goal al 27°, quando il tiro di de March trova due deviazioni (Ballarin e Zanetti), e mentre la palla sta per entrare un intervento prodigioso di Acampora la toglie dal palo, salvandola così sulla linea. Inizia così la grande partita del giovane terzino napoletano, in difesa e in propulsione.
Alla mezz’ora ancora un infortunio precoce per Baccolo, che viene sostituito da Djurić. E poco dopo, l’arbitro Duzel fischia un rigore sacrosanto alla Clodiense dopo che Fioretti viene trattenuto in area da Zanetti: è lo stesso numero 10 granata a trasformare il penalty con un’esecuzione centrale. Al 37° bel contropiede di Bullo innescato da Acampora, che segue l’azione: Cinque chiama la palla, viene servito ma anche anticipato dal suo marcatore.
Pareggio sandonatese al 38° con Bigoni, che -assistito in profondità dall’ottimo regista Longato- sbuca alle spalle di Ballarin e infila Camerlengo in uscita. La fine del primo tempo è il momento migliore per gli ospiti: due cross di Bulgarella dapprima sorprendono l’autore della rete, poi raggiungono Paladin che viene contrato da Martino con le buone o con le cattive. Alla fine del primo tempo il pareggio è giusto. Rientro in campo senza ulteriori cambi, al 52° di nuovo Bigoni calcia in diagonale ma la palla esce a lato.
L’incantesimo si rompe al 55°, quando Marco Cuomo salta più in alto di Zanetti e insacca di testa il corner di Erman: prima gioia stagionale per il forte difensore e Clodiense di nuovo in vantaggio, grazie anche alla prestazione positiva dello stesso Erman. Entra Granziera per Bullo, avanzando Martino; al 60° è Cinque a mettere fuori di testa l’assist su punizione dello stesso regista triestino, e un minuto dopo Fioretti non riesce a controllare un gustoso pallone in area, per lasciare cinque minuti dopo il posto a Nappello. Dal canto suo Djurić sventaglia ed è bravo ad accumulare calci di punizione.
Lo stesso centravanti lagunare al 67° viene chiuso da portiere e difesa su delizioso contropiede di Farinazzo, mentre dall’altra parte anche Mortati non coglie l’attimo di una situazione favorevole nell’area chioggiotta. Il San Donà alza il proprio baricentro e alla Clodiense resta il contropiede: al 75° è il bomber ospite Aperi a mettere di testa fuori, e all’80° i padroni di casa potrebbero chiudere la partita a seguito del magnifico filtrante di Nappello che pesca “Ironman” Martino tutto solo davanti a Colonna. Il numero 2, che ha concluso la partita da mezzala sinistra, si allunga troppo il pallone favorendo l’intervento dell’estremo.
Sebbene il San Donà sia parso in precedenza appagato dal pari se non rinunciatario, il finale è di marca biancoazzurra: i traversoni di Gusella e Aperi dalla trequarti mettono in difficoltà la difesa di casa, ma prima non ci arrivano Bigoni e Ferrarese -benissimo Acampora in corner- poi lo stesso Bigoni e Mortati. Nel mezzo, la citata azione del rigore negato al San Donà (stupisce la vicinanza dell’arbitro al fallo) e ancora spioventi ospiti, sui quali prima Ferrarese la mette a lato di testa, poi fa buona guardia Granziera.
Duzel fischia la fine e i granata si abbracciano, quasi increduli di aver vinto una partita dopo quella di Carlino a novembre e, ancora più indietro, allo stadio Ballarin contro il Levico nel settembre 2018. Clodiense e Trento si avvicinano al Levico, sconfitto ad Arzignano; al Belluno, battuto in casa dal lanciato Delta Porto Tolle, allo stesso San Donà. E domenica calerà in laguna lo spauracchio Arzignano, che sta avvicinandosi alla vetta dopo il passo falso dell’Adriese a Sankt Georgen: ma come dice mister Vittadello, non ci sono partite impossibili e di qui in avanti bisognerà provare a far punti contro chiunque, indipendentemente dalla posizione. Una notizia di mercato a margine: l'attaccante Saverio Pedalino, che si era allenato con la Clodiense in prova per un ipotetico acquisto, si è accasato alfine all'Este.
Le pagelle dei granata:
Camerlengo 6: non deve compiere nemmeno una parata, e sul goal è bravo Bigoni ad anticiparlo in uscita senza sue colpe.
Martino 6: meno appariscente di altre volte, anche in virtù del controllo di Gusella, si fa tuttavia sentire da terzino e ha la palla goal da mezzala sinistra, dove però arriva esausto.
Ballarin 6: nell'occasione del goal sandonatese si lascia aggirare da Bigoni, ma prima e dopo rimedia ad altri pericoli con posizione e anticipo. Di testa sono tutte sue.
Cuomo 7: preciso in difesa, utile nei rilanci, soprattutto fondamentale in attacco per il primo goal stagionale, di testa su schema da corner. Giusto premio a uno dei migliori dell'annata, ne capitasse un altro paio sarebbe arma affilata verso la salvezza.
Acampora 7: altra prova da incorniciare, sia nella fase difensiva -salva sulla linea un goal già fatto, e libera bene in corner sul finire- che in quella di propulsione, nella catena mancina con Bullo prima e Martino poi. Ricordiamo sempre: classe 2001, e se farà carriera potremo dire che Vittadello ci ha visto lungo ad affidarsi a lui.
Baccolo 6: mezz'ora con Cavallini alle calcagna, segno che l'allenatore ospite Soncin ha giustamente individuato in lui l'uomo da fermare per seccare la manovra avversaria. Cede all'ormai usuale infortunio, costringendo il trainer a ridisegnare i crismi della squadra. Sfortunato.
Erman 6.5: il giovane triestino si fa apprezzare per la pulizia del tocco e la visione del lancio, come nel corner che manda in porta Cuomo, e nella punizione per la testa di Cinque. Ha mostrato senso della verticalità: è con la tecnica che questa Clodiense può ancora dire la sua.
Farinazzo 6.5: sacrificato a dover coprire mezza fascia, l'attaccante di Montagnana si rifà scodellando più di qualche contropiede con assist in profondità, oltre al bel cross basso iniziale per Cinque. E poco importa se arriva difficilmente verso la porta avversaria, per una volta.
Cinque 6.5: piace perché appena ha la palla vede la porta, perché tenta la giocata di prima, perché cerca il compagno di reparto Fioretti e ne viene cercato, dando conferma della bontà di avere le punte vicine. A lungo andare evapora un po', ma era al rientro: i suoi goal arriveranno, li ha sempre segnati.
Fioretti 6.5: procura e realizza il rigore, dialoga con Cinque e torna verso il centrocampo per prendersi i palloni. Abile nello svariare per tutta l'area, è poco reattivo su un bel pallone nella ripresa. Al 66° lascia per Nappello ma si può dire positivo l'esperimento doppia punta.
Luca Bullo 6: vale il discorso fatto per Farinazzo, anche se la sua azione è stata meno produttiva di effetti importanti in fase d'attacco. Suo un bel contropiede dopo il rigore, vanificato dagli anticipi avversari, e qualche ripiegamento in copertura quando Acampora si sganciava. Affidabile.
Djurić 6: alle geometrie di Baccolo sostituisce la forza d'urto, che si sostanzia in buone sventagliate a cambiare il gioco e nella collezione di falli subiti, di cui carica gli avversari. L'utilità al potere.
Nappello 6: un po' stranamente in panchina all'inizio, entra bene in partita nei triangoli con Farinazzo e Cinque: molto più che un trio d'attacco "alternativo". Magistrale il corridoio visto per trovare il taglio di Martino, meritava miglior esito. Solito cartellino giallo alla fine.
Granziera 6: fa il suo in retroguardia, convince quando si sovrappone a Farinazzo o ad altri compagni e arriva fino sul fondo per creare occasioni. Risponde sempre presente. (Pastorelli e Bagatti: senza voto, hanno giocato troppo poco. Il difensore ex Novara è comunque protagonista involontario del rigore chiesto invano dai sandonatesi).
Vittadello 6.5: passa con disinvoltura da un 4-2-4 aperto, pur temperato, al 5-3-2 nel finale con cinque difensori nominali e cambi "trapattoniani". Significa saper leggere bene la partita e ottenere dai ragazzi eclettismo e disponibilità. È il primo a credere nella salvezza.
San Donà: Colonna 6.5, Zanetti 5, Bulgarella 6.5, Cavallini 6.5, de March 6.5, Montin 6, Tagliapietra 5.5, Longato 6.5, Bigoni 7, Paladin 6, Gusella 7 (Aperi 6, Mortati 5.5, Ferrarese 6).
L'arbitro Duzel 5: fino all'85° legge bene le situazioni, dal goal non entrato per il San Donà al rigore su Fioretti, ai cartellini. Ma a cinque minuti dalla fine è a pochi metri dal fallo di mano di Pastorelli in area, non coperto né difficile da vedere data la sua posizione: la sua decisione determina il risultato (dando per buono che i biancoazzurri avessero segnato il penalty), per fortuna della Clodiense.
sabato 19 gennaio 2019
CLODIENSE-SAN DONÀ SENZA GUARDARE ALLA CLASSIFICA, I GRANATA RECUPERANO ANCHE IL BOMBER CINQUE
Ancora una partita della speranza per la Clodiense Chioggia Sottomarina, che allo stadio Ballarin dalle ore 14.30 affronta il San Donà. La classifica è quella che è, solo due le vittorie stagionali, ma i granata non si scompongono e puntano al bottino pieno attraverso il gioco: la sfortunata trasferta trentina è già alle spalle e l'orizzonte sono i biancoazzurri del Veneto orientale, capaci di vincere autorevolmente proprio a Trento per tre a zero. L'allenatore lagunare Mario Vittadello recupera tutti gli infortunati, eccetto il lungodegente Tattini, e ha l'imbarazzo della scelta quanto al modulo e agli uomini da mandare in campo: non è escluso il rilancio del centravanti Lorenzo Cinque. All'andata, allo stadio Zanutto di San Donà di Piave, il risultato fu di zero a zero con grande parata di Camerlengo nel finale. L'incontro sarà arbitrato da Dario Duzel di Castelfranco Veneto.
domenica 13 gennaio 2019
LA CLODIENSE REGALA IL PRIMO TEMPO AL LEVICO E AFFONDA 4-1, RIPRESA ALL'ARREMBAGGIO MA TANTA SFORTUNA
Non è facile raccontare o commentare una partita come quella che la Clodiense ha perso per 4-1 oggi sul terreno sintetico di Borgo Valsugana contro il Levico Terme. Anche perché di partite ce ne sono state due, o forse tre: la prima frazione, interamente di marca trentina, con i lagunari slegati, abulici, velleitari, a tratti impalpabili, praticamente la peggior prestazione parziale nella stagione. Si va al riposo sul meritato 2-0 e mister Vittadello cambia tutto: dal 3-5-2 si passa al 4-3-3 con gli ingressi di Luca Bullo e Fioretti, i chioggiotti prendono a pallate la porta avversaria per più di venti minuti. Segna Farinazzo, Nappello colpisce un palo clamoroso, raffica di conclusioni e di occasioni da goal, altrettanto speciali le parate del guardiano locale Costa; è un’altra Clodiense, trasformata anche nel morale. Il Levico è alle corde, tutti pensano almeno al pareggio ma Ballarin è sfortunato nella deviazione dentro la sua porta.
Inizia quindi la terza fase, di nuovo sotto l’impronta termale: Camerlengo para un rigore ma non può fare niente sul 4-1 in pieno recupero. Un punteggio che se da un lato punisce troppo severamente la squadra granata, dall’altro la confina sempre più all’ultimo posto, assieme a Trento e Tamai che pure sono state sconfitte: la distanza dalla salvezza diretta è sempre più larga, e i punti persi oggi valgono doppio. Questa lunga trasferta era una partita da vincere: la si è persa non senza sfortuna, al netto degli errori tattici, di formazione e di spirito che hanno praticamente regalato agli avversari l’intero primo tempo. E stavolta anche il contropiede, che ha portato a segnare fuori casa 13 delle 17 reti totali, è stato vanificato dalla difficile conoscenza con il campo non naturale.
Al via l’allenatore granata sceglie Camerlengo tra i pali, Granziera, Ballarin e Pastorelli in difesa, Martino e Acampora esterni, Cuomo a fare da schermo, Djurić e Baccolo interni, Nappello dietro la punta Farinazzo. Sorpresa per il centravanti Fioretti lasciato in panchina, assieme a Grego, Pupa, Erman, Bagatti, Ranzato, Nicola e Luca Bullo, Piazza. Per i gialloblu, oggi in maglia bianca, Andrea Vitali risponde schierando Costa, Demian, Castellan, Pregnolato, Bagatini, dall'Ara, Fabio Bertoldi, Pellielo, Aquaro, Cariello, Rinaldo. Di riserva Francabandiera, dalla Piccola, Salvaterra, Luca Bertoldi, Vettorazzi, Marku, Biscaro, Forcinella. Arbitra Pacella di Roma sotto un cielo soleggiato e davanti a 150 spettatori, sparsi fra una tribunetta e il ciglio stradale con tanto di ruscello.
L’ex di turno è Andrea Pregnolato, difensore che ha disputato con la Clodiense la prima parte del torneo per poi far ritorno a Levico. La prima azione è di marca ospite, al 3° Nappello colpisce l’esterno della rete su punizione dal limite; al 7° Camerlengo interviene in anticipo su un cross di Castellan, poco dopo un colpo di testa di Djuric, fuori. Il primo goal del Levico arriva al 14° con Fabio Bertoldi che su cross di Dumitru si aggiusta la palla, aggira Djurić e scarica un tiro imparabile sotto gli incroci. Al 18° Dumitru anticipa Baccolo in scivolata, lanciato a rete da Nappello. Ma la Clodiense non è più pericolosa per tutto il resto della frazione di gioco.
Raddoppio del Levico al 27° con Aquaro che schiaccia di testa una punizione dalla sinistra di Cariello: Baccolo salta fuori tempo e il centravanti di casa anticipa Granziera. Ancora una punizione a giro di Nappello al 39°, para Costa senza problemi Emblematico al 41° il cross di Aquaro dalla destra, con Bertoldi che viene lasciato colpire indisturbato di testa, palla fuori. Nappello tenta un’altra conclusione allo scadere del tempo, ma la palla esce, come un cross basso dalla sinistra di Acampora, girato debolmente da Farinazzo tra le braccia di Costa.
A metà gara tutti sono concordi nel ritenere giusto il punteggio, anche alla luce di una Clodiense che non interpreta l’incontro come avrebbe dovuto fare chi chiude la graduatoria. Si scaldano Fioretti e Bullo, che entrano e rivoluzionano l’assetto, oltre alla carica infusa dal mister negli spogliatoi. E in effetti fino al 70° ci sarà solo la Clodiense, messa in campo ora con il 4-3-3: Martino, Ballarin, Pastorelli e Acampora in difesa, Baccolo, Cuomo e Nappello a centrocampo, Farinazzo, Fioretti e Luca Bullo in attacco.
Subito arriva il goal del 2-1 al 52°: Baccolo serve in profondità Farinazzo che calcia di sinistro, sorprendendo Costa sul primo palo. Al 55° è il palo a dire di no a Nappello, con il portiere ormai battuto dopo una bella azione granata. Un minuto dopo, altra tambureggiante azione lagunare conclusa da Bullo, para ancora Costa. Sempre dopo un giro di lancetta, è Fioretti a tirare, questa volta alto. Altra grande chance al 59°: Baccolo in terzo tempo su bel cross di Acampora, la palla va fuori dopo aver messo brividi a Costa.
Vitali corre ai ripari inserendo il peso e la qualità di Luca Bertoldi al posto di Pellielo. Su calcio d'angolo granata, dall'Ara rischia l'autogoal in complicità con Costa, ma è ancora l'estremo difensore termale a compiere un miracolo al 66° sempre su Baccolo, da cross di Bullo e velo di Farinazzo a centro area. Ultimo sussulto, l’ennesima azione elaborata dei granata, che coinvolgono tutti gli effettivi e mandano al tiro Martino, blocca il numero 1. Lo stesso Martino che, ripiegando, disbriga un ottimo intervento difensivo in anticipo a evitare guai.
Nel momento migliore della Clodiense, quando il pareggio appare maturo, arriva il terzo goal del Levico: il retropassaggio è intercettato in contropiede da Castellan, che mette al centro per Aquaro. Ballarin per anticiparlo infila Camerlengo. Si rimbocca le maniche la squadra lagunare, Nappello sbaglia la misura di alcuni passaggi filtranti e la sua punizione al 73° è centrale e non causa problemi a Costa. All’80° rigore per il Levico in seguito a un fallo su Marku, nella circostanza viene ammonito il portiere ospite. Ma Stefano Camerlengo para il rigore calciato malamente dal capitano termale Castellan, si resta sul 3-1.
Almeno fino al 94°, quando Marku (che aveva sostituito Fabio Bertoldi) insacca il quarto goal del Levico su cross da destra del nuovo entrato Salvaterra, anticipando Martino. Termina l’incontro mentre le montagne attorno diventano rosa, lasciando intravedere la neve: a 13 punti si gela, e domenica allo stadio Ballarin scenderà il San Donà, che oggi ha rifilato tre reti a domicilio al Trento. Per quanto possibile, ci dovranno pensare i giocatori e lo staff; per il soprannaturale e la iella, forse è il caso di cominciare a pensare a una visita a Lourdes.
Le pagelle dei granata:
Camerlengo 6.5: non può niente su almeno tre dei quattro goal subiti, ne evita un quinto parando un rigore da par suo.
Granziera 5.5: anticipato da Aquaro in occasione del raddoppio, viene sacrificato dopo un tempo per ristabilire un assetto migliore.
Ballarin 5.5: impreciso e sfortunato in occasione dell'autogoal che di fatto chiude il forcing granata, assegnando il match al Levico. Prima conduce un match di molti anticipi con senso della posizione.
Pastorelli 6: sbroglia qualche situazione potenzialmente pericolosa, fa anche sportellate nell'area avversaria sui tanti corner e punizioni.
Martino 6: riserve inesauribili di energia nei polmoni, generosità nell'accompagnare l'azione offensiva e buoni recuperi, ma contro Castellan è più dura del solito.
Djurić 5.5: parte bene, infondendo peso e rilanciandosi anche al tiro. Sbaglia però certi passaggi e non si fa trovare sempre in posizione. Anche per lui solo 45 minuti in virtù del cambio tattico.
Cuomo 5.5: si vede che è adattato a centrocampo, pensando sempre alla fase difensiva, cioè quella che gli riesce meglio. Non di rado in affanno nel fraseggio avversario. Bell'assist per il palo di Nappello.
Baccolo 6: partita double face, nel pallido primo tempo si nasconde per irrompere significativamente nella ripresa, con due nitide occasioni da goal. Buon segnale la sua lunga tenuta atletica.
Acampora 6.5: il migliore dei suoi, fra i giocatori di movimento. Non ha paura di niente, e oltre a coprire dietro finalmente si sgancia per crossare e partecipare alle molte azioni offensive della ripresa.
Nappello 6: come sempre dai suoi piedi partono le azioni potenzialmente pericolose, e il palo colpito al 55° grida ancora vendetta. Ha tre ghiotti calci di punizione, ma tutti finiscono tra le braccia di Costa.
Farinazzo 6: il goal e un velo per Baccolo, beneficia più di altri dell'ingresso di Fioretti e di Bullo, partendo dalla prediletta fascia destra anziché trovarsi spaesato quasi da solo in attacco. Le residue chance passano per il suo mancino, e con un partner di reparto più vicino.
Luca Bullo 6.5: entra subito in partita, muovendosi nel tourbillon di azioni palla a terra che portano al 2-1 e quasi al pareggio. Si accentra anche per tirare, non mancano traversoni e cross. Merita più spazio.
Fioretti 5.5: anche nei venti minuti tutti granata, tira una volta sola (alto). Partecipa però a quasi ogni azione con triangoli e veli in grado di smarcare i compagni. Gli si chiedono anche i goal, tuttavia.
Vittadello 6: lascia perplessi l'esclusione iniziale di Fioretti (e Luca Bullo), e anche dopo il 2-0 almeno uno dei due avrebbe potuto entrare già nel primo tempo. Da tecnico esperto qual è, corregge la rotta ridisegnando la squadra fra i due tempi e inietta carattere ai suoi uomini, che così dominano la ripresa.
Levico Terme: Costa 7.5, Demian 6.5, Castellan 6.5, Pregnolato 6.5, Bagatini 6.5, dall'Ara 6, Fabio Bertoldi 7, Pellielo 6, Aquaro 7, Cariello 7, Rinaldo 6.5 (Salvaterra 6, Luca Bertoldi 6.5, Marku 6)
l'arbitro Pacella 6: non commette errori per quanto riguarda i cartellini e i rari casi di fuorigioco, da rivedere l'azione del rigore. Partita comunque corretta e diretta senza problemi.
Inizia quindi la terza fase, di nuovo sotto l’impronta termale: Camerlengo para un rigore ma non può fare niente sul 4-1 in pieno recupero. Un punteggio che se da un lato punisce troppo severamente la squadra granata, dall’altro la confina sempre più all’ultimo posto, assieme a Trento e Tamai che pure sono state sconfitte: la distanza dalla salvezza diretta è sempre più larga, e i punti persi oggi valgono doppio. Questa lunga trasferta era una partita da vincere: la si è persa non senza sfortuna, al netto degli errori tattici, di formazione e di spirito che hanno praticamente regalato agli avversari l’intero primo tempo. E stavolta anche il contropiede, che ha portato a segnare fuori casa 13 delle 17 reti totali, è stato vanificato dalla difficile conoscenza con il campo non naturale.
Al via l’allenatore granata sceglie Camerlengo tra i pali, Granziera, Ballarin e Pastorelli in difesa, Martino e Acampora esterni, Cuomo a fare da schermo, Djurić e Baccolo interni, Nappello dietro la punta Farinazzo. Sorpresa per il centravanti Fioretti lasciato in panchina, assieme a Grego, Pupa, Erman, Bagatti, Ranzato, Nicola e Luca Bullo, Piazza. Per i gialloblu, oggi in maglia bianca, Andrea Vitali risponde schierando Costa, Demian, Castellan, Pregnolato, Bagatini, dall'Ara, Fabio Bertoldi, Pellielo, Aquaro, Cariello, Rinaldo. Di riserva Francabandiera, dalla Piccola, Salvaterra, Luca Bertoldi, Vettorazzi, Marku, Biscaro, Forcinella. Arbitra Pacella di Roma sotto un cielo soleggiato e davanti a 150 spettatori, sparsi fra una tribunetta e il ciglio stradale con tanto di ruscello.
L’ex di turno è Andrea Pregnolato, difensore che ha disputato con la Clodiense la prima parte del torneo per poi far ritorno a Levico. La prima azione è di marca ospite, al 3° Nappello colpisce l’esterno della rete su punizione dal limite; al 7° Camerlengo interviene in anticipo su un cross di Castellan, poco dopo un colpo di testa di Djuric, fuori. Il primo goal del Levico arriva al 14° con Fabio Bertoldi che su cross di Dumitru si aggiusta la palla, aggira Djurić e scarica un tiro imparabile sotto gli incroci. Al 18° Dumitru anticipa Baccolo in scivolata, lanciato a rete da Nappello. Ma la Clodiense non è più pericolosa per tutto il resto della frazione di gioco.
Raddoppio del Levico al 27° con Aquaro che schiaccia di testa una punizione dalla sinistra di Cariello: Baccolo salta fuori tempo e il centravanti di casa anticipa Granziera. Ancora una punizione a giro di Nappello al 39°, para Costa senza problemi Emblematico al 41° il cross di Aquaro dalla destra, con Bertoldi che viene lasciato colpire indisturbato di testa, palla fuori. Nappello tenta un’altra conclusione allo scadere del tempo, ma la palla esce, come un cross basso dalla sinistra di Acampora, girato debolmente da Farinazzo tra le braccia di Costa.
A metà gara tutti sono concordi nel ritenere giusto il punteggio, anche alla luce di una Clodiense che non interpreta l’incontro come avrebbe dovuto fare chi chiude la graduatoria. Si scaldano Fioretti e Bullo, che entrano e rivoluzionano l’assetto, oltre alla carica infusa dal mister negli spogliatoi. E in effetti fino al 70° ci sarà solo la Clodiense, messa in campo ora con il 4-3-3: Martino, Ballarin, Pastorelli e Acampora in difesa, Baccolo, Cuomo e Nappello a centrocampo, Farinazzo, Fioretti e Luca Bullo in attacco.
Subito arriva il goal del 2-1 al 52°: Baccolo serve in profondità Farinazzo che calcia di sinistro, sorprendendo Costa sul primo palo. Al 55° è il palo a dire di no a Nappello, con il portiere ormai battuto dopo una bella azione granata. Un minuto dopo, altra tambureggiante azione lagunare conclusa da Bullo, para ancora Costa. Sempre dopo un giro di lancetta, è Fioretti a tirare, questa volta alto. Altra grande chance al 59°: Baccolo in terzo tempo su bel cross di Acampora, la palla va fuori dopo aver messo brividi a Costa.
Vitali corre ai ripari inserendo il peso e la qualità di Luca Bertoldi al posto di Pellielo. Su calcio d'angolo granata, dall'Ara rischia l'autogoal in complicità con Costa, ma è ancora l'estremo difensore termale a compiere un miracolo al 66° sempre su Baccolo, da cross di Bullo e velo di Farinazzo a centro area. Ultimo sussulto, l’ennesima azione elaborata dei granata, che coinvolgono tutti gli effettivi e mandano al tiro Martino, blocca il numero 1. Lo stesso Martino che, ripiegando, disbriga un ottimo intervento difensivo in anticipo a evitare guai.
Nel momento migliore della Clodiense, quando il pareggio appare maturo, arriva il terzo goal del Levico: il retropassaggio è intercettato in contropiede da Castellan, che mette al centro per Aquaro. Ballarin per anticiparlo infila Camerlengo. Si rimbocca le maniche la squadra lagunare, Nappello sbaglia la misura di alcuni passaggi filtranti e la sua punizione al 73° è centrale e non causa problemi a Costa. All’80° rigore per il Levico in seguito a un fallo su Marku, nella circostanza viene ammonito il portiere ospite. Ma Stefano Camerlengo para il rigore calciato malamente dal capitano termale Castellan, si resta sul 3-1.
Almeno fino al 94°, quando Marku (che aveva sostituito Fabio Bertoldi) insacca il quarto goal del Levico su cross da destra del nuovo entrato Salvaterra, anticipando Martino. Termina l’incontro mentre le montagne attorno diventano rosa, lasciando intravedere la neve: a 13 punti si gela, e domenica allo stadio Ballarin scenderà il San Donà, che oggi ha rifilato tre reti a domicilio al Trento. Per quanto possibile, ci dovranno pensare i giocatori e lo staff; per il soprannaturale e la iella, forse è il caso di cominciare a pensare a una visita a Lourdes.
Le pagelle dei granata:
Camerlengo 6.5: non può niente su almeno tre dei quattro goal subiti, ne evita un quinto parando un rigore da par suo.
Granziera 5.5: anticipato da Aquaro in occasione del raddoppio, viene sacrificato dopo un tempo per ristabilire un assetto migliore.
Ballarin 5.5: impreciso e sfortunato in occasione dell'autogoal che di fatto chiude il forcing granata, assegnando il match al Levico. Prima conduce un match di molti anticipi con senso della posizione.
Pastorelli 6: sbroglia qualche situazione potenzialmente pericolosa, fa anche sportellate nell'area avversaria sui tanti corner e punizioni.
Martino 6: riserve inesauribili di energia nei polmoni, generosità nell'accompagnare l'azione offensiva e buoni recuperi, ma contro Castellan è più dura del solito.
Djurić 5.5: parte bene, infondendo peso e rilanciandosi anche al tiro. Sbaglia però certi passaggi e non si fa trovare sempre in posizione. Anche per lui solo 45 minuti in virtù del cambio tattico.
Cuomo 5.5: si vede che è adattato a centrocampo, pensando sempre alla fase difensiva, cioè quella che gli riesce meglio. Non di rado in affanno nel fraseggio avversario. Bell'assist per il palo di Nappello.
Baccolo 6: partita double face, nel pallido primo tempo si nasconde per irrompere significativamente nella ripresa, con due nitide occasioni da goal. Buon segnale la sua lunga tenuta atletica.
Acampora 6.5: il migliore dei suoi, fra i giocatori di movimento. Non ha paura di niente, e oltre a coprire dietro finalmente si sgancia per crossare e partecipare alle molte azioni offensive della ripresa.
Nappello 6: come sempre dai suoi piedi partono le azioni potenzialmente pericolose, e il palo colpito al 55° grida ancora vendetta. Ha tre ghiotti calci di punizione, ma tutti finiscono tra le braccia di Costa.
Farinazzo 6: il goal e un velo per Baccolo, beneficia più di altri dell'ingresso di Fioretti e di Bullo, partendo dalla prediletta fascia destra anziché trovarsi spaesato quasi da solo in attacco. Le residue chance passano per il suo mancino, e con un partner di reparto più vicino.
Luca Bullo 6.5: entra subito in partita, muovendosi nel tourbillon di azioni palla a terra che portano al 2-1 e quasi al pareggio. Si accentra anche per tirare, non mancano traversoni e cross. Merita più spazio.
Fioretti 5.5: anche nei venti minuti tutti granata, tira una volta sola (alto). Partecipa però a quasi ogni azione con triangoli e veli in grado di smarcare i compagni. Gli si chiedono anche i goal, tuttavia.
Vittadello 6: lascia perplessi l'esclusione iniziale di Fioretti (e Luca Bullo), e anche dopo il 2-0 almeno uno dei due avrebbe potuto entrare già nel primo tempo. Da tecnico esperto qual è, corregge la rotta ridisegnando la squadra fra i due tempi e inietta carattere ai suoi uomini, che così dominano la ripresa.
Levico Terme: Costa 7.5, Demian 6.5, Castellan 6.5, Pregnolato 6.5, Bagatini 6.5, dall'Ara 6, Fabio Bertoldi 7, Pellielo 6, Aquaro 7, Cariello 7, Rinaldo 6.5 (Salvaterra 6, Luca Bertoldi 6.5, Marku 6)
l'arbitro Pacella 6: non commette errori per quanto riguarda i cartellini e i rari casi di fuorigioco, da rivedere l'azione del rigore. Partita comunque corretta e diretta senza problemi.
sabato 12 gennaio 2019
TRASFERTA TRENTINA E "SINTETICA" PER LA CLODIENSE, ALLA CACCIA DEI TRE PUNTI PER LA SVOLTA IN CLASSIFICA
Comincia un altro campionato oggi per la Clodiense Chioggia Sottomarina, che dalle ore 14.30 sarà impegnata sul campo sintetico di Borgo Valsugana contro i trentini del Levico Terme. All’andata i lagunari vinsero 1-0 con goal di Barone, ma è una squadra molto diversa da quella che iniziò il torneo: nei giorni scorsi l’ultima defezione, con il terzino destro Gianmaria Bagarolo accasatosi alla capolista Adriese, mentre proprio al Levico era tornato il difensore centrale Andrea Pregnolato. Per la trasferta odierna, l’allenatore granata Mario Vittadello non recupera la punta Lorenzo Cinque, quindi è possibile la conferma per l’undici di partenza che aveva iniziato il match coi polesani una settimana fa allo stadio Ballarin. Molto passa dai piedi buoni di Nappello e di Baccolo, ma anche dal temperamento dimostrato fin qui dai vari Cuomo e Martino; al duo Fioretti-Farinazzo il compito principale di afferrare i tre punti e risalire la classifica, dopo l’ultima vittoria in trasferta sul campo del Cjarlins lo scorso 25 novembre. Arbitra l’incontro Fabrizio Pacella della sezione di Roma. Diretta testuale con aggiornamenti in tempo reale dalle 14.30 alla pagina fb Clodiense Fan Club.
venerdì 11 gennaio 2019
LA CLODIENSE PERDE ANCHE BAGAROLO: IL TERZINO DI SAN GIORGIO DELLE PERTICHE SI È ACCASATO ALLA CAPOLISTA ADRIESE
Gli ultimi fuochi del mercato di gennaio "alleggeriscono" la Clodiense Chioggia Sottomarina di un'altra pedina. Gianmaria Bagarolo, terzino destro classe 2000, lascia la società granata per firmare con la capolista Adriese: prodotto del vivaio dell'Hellas Verona, il padovano Bagarolo ha disputato da titolare la prima parte della stagione, sia con Mattiazzi che con Vittadello in panchina, prima dell'esplosione di Martino quale esterno arretrato e dell'altrettanto "under" Acampora. Giocatore dalla falcata elegante e dai puntuali recuperi in diagonale, Bagarolo forse avrebbe potuto rendere di più con uno schema difensivo a 3, che ne avrebbe esaltato le doti sulla fascia. Ora si giocherà la titolarità ad Adria con Anostini e il chioggiotto Nicola Boscolo Bisto, mentre a Chioggia si assottigliano i numeri a disposizione in retroguardia (considerata anche l'età del partente, molto appetibile per le regole). Intanto la squadra lagunare prepara la trasferta di domenica a Borgo Valsugana, dove affronterà il Levico Terme: all'andata, allo stadio Ballarin, la Clodiense prevalse per 1-0 con rete di Vincenzo Barone.
STEFANO CESTER ANCORA IN NAZIONALE UNDER 17 CONTRO LA SPAGNA. ROTTURA DEL CROCIATO PER RICCARDO CHIO
Ancora una convocazione in Nazionale per Stefano Cester, il centrocampista offensivo chioggiotto in forza all'Inter. Il commissario tecnico della Under 17 Nino Nunziata ha voluto anche il 16enne lagunare tra gli atleti chiamati a sfidare in amichevole i pari età della Spagna mercoledì 16 gennaio sul terreno iberico di Fuenlabrada dedicato al campione Fernando Torres. L'altro mediano interista e azzurro, Riccardo Boscolo Chio, ha invece riportato la rottura del legamento crociato e dovrà stare qualche mese lontano dai campi.
Dal 20 al 26 marzo gli azzurrini saranno chiamati a qualificarsi ai campionati europei, attraverso un torneo in Turchia contro i padroni di casa, la Romania e l'Austria: Se tutto andrà bene, a maggio in Irlanda la competizione continentale sarà un'ottima occasione per Stefano Cester, al fine di mettersi in mostra e lanciare ulteriormente il proprio luminoso futuro sportivo.
Dal 20 al 26 marzo gli azzurrini saranno chiamati a qualificarsi ai campionati europei, attraverso un torneo in Turchia contro i padroni di casa, la Romania e l'Austria: Se tutto andrà bene, a maggio in Irlanda la competizione continentale sarà un'ottima occasione per Stefano Cester, al fine di mettersi in mostra e lanciare ulteriormente il proprio luminoso futuro sportivo.
domenica 6 gennaio 2019
LA CLODIENSE RISCHIA MA STRAPPA IL PAREGGIO ALLA CAPOLISTA ADRIESE, OCCASIONE MANCATA DAI POLESANI
Un punto guadagnato dalla Clodiense Chioggia Sottomarina, due punti persi dall’Adriese. La sintesi più stringata dell’incontro odierno allo stadio Ballarin premia i padroni di casa, autori di una partita di grande temperamento e qualche destino avverso, come la sfortunata ricaduta nell’infortunio di Lorenzo Cinque -la cui partita è durata tanti minuti quanti il suo cognome- e penalizza oltremodo i polesani, che hanno sprecato un numero notevole di occasioni da rete dall’inizio alla fine del match: in entrambi i casi apicali, la palla buona era finita sui piedi solitamente precisi di Andrea Delcarro, uno dei grandi ex dell’incontro. Due calci di rigore hanno deciso il risultato, fischiati entrambi correttamente dall’arbitro bassanese Stefano Campagnolo: Nappello realizza per la Clodiense, risponde un Marangon meno funambolo del solito per gli ospiti. Con il giallo di un presunto doppio tocco del capocannoniere in seguito a una scivolata sul dischetto, anche se la revisione delle immagini pare dargli ragione.
Il campo sportivo è stato preso d’assalto dai tifosi dell’Adriese, soprattutto gli ultrà che hanno fatto un tifo incessante -applaudito l'ex di turno Ballarin- con striscioni e cori anche di matrice "ecclesiastica", spettacolo nello spettacolo. Quattrocento gli spettatori in una giornata soleggiata e fresca: in tribuna anche Tullio Barchielli, vecchia gloria dell’Union ClodiaSottomarina, e Marco Scarpa, collaboratore del commissario tecnico Mancini. Per i lagunari, l’allenatore Mario Vittadello manda in campo Camerlengo in porta, Cuomo, Ballarin e Pastorelli difensori centrali, Martino e Acampora esterni, Baccolo e Bagatti interni di centrocampo, Nappello di raccordo alle due punte Farinazzo e il neoacquisto Fioretti. Per la prima volta dunque il tecnico vicentino sceglie la difesa a 3, provata a fine anno nell’amichevole contro l’Arcella. In panchina Grego, Ranzato, Pupa, Granziera, Djurić, Erman, Bellemo, Luca Bullo e Cinque.
Risponde Florindo schierando Milàn, Nicola Boscolo Bisto, Boccioletti, Davide Boscolo Berto, Michael Pagan, Scarparo, Boreggio, Delcarro, Aliu, Marangon e Buratto. Di riserva Kerezović, Anostini, Tomasini, Meneghello, Boldrin, Nicoloso, Busetto, de Costanzo e l’altro ex Riccardo Santi.
Per i primi venti minuti la partita è un monologo degli uomini in completo granata (oggi la Clodiense era in total bianco): all'8° Delcarro calcia centrale un rigore in movimento, si oppone brillantemente Camerlengo. Tre minuti dopo, Aliu solo davanti al portiere locale mette fuori, forse convinto di essere in fuorigioco; esce anche una girata di Marangon al 15°, e poco dopo ancora il numero 10 impegna Camerlengo di sinistro dalla distanza. Adriese compatta nei raddoppi, i giocatori sono vicini e si aiutano molto, portando al tiro tutti i migliori; ma alla prima occasione, la Clodiense passa in vantaggio.
Al 21° Martino penetra dalla fascia destra verso l'aria e viene stretto nella morsa tra Delcarro e Boccioletti, guadagnando una punizione dalla lunetta. Lo specialista Nappello calcia indirizzando la palla all'angolo alto, ma Boreggio salta scomposto e la colpisce con il gomito: rigore e ammonizione per l'ala ospite. Del penalty si incarica lo stesso Nappello che segna, calciando a mezza altezza alla destra di Milàn, che pure aveva intuito la traiettoria. Clodiense inopinatamente in vantaggio dopo un netto dominio adriese: gli uomini di Vittadello oppongono corsa e determinazione, oltre ai piedi vellutati di Nappello.
Non ci mettono molto i primi della classe ad agguantare la parità. Al 32° Marangon calcia una punizione potente ed effettata dal limite, Camerlengo respinge come può e la palla resta in area, vi si avventa Aliu che viene spinto e falciato in corsa da Ballarin: rigore e giallo per il capitano clodiense. Ma il vero giallo avviene al momento del tiro: "Giacomino" durante la rincorsa scivola sul piede sinistro, e colpisce la palla col destro indirizzandola centralmente in rete. Sùbito Cuomo attrae l'attenzione dell'arbitro, come fa Camerlengo col guardalinee: secondo i difensori granata vi sarebbe stato un doppio tocco, che inficerebbe la validità del rigore. Campagnolo e il suo collaboratore invece propendono per la bontà dell'azione, ricevendo tardiva quanto probabile conferma dalle immagini.
Si riporta in avanti l'Adriese con il capitano Michael Pagan (ottima la sua prestazione) che crossa basso, Camerlengo non interviene, libera Bagatti vicino alla linea di porta, la palla finisce sui piedi di Delcarro che dal limite calcia a colpo sicuro, il portiere di casa è superato ma interviene Boscolo Bisto per ribadire in rete: però in fuorigioco. Probabilmente se il numero 2 di Sottomarina avesse lasciato correre, la palla sarebbe entrata egualmente e in modo regolare. Ancora un tiro-cross di Boccioletti dalla sinistra, al 42°, non incontra la deviazione di Buratto e Delcarro, pescato in fuorigioco dubbio. Allo scadere del tempo, Ballarin rischia la seconda ammonizione per un fallo appariscente a centrocampo nei confronti di Marangon: il capitano protesta contro la panchina ospite, Campagnolo chiude un occhio, mantenendo la Clodiense in undici uomini.
Al rientro in campo Ballarin si chiarisce con Pagan -i due hanno giocato assieme l'anno scorso ad Adria- e Vittadello sostituisce Bagatti con Granziera, portando Cuomo a centrocampo. La Clodiense gioca meglio del primo tempo: si fa presto vivo Fioretti, alla sua prima in maglia lagunare, che dal limite calcia in diagonale vedendosi respinto il tiro da Milàn in corner. Dopo un'ora di gioco finisce la partita del centravanti, sostituito da Cinque. Ma l'attaccante romano è sfortunato: vittima di una ricaduta, deve lasciare il terreno di gioco dopo una manciata di minuti, rimpiazzato dall'altro rientrante Djurić che si colloca all'interno destro, sventagliando pregevolmente più volte con aperture verso l'altra fascia.
Azione tambureggiante della Clodiense al 62° con Martino che salta Boccioletti e centra rendendo la vita difficile a Milàn, sulla ribattuta prima Acampora poi Nappello non trovano fortuna; risponde l'Adriese con tre conclusioni di Aliu, Marangon e Buratto, contrate rispettivamente da Camerlengo, Ballarin e Pastorelli. La Clodiense tiene le misure al quotato avversario: al 67° Farinazzo (oscura la sua prova rispetto alle abitudini) spreca un contropiede invitante servendo Nappello con poca precisione. E al 72° Buratto calcia una punizione, Aliu ci arriva con la punta del piede e Camerlengo ci mette ancora una pezza decisiva.
Poteva andare meglio al 75° per i chioggiotti: punizione tagliata di Nappello dalla trequarti sinistra, mischia in area sulla respinta corta di Milàn, né Djurić né Cuomo la risolvono. Sul capovolgimento di fronte è Ballarin a rischiare ancora una volta il secondo giallo per l'atterramento di Delcarro, ma anche stavolta Campagnolo lascia correre. Provvidenziale Pastorelli al 78° quando dice di no con il corpo al tiro di Aliu; l'ultima chance per gli uomini di Vittadello all'84° quando Nappello in contropiede apre col contagiri per Martino, che spossato dalla lunga corsa calcia d'esterno alla sinistra di Milàn, nonostante la posizione favorevole.
Una partita molto sentita dai tanti reciproci ex, con ripercussioni sul piano del nervosismo nel terreno di gioco (e per fortuna non tra i tifosi). Florindo quasi non fa cambi: «Stavano tutti bene», dirà poi al termine dell'incontro. Proprio allo scadere, ennesima grossa possibilità per l'Adriese: il guardalinee capovolge una rimessa in gioco che sarebbe spettata alla Clodiense, Aliu batte velocemente per il neoentrato Santi che guadagna il fondo e crossa basso in mezzo, irrompe Delcarro e dalla posizione in cui Rivera segnò il 4-3 alla Germania manda incredibilmente fuori. L'arbitro fischia la fine, a Chioggia si sospira di sollievo, in Adria c'è rammarico, in mezzo al campo ci si abbraccia tra amici che non se le mandano a dire.
In sala stampa Vittadello elogia l'attenzione dei suoi in una partita molto difficile, preparata bene durante il periodo natalizio anche dal punto di vista atletico col professor Dario Penzo e non solo da quello tattico con la nuova disposizione difensiva. Dal canto suo Florindo ammette di aver perso due punti, ma di non aver sottovalutato l'avversaria: il trainer adriese non si nasconde e ha ben chiaro l'obiettivo promozione. Fra i protagonisti, Michael Pagan emozionato nel giocare da capitano contro la squadra della sua città («La Clodiense non merita la classifica che ha»), mentre il motivatissimo Nappello ha garantito che continuando a giocare come oggi non possono tardare i risultati, ma occorre lavorare pensando di essere gli ultimi della graduatoria: Trento e Tamai hanno perso e ora l'ultimo posto pesa meno in loro compagnia. Domenica la Clodiense andrà a Borgo Valsugana per la partita contro il Levico Terme: all'andata fu 1-0 con goal di Barone, uno dei quattro segnati in casa fino a oggi. Ma le 12 reti realizzate in trasferta dicono che i tre punti in Trentino sono meno lontani da quanto si possa pensare.
Le pagelle dei granata
Camerlengo 7: ci mette i guantoni spesso e volentieri, soprattutto all'inizio su Delcarro e Marangon, ma anche su Aliu quando riesce ad arrivare sulla punizione di Buratto. Forse poteva portare all'esterno la punizione di Marangon da cui è nato il rigore, ma era potente ed effettata. Stefano è e resta una sicurezza.
Cuomo 6: dirottato alla parte destra della difesa a 3, ha il compito più difficile, ovvero spostare fuori zona Marangon. Gli riesce bene molto spesso, tanto che il numero 10 dell'Adriese fa meno magie del solito. Spostato poi a centrocampo, contribuisce alla prima diga. E una domenica o l'altra, magari, segnerà di testa da palla ferma.
Acampora 6: efficace da terzino, con sempre maggiore maturità che solo la pratica del campo può dare. Dai suoi paraggi attaccano in due o anche tre, lui risponde presente senza falli ma con tanta concentrazione. Limita al massimo le sortite sulla fascia, e contro avversari del genere non era proprio agevole. Battiato canterebbe "voglio vederti crossare".
Ballarin 5.5: non si discute la prestazione tecnica, con più di un intervento a salvare il risultato, anche in anticipo. Ma rischia due volte di lasciare la propria squadra in dieci durante una partita che sente molto, dopo l'ammonizione ricevuta per il fallo da rigore su Aliu: prima stende Marangon sotto gli occhi dell'arbitro, poi fa lo stesso con Delcarro e Campagnolo lo grazia.
Pastorelli 6: torna centrale di sinistra nella difesa a 3, come era nello scorso girone di ritorno. Si trova come un pesce nell'acqua e dalla sua parte non passa nessuno. Pregevole l'intervento sul tiro di Aliu al 78°, ci prova anche nelle incursioni offensive sui calci d'angolo. Un uomo su cui Vittadello può certamente contare.
Martino 6.5: il solito impagabile maratoneta, a breve dovrà fare il tagliando dei chilometri percorsi. E alla quantità unisce la qualità dei recuperi difensivi, la puntualità nelle proiezioni in fascia e pure due tiri pericolosi. Un girone fa ci chiedevamo di quale pasta fosse fatto: quello reinventato da Vittadello è un signor giocatore.
Bagatti 6: col turbante in testa prova a tenere collegati i reparti e innescare l'azione offensiva, spendendo pochi passaggi. Ma si fa notare soprattutto in difesa, quando salva l'insidioso cross basso di Pagan. Poi Vittadello lo toglie per dare maggior peso al centro del campo avanzando Cuomo, ma il giovane emiliano non ha sfigurato di fronte a tali rivali.
Baccolo 5.5: ha giocato tutta la partita contro l'Arcella per ritrovare il tono, e piano sta crescendo nel minutaggio. Anche oggi ha concluso l'incontro, durante il quale però è stato meno protagonista di quanto le sue risapute doti tecniche e l'abilità a muoversi tra i reparti gli consentono: da giocatori come lui ci si aspettano più azioni determinanti, se si vuole arrivare alla salvezza.
Fioretti 6: appena arrivato ha firmato una tripletta in amichevole, ora sta consolidando la conoscenza dei meccanismi (che peraltro non sono mai sempre gli stessi). Ha avuto una sola occasione, e stava quasi per fare centro a inizio ripresa: contro il Levico in teoria sarà meno difficile avere altri palloni da trasformare in rete.
Nappello 7: l'anima della squadra. Sia da trequartista che da mezzala e poi di nuovo vicino a Farinazzo, quasi ogni palla interessante passa dai suoi piedi. Trasforma freddamente il rigore (fermandosi un attimo prima del tiro), rischia di raddoppiare su punizione, cerca di mandare in goal Martino e le punte. Il tutto, senza essere ancora al 100% fisicamente: che Dio ce lo conservi così.
Farinazzo 5.5: ha giocato partite migliori, pur nella difficoltà. L'Adriese ha fatto possesso e qualche spazio per i suoi proverbiali contropiede si sarebbe anche liberato, ma la punta di Montagnana è stata penalizzata dal non avere un riferimento preciso quanto alla posizione da occupare, rispetto al solito. La speranza degli sportivi granata è che abbia tenuto i goal in "fresco" per il Levico.
Granziera 6: anche Davide entra subito bene in partita, facendo blocco con Ballarin e Pastorelli oltre a supportare le avanzate di Martino. L'Adriese ha i primi due marcatori del campionato, ma se oggi è passata solo grazie a un rigore, con le polveri di Aliu bagnate, è merito anche del ventenne scuola Inter.
Cinque s.v.: maledettamente sfortunato, ricade dove si era già fatto male a fine anno. La notizia più bella, per lui e per l'ambiente, sarebbe quella di una sua disponibilità a breve termine: la smania di essere a disposizione e riprendere l'attività ha giocato un brutto scherzo. Forza Lorenzo, c'è tanto bisogno di te.
Djurić 6: entra "a freddo" per l'emergenza-Cinque e scodella due bei cambi di gioco dalla sua posizione verso l'altra parte del campo. L'arbitro gli fischia un fallo contro quasi ogni volta che tocca la palla, forse disorientato dalla sua esuberanza fisica. Per poco non scrive il suo nome nel tabellino, in occasione della mischia generata dalla punizione di Nappello.
Vittadello 6.5: conferma innata sapienza cambiando modulo per adattarlo ai rischi della partita. Una difesa mobile gli ha dato un uomo in più a centrocampo, poi i cambi in corsa hanno comunque dato un assetto plausibile pur nella stringatezza delle soluzioni, tornando anche alla difesa a quattro quando necessario. La tenacia degli uomini in campo è tutta sua.
Adriese: Milàn 6, Boscolo Bisto 6, Boccioletti 6.5, Boscolo Berto 6.5, Pagan 7, Scarparo 6, Boreggio 5.5, Delcarro 5 (sa che gli vogliamo bene, e che i goal di oggi un campione come lui solitamente non li sbaglia), Aliu 6.5, Marangon 6.5, Buratto 6.5 (Anostini s.v., Santi 6).
Florindo 6.5: a questi livelli conta molto essere un selezionatore degli atleti giusti, in una rosa dove tutti -a parte forse il marziano Marangon- si equivalgono per qualità. Anche oggi ha dotato l'undici di gioco e iniziativa: fermare l'azione avversaria il prima possibile e mandarla avanti ai migliori, un po' come fa la Juve. Se per una volta non tutto fila liscio non gliene si può fare una colpa.
L'arbitro Campagnolo 6: legge bene gli episodi dei due rigori, con il corredo dei cartellini gialli. Probabilmente ha ragione nel convalidare il rigore di Marangon, ma nel finale avalla la clamorosa inversione di rimessa laterale che per poco non regala il goal all'Adriese. Gestisce una partita nervosa lasciando spesso correre: forse Ballarin sarebbe potuto andare prima sotto la doccia per doppia ammonizione.
Il campo sportivo è stato preso d’assalto dai tifosi dell’Adriese, soprattutto gli ultrà che hanno fatto un tifo incessante -applaudito l'ex di turno Ballarin- con striscioni e cori anche di matrice "ecclesiastica", spettacolo nello spettacolo. Quattrocento gli spettatori in una giornata soleggiata e fresca: in tribuna anche Tullio Barchielli, vecchia gloria dell’Union ClodiaSottomarina, e Marco Scarpa, collaboratore del commissario tecnico Mancini. Per i lagunari, l’allenatore Mario Vittadello manda in campo Camerlengo in porta, Cuomo, Ballarin e Pastorelli difensori centrali, Martino e Acampora esterni, Baccolo e Bagatti interni di centrocampo, Nappello di raccordo alle due punte Farinazzo e il neoacquisto Fioretti. Per la prima volta dunque il tecnico vicentino sceglie la difesa a 3, provata a fine anno nell’amichevole contro l’Arcella. In panchina Grego, Ranzato, Pupa, Granziera, Djurić, Erman, Bellemo, Luca Bullo e Cinque.
Risponde Florindo schierando Milàn, Nicola Boscolo Bisto, Boccioletti, Davide Boscolo Berto, Michael Pagan, Scarparo, Boreggio, Delcarro, Aliu, Marangon e Buratto. Di riserva Kerezović, Anostini, Tomasini, Meneghello, Boldrin, Nicoloso, Busetto, de Costanzo e l’altro ex Riccardo Santi.
Per i primi venti minuti la partita è un monologo degli uomini in completo granata (oggi la Clodiense era in total bianco): all'8° Delcarro calcia centrale un rigore in movimento, si oppone brillantemente Camerlengo. Tre minuti dopo, Aliu solo davanti al portiere locale mette fuori, forse convinto di essere in fuorigioco; esce anche una girata di Marangon al 15°, e poco dopo ancora il numero 10 impegna Camerlengo di sinistro dalla distanza. Adriese compatta nei raddoppi, i giocatori sono vicini e si aiutano molto, portando al tiro tutti i migliori; ma alla prima occasione, la Clodiense passa in vantaggio.
Al 21° Martino penetra dalla fascia destra verso l'aria e viene stretto nella morsa tra Delcarro e Boccioletti, guadagnando una punizione dalla lunetta. Lo specialista Nappello calcia indirizzando la palla all'angolo alto, ma Boreggio salta scomposto e la colpisce con il gomito: rigore e ammonizione per l'ala ospite. Del penalty si incarica lo stesso Nappello che segna, calciando a mezza altezza alla destra di Milàn, che pure aveva intuito la traiettoria. Clodiense inopinatamente in vantaggio dopo un netto dominio adriese: gli uomini di Vittadello oppongono corsa e determinazione, oltre ai piedi vellutati di Nappello.
Non ci mettono molto i primi della classe ad agguantare la parità. Al 32° Marangon calcia una punizione potente ed effettata dal limite, Camerlengo respinge come può e la palla resta in area, vi si avventa Aliu che viene spinto e falciato in corsa da Ballarin: rigore e giallo per il capitano clodiense. Ma il vero giallo avviene al momento del tiro: "Giacomino" durante la rincorsa scivola sul piede sinistro, e colpisce la palla col destro indirizzandola centralmente in rete. Sùbito Cuomo attrae l'attenzione dell'arbitro, come fa Camerlengo col guardalinee: secondo i difensori granata vi sarebbe stato un doppio tocco, che inficerebbe la validità del rigore. Campagnolo e il suo collaboratore invece propendono per la bontà dell'azione, ricevendo tardiva quanto probabile conferma dalle immagini.
Si riporta in avanti l'Adriese con il capitano Michael Pagan (ottima la sua prestazione) che crossa basso, Camerlengo non interviene, libera Bagatti vicino alla linea di porta, la palla finisce sui piedi di Delcarro che dal limite calcia a colpo sicuro, il portiere di casa è superato ma interviene Boscolo Bisto per ribadire in rete: però in fuorigioco. Probabilmente se il numero 2 di Sottomarina avesse lasciato correre, la palla sarebbe entrata egualmente e in modo regolare. Ancora un tiro-cross di Boccioletti dalla sinistra, al 42°, non incontra la deviazione di Buratto e Delcarro, pescato in fuorigioco dubbio. Allo scadere del tempo, Ballarin rischia la seconda ammonizione per un fallo appariscente a centrocampo nei confronti di Marangon: il capitano protesta contro la panchina ospite, Campagnolo chiude un occhio, mantenendo la Clodiense in undici uomini.
Al rientro in campo Ballarin si chiarisce con Pagan -i due hanno giocato assieme l'anno scorso ad Adria- e Vittadello sostituisce Bagatti con Granziera, portando Cuomo a centrocampo. La Clodiense gioca meglio del primo tempo: si fa presto vivo Fioretti, alla sua prima in maglia lagunare, che dal limite calcia in diagonale vedendosi respinto il tiro da Milàn in corner. Dopo un'ora di gioco finisce la partita del centravanti, sostituito da Cinque. Ma l'attaccante romano è sfortunato: vittima di una ricaduta, deve lasciare il terreno di gioco dopo una manciata di minuti, rimpiazzato dall'altro rientrante Djurić che si colloca all'interno destro, sventagliando pregevolmente più volte con aperture verso l'altra fascia.
Azione tambureggiante della Clodiense al 62° con Martino che salta Boccioletti e centra rendendo la vita difficile a Milàn, sulla ribattuta prima Acampora poi Nappello non trovano fortuna; risponde l'Adriese con tre conclusioni di Aliu, Marangon e Buratto, contrate rispettivamente da Camerlengo, Ballarin e Pastorelli. La Clodiense tiene le misure al quotato avversario: al 67° Farinazzo (oscura la sua prova rispetto alle abitudini) spreca un contropiede invitante servendo Nappello con poca precisione. E al 72° Buratto calcia una punizione, Aliu ci arriva con la punta del piede e Camerlengo ci mette ancora una pezza decisiva.
Poteva andare meglio al 75° per i chioggiotti: punizione tagliata di Nappello dalla trequarti sinistra, mischia in area sulla respinta corta di Milàn, né Djurić né Cuomo la risolvono. Sul capovolgimento di fronte è Ballarin a rischiare ancora una volta il secondo giallo per l'atterramento di Delcarro, ma anche stavolta Campagnolo lascia correre. Provvidenziale Pastorelli al 78° quando dice di no con il corpo al tiro di Aliu; l'ultima chance per gli uomini di Vittadello all'84° quando Nappello in contropiede apre col contagiri per Martino, che spossato dalla lunga corsa calcia d'esterno alla sinistra di Milàn, nonostante la posizione favorevole.
Una partita molto sentita dai tanti reciproci ex, con ripercussioni sul piano del nervosismo nel terreno di gioco (e per fortuna non tra i tifosi). Florindo quasi non fa cambi: «Stavano tutti bene», dirà poi al termine dell'incontro. Proprio allo scadere, ennesima grossa possibilità per l'Adriese: il guardalinee capovolge una rimessa in gioco che sarebbe spettata alla Clodiense, Aliu batte velocemente per il neoentrato Santi che guadagna il fondo e crossa basso in mezzo, irrompe Delcarro e dalla posizione in cui Rivera segnò il 4-3 alla Germania manda incredibilmente fuori. L'arbitro fischia la fine, a Chioggia si sospira di sollievo, in Adria c'è rammarico, in mezzo al campo ci si abbraccia tra amici che non se le mandano a dire.
In sala stampa Vittadello elogia l'attenzione dei suoi in una partita molto difficile, preparata bene durante il periodo natalizio anche dal punto di vista atletico col professor Dario Penzo e non solo da quello tattico con la nuova disposizione difensiva. Dal canto suo Florindo ammette di aver perso due punti, ma di non aver sottovalutato l'avversaria: il trainer adriese non si nasconde e ha ben chiaro l'obiettivo promozione. Fra i protagonisti, Michael Pagan emozionato nel giocare da capitano contro la squadra della sua città («La Clodiense non merita la classifica che ha»), mentre il motivatissimo Nappello ha garantito che continuando a giocare come oggi non possono tardare i risultati, ma occorre lavorare pensando di essere gli ultimi della graduatoria: Trento e Tamai hanno perso e ora l'ultimo posto pesa meno in loro compagnia. Domenica la Clodiense andrà a Borgo Valsugana per la partita contro il Levico Terme: all'andata fu 1-0 con goal di Barone, uno dei quattro segnati in casa fino a oggi. Ma le 12 reti realizzate in trasferta dicono che i tre punti in Trentino sono meno lontani da quanto si possa pensare.
Le pagelle dei granata
Camerlengo 7: ci mette i guantoni spesso e volentieri, soprattutto all'inizio su Delcarro e Marangon, ma anche su Aliu quando riesce ad arrivare sulla punizione di Buratto. Forse poteva portare all'esterno la punizione di Marangon da cui è nato il rigore, ma era potente ed effettata. Stefano è e resta una sicurezza.
Cuomo 6: dirottato alla parte destra della difesa a 3, ha il compito più difficile, ovvero spostare fuori zona Marangon. Gli riesce bene molto spesso, tanto che il numero 10 dell'Adriese fa meno magie del solito. Spostato poi a centrocampo, contribuisce alla prima diga. E una domenica o l'altra, magari, segnerà di testa da palla ferma.
Acampora 6: efficace da terzino, con sempre maggiore maturità che solo la pratica del campo può dare. Dai suoi paraggi attaccano in due o anche tre, lui risponde presente senza falli ma con tanta concentrazione. Limita al massimo le sortite sulla fascia, e contro avversari del genere non era proprio agevole. Battiato canterebbe "voglio vederti crossare".
Ballarin 5.5: non si discute la prestazione tecnica, con più di un intervento a salvare il risultato, anche in anticipo. Ma rischia due volte di lasciare la propria squadra in dieci durante una partita che sente molto, dopo l'ammonizione ricevuta per il fallo da rigore su Aliu: prima stende Marangon sotto gli occhi dell'arbitro, poi fa lo stesso con Delcarro e Campagnolo lo grazia.
Pastorelli 6: torna centrale di sinistra nella difesa a 3, come era nello scorso girone di ritorno. Si trova come un pesce nell'acqua e dalla sua parte non passa nessuno. Pregevole l'intervento sul tiro di Aliu al 78°, ci prova anche nelle incursioni offensive sui calci d'angolo. Un uomo su cui Vittadello può certamente contare.
Martino 6.5: il solito impagabile maratoneta, a breve dovrà fare il tagliando dei chilometri percorsi. E alla quantità unisce la qualità dei recuperi difensivi, la puntualità nelle proiezioni in fascia e pure due tiri pericolosi. Un girone fa ci chiedevamo di quale pasta fosse fatto: quello reinventato da Vittadello è un signor giocatore.
Bagatti 6: col turbante in testa prova a tenere collegati i reparti e innescare l'azione offensiva, spendendo pochi passaggi. Ma si fa notare soprattutto in difesa, quando salva l'insidioso cross basso di Pagan. Poi Vittadello lo toglie per dare maggior peso al centro del campo avanzando Cuomo, ma il giovane emiliano non ha sfigurato di fronte a tali rivali.
Baccolo 5.5: ha giocato tutta la partita contro l'Arcella per ritrovare il tono, e piano sta crescendo nel minutaggio. Anche oggi ha concluso l'incontro, durante il quale però è stato meno protagonista di quanto le sue risapute doti tecniche e l'abilità a muoversi tra i reparti gli consentono: da giocatori come lui ci si aspettano più azioni determinanti, se si vuole arrivare alla salvezza.
Fioretti 6: appena arrivato ha firmato una tripletta in amichevole, ora sta consolidando la conoscenza dei meccanismi (che peraltro non sono mai sempre gli stessi). Ha avuto una sola occasione, e stava quasi per fare centro a inizio ripresa: contro il Levico in teoria sarà meno difficile avere altri palloni da trasformare in rete.
Nappello 7: l'anima della squadra. Sia da trequartista che da mezzala e poi di nuovo vicino a Farinazzo, quasi ogni palla interessante passa dai suoi piedi. Trasforma freddamente il rigore (fermandosi un attimo prima del tiro), rischia di raddoppiare su punizione, cerca di mandare in goal Martino e le punte. Il tutto, senza essere ancora al 100% fisicamente: che Dio ce lo conservi così.
Farinazzo 5.5: ha giocato partite migliori, pur nella difficoltà. L'Adriese ha fatto possesso e qualche spazio per i suoi proverbiali contropiede si sarebbe anche liberato, ma la punta di Montagnana è stata penalizzata dal non avere un riferimento preciso quanto alla posizione da occupare, rispetto al solito. La speranza degli sportivi granata è che abbia tenuto i goal in "fresco" per il Levico.
Granziera 6: anche Davide entra subito bene in partita, facendo blocco con Ballarin e Pastorelli oltre a supportare le avanzate di Martino. L'Adriese ha i primi due marcatori del campionato, ma se oggi è passata solo grazie a un rigore, con le polveri di Aliu bagnate, è merito anche del ventenne scuola Inter.
Cinque s.v.: maledettamente sfortunato, ricade dove si era già fatto male a fine anno. La notizia più bella, per lui e per l'ambiente, sarebbe quella di una sua disponibilità a breve termine: la smania di essere a disposizione e riprendere l'attività ha giocato un brutto scherzo. Forza Lorenzo, c'è tanto bisogno di te.
Djurić 6: entra "a freddo" per l'emergenza-Cinque e scodella due bei cambi di gioco dalla sua posizione verso l'altra parte del campo. L'arbitro gli fischia un fallo contro quasi ogni volta che tocca la palla, forse disorientato dalla sua esuberanza fisica. Per poco non scrive il suo nome nel tabellino, in occasione della mischia generata dalla punizione di Nappello.
Vittadello 6.5: conferma innata sapienza cambiando modulo per adattarlo ai rischi della partita. Una difesa mobile gli ha dato un uomo in più a centrocampo, poi i cambi in corsa hanno comunque dato un assetto plausibile pur nella stringatezza delle soluzioni, tornando anche alla difesa a quattro quando necessario. La tenacia degli uomini in campo è tutta sua.
Adriese: Milàn 6, Boscolo Bisto 6, Boccioletti 6.5, Boscolo Berto 6.5, Pagan 7, Scarparo 6, Boreggio 5.5, Delcarro 5 (sa che gli vogliamo bene, e che i goal di oggi un campione come lui solitamente non li sbaglia), Aliu 6.5, Marangon 6.5, Buratto 6.5 (Anostini s.v., Santi 6).
Florindo 6.5: a questi livelli conta molto essere un selezionatore degli atleti giusti, in una rosa dove tutti -a parte forse il marziano Marangon- si equivalgono per qualità. Anche oggi ha dotato l'undici di gioco e iniziativa: fermare l'azione avversaria il prima possibile e mandarla avanti ai migliori, un po' come fa la Juve. Se per una volta non tutto fila liscio non gliene si può fare una colpa.
L'arbitro Campagnolo 6: legge bene gli episodi dei due rigori, con il corredo dei cartellini gialli. Probabilmente ha ragione nel convalidare il rigore di Marangon, ma nel finale avalla la clamorosa inversione di rimessa laterale che per poco non regala il goal all'Adriese. Gestisce una partita nervosa lasciando spesso correre: forse Ballarin sarebbe potuto andare prima sotto la doccia per doppia ammonizione.
sabato 5 gennaio 2019
ALLO STADIO BALLARIN ARRIVA LA CAPOLISTA ADRIESE, LA CLODIENSE LANCIA FIORETTI PER LA RIMONTA IN CLASSIFICA
Tra Clodiense e Adriese le partite sono sempre vibranti, indipendentemente dalle posizioni in classifica. Figurarsi quando i polesani sono primi e proiettati verso la Lega Pro, mentre i lagunari coprono l'ultimo posto, con l'acqua alla gola per cercare di salvarsi: è lo scenario di oggi pomeriggio (inizio ore 14.30) allo stadio Ballarin, per la prima partita del girone di ritorno. All'andata l'Adriese vinse 3-1, rivalendosi per l'eliminazione in coppa Italia due settimane prima ai rigori; ma era un'altra Adriese e anche un'altra Clodiense, soprattutto per il mercato che ne ha rivoluzionato l'assetto.
Tra le assenze e i recuperi dell'ultima ora, mister Mario Vittadello non può contare appieno su Djurić, Cinque, Nappello e Bagarolo, mentre è rientrato l'allarme per Luca Bullo, che sarà della partita come il nuovo acquisto Daniele Fioretti. L'Adriese non ha bisogno di presentazioni: dal funambolo Marangon al bomber Aliù, dagli ex di turno Delcarro e Santi ai chioggiotti Pagan, Boscolo Berto e Boscolo Bisto, la formazione affidata a Michele Fiorindo possiede un organico che non teme confronti nell'intero girone. La parola al campo, sotto la direzione dell'arbitro Campagnolo di Bassano del Grappa.
Tra le assenze e i recuperi dell'ultima ora, mister Mario Vittadello non può contare appieno su Djurić, Cinque, Nappello e Bagarolo, mentre è rientrato l'allarme per Luca Bullo, che sarà della partita come il nuovo acquisto Daniele Fioretti. L'Adriese non ha bisogno di presentazioni: dal funambolo Marangon al bomber Aliù, dagli ex di turno Delcarro e Santi ai chioggiotti Pagan, Boscolo Berto e Boscolo Bisto, la formazione affidata a Michele Fiorindo possiede un organico che non teme confronti nell'intero girone. La parola al campo, sotto la direzione dell'arbitro Campagnolo di Bassano del Grappa.